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STORIA di SHUVO LASKORShuvo è un ragazzo del Bangladesh, ha 18 anni.Due anni fa ha deciso di lasciare il suo Paese, affrontare il viaggio per arrivare in Italia e cambiare la sua vita, dopo varie peripezie e sofferenze è sbarcato a Catania.La sua famiglia ha appoggiato questa sua scelta e con grandi sacrifici è riuscita a fargli intraprendere questa avventura.Continuando a mantenere i rapporti con loro grazie ad internet.E' un ragazzo molto timido ed educato.Dal suo arrivo a Catania è stato affidato alla Comunità Marianella Garcia,che ha sede nel quartiere San Giorgio insieme ad altri connazionali.Dal suo racconto si evince che si trova molto bene sia in struttura che nella città,nonostante le difficoltà iniziali legati alla lingua e ad una nuova cultura.Nel tempo ha imparato a superarle, grazie al lavoro di accoglienza e ascolto degli educatori della Comunità e agli insegnanti della scuola nella quale è stato iscritto.Per rendere piu facile l'apprendimento della lingua italiana(di per sè molto difficile per la maggior parte dei ragazzi bengalesi) e crearsi nuovi amici ha anche partecipato, grazie alla forte collaborazione tra i due realtà, ai corsi di italiano e ai vari laboratori e gite ,proposti da Civico Zero,A giugno di quest'anno dovrebbe conserguire la licenza media.Inoltre da luglio 2022, è inserito in un tirocinio lavorativo di sei mesi, che dovrebbe concludersi a breve, grazie ad un progetto proposto dall'ente di formazione ARCHE'.TIROCINIO che svolge con grande entusiasmo e partecipazione, presso l'OSTELLO di Catania,una realtà lavorativa gestita da giovani imprenditori catanesi che da anni accoglie e forma molti minori stranieri non accompagnati.Le 25 ore settimanali di Shuvo sono suddivise tra giorno e sera, per affiancare sia lo chef, come aiuto-cuoco, che il pizzaiolo poiche duirante il colloquio di presentazione ha espresso il desideri di imparare l'arte della pizza.in questi due anni la sua rete amicale si è molto arricchita, si trova bene a Catania e nel quartire di San Giorgio.E' piu' allegro , meno timido e molto affettuoso con le persone alle quali vuole bene.Nel tempo libero dopo aver vinto la "VERGOGNA", cosi come dice lui, si è avvicinato al gruppo teatrale della Milizia dell'Immacolata (che ha la sua sede sotto gli spazi della Comunità Garcia), prima come semplice spettatore durante le prove, attirato dalla musica e dalle risate e poi pian pianino inserito all'interno di esso, grazie all'accoglienza dei ragazzi , degli adulti e del regista e fondatore del gruppo Giovanni Salamone.Ormai si e' ben integrato e sente le persone che lo circondano come famiglia. Si diverte , balla, canta e si impegna durante le prove, nonosostante i vari impegni tra scuola e i turni del tirocinio,
Ha già preso parte a diversi Musical, che sono stati rappresentati in diversi teatri e piazze di Catania e provincia.Non sa cosa gli riserverà la vita, se rimarrà a Catania o cambierà città, una cosa è certa per lui, un giorno avrà una Pizzeria tutta sua.Un altro obiettivo che si è prefisso e che spera potrà raggiungere appena si sentirà pronto ad impegnarsi e a superare le difficoltà della lingua è l' iscrizione presso una scuola guida del quartiere e l'acquisizione della tanta agogniata Patente.
Percorso che gli è stato proposto di intraprendere grazie al sostegno del progetto TEMPO AL TEMPO.Quest'ultimo traguardo, quando raggiunto insieme ad una maggiore stabilità al lavoro contribuiranno sicuramente alla sua crescita e indipendenza di giovane- adulto, ormai integrato in questa città.Grazie di tutto
Jessica ha 30 anni e dal 2021 lavora come apprendista per l’ATT, impresa sociale segata all’associazione Attivitabile, che promuove progetti e attività per ragazzi con disabilità cognitive. Jessica si occupa di amministrazione ed è contenta del suo lavoro. Ha molteplici interessi, tra cui il nuoto, che pratica 2 volte alla settimana ed è volontaria della Croce Rossa e ha una gattina che la tiene molto occupata, segue anche un corso di teatro che le sta insegnando molte cose. Si reca sul posto di lavoro in treno, ma tra i suoi obiettivi di autonomia, c’è quello di trovare una casa vicina al posto di lavoro. Jessica ha un diploma nell’ambito del sociale che le ha permesso di entrare e conoscere l’ambito della disabilità, nonostante essa stessa si riconosca delle difficoltà. Ha conseguito una laurea in lingue. Sa lo spagnolo ed il portoghese. Ama leggere, ma è poco costante, mentre ascolta moltissima musica, preferibilmente musica italiana. Ama anche il cinema, frequenta le sale cinematografiche e ha seguito un corso di video montaggio.
Stefania è una giovane cagliaritana che ha lasciato la Sardegna dopo una laurea triennale si è trasferita a Torino, per studiare psicologia clinica e interventi nella comunità. È una persona estremamente attiva e curiosa, infatti svolge attività di volontariato presso alcune associazioni, occupandosi sia di questioni di genere, che di immigrazione: svolge attività di servizio civile e sta lavorando presso un’associazione specializzata in interventi educativi e di supporto allo studio.
Alla fine del percorso universitario, dopo il tirocinio obbligatorio, le piacerebbe lavorare in un centro per tossicodipendenti, anche se in realtà il lavoro nel quartiere inteso come una comunità, è quello che l’attira di più perché l’ambiente in cui si vive, determina il benessere di una persona. Ciò contribuisce a migliorare la qualità della vita dei quartieri più disagiati, permette di pensare, a che li vive, di non dover subire un destino già segnato perché’ si è nati a pochi chilometri dal centro.
Nel suo tempo libero ricama, soprattutto quadretti, magliette. Legge moltissimo, dai saggi ai romanzi. ll suo preferito è il Cardellino. In questa fase è più dedita alle serie televisive che può interrompere quando vuole. Il crime è il suo genere preferito, tanto che grazie, ad una serie di documentari ha deciso di entrare in contatto con un carcerato negli Stati Uniti e con la mediazione della Comunità di Sant’Egidio, da anni è diventata amica di penna di un ragazzo, che sta scontando la sua pena in Texas.
I ritmi lenti della sua regione, che tante volte le sono stati stretti, a volte le mancano, così come la sua famiglia, gli amici. Ma la voglia di cambiare e vedere cose diverse, oppure la consapevolezza di non avere alternative, l’hanno portata a scegliere Torino come luogo in cui fermarsi. Chissà…. Forse per un po’.
Ylenia, fa parte dell’associazione “A Casa Nostra” ed è una ragazza che tiene molto alla sua indipendenza ed autonomia, che cerca di costruire anche attraverso l’aiuto degli educatori, con cui impara a muoversi in tranquillità per il quartiere. Ama frequentare l’associazione e adora il mondo del trucco, che pratica sia su sé stessa che sugli altri, in particolare sua mamma. Ascolta anche molta musica, soprattutto quella legata al programma di Amici, che segue con i compagni. Ha frequentato un corso prelavorativo in cui seguiva lezioni di informatica, ma probabilmente non era adeguato alle sue esigenze. Ora segue un corso di ristorazione, in particolare sala bar e sembra piacerle molto. È una ragazza molto sensibile, vorrebbe aiutare gli altri facendo del volontariato.
Alessandro come Ylenia, appartiene all’associazione e gli piace moltissimo, perché’ la trova accogliente, ha la possibilità di fare attività molto interessanti e ha trovato nuovi amici. Segue anche lui il corso per sala bar, che trova molto interessante. L’anno scorso ha seguito un corso di grafica e ha fatto uno stage in una cartotecnica, esperienza che gli è piaciuta molto. Gli piace disegnare i personaggi della Disney. Aiuta anche sua mamma in libreria, anche se lui non ama i libri. Ascolta musica di ogni genere, anche degli anni 80, che chiama d’epoca. È un tifoso sfegatato del Toro e ha seguito per un po’ di anni un corso di judo, che ha abbandonato, perché’ richiedeva un impegno e un’attenzione troppo gravosi.
Serena fa parte dell’associazione “A Casa Nostra” e durante la giornata va a lavorare alla Zanzara, un laboratorio in cui creano e decorano oggetti: magliette, penne etc. A volte con delle frasi un po’ colorite ma scherzose. Quando era piccola voleva diventare veterinaria, come la sua mamma, ma bisogna studiare troppo. Ama ovviamente gli animali e li accudisce: ha tre gatti, un cane e ospitano anche quello del fratello, che è diventato ormai parte integrante della famiglia. Quando non lavora, Serena sta con la sua educatrice o va all’associazione, dove svolgono attività manuali con i volontari di alcune associazioni, come “Gli Anni d’Argento”, oppure seguono laboratori con psicologi su varie tematiche. Quando con gli altri ragazzi trascorre il fine settimana all’associazione, vanno a fare la spesa, cucinano. Lei ama cucinare perché’ ha fatto la scuola alberghiera, quindi dà una mano anche a casa.
Alex, compagno di intervista, frequenta anche lui l’associazione, ha 25 anni. Attualmente sta frequentando un centro in cui gli insegnano a cucinare e gli piace molto. Quando non lavora gioca con il nintendo, ama nuotare e quando è con gli amici dell’associazione si diverte ed esegue i lavori di casa in base ai turni assegnati: gli piace lavare i piatti. Legge i fumetti e ha un cane di cui si occupa.
Alda ha 26 anni e fa parte dell’associazione “A Casa Nostra”, dove ha avuto modo di fare nuove amicizie, in particolare con Silvana e Davide, ma anche con tutti gli altri ragazzi del gruppo. Ama la musica: il rock, la musica albanese e l’hip hop, che balla e che rappresenta una vera passione. Tutti i giorni si reca al centro diurno e con i compagni fanno passeggiate, si fermano al bar per stare un po’ insieme ed ascoltare la musica. Le piacciono molto i pesci, ha un acquario, ma se ne occupa suo padre, perché’ a lei piace di più osservare i pesci che nuotano. Al circo ha conosciuto Alessia, che è diventata un’amica inseparabile, anche per le interviste.
Alessia ha quasi 19 anni. Ama il calcio, ha fatto giocoleria al circo e le piace frequentare l’associazione “A Casa Nostra”, dove ha incontrato nuovi amici. Quando trascorre lì il fine settimana, ama cucinare i primi piatti. È brava, perché’ gli amici apprezzano. Il mattino va a scuola e frequenta il prelavorativo, dove segue lezioni di informatica e svolge attività laboratoriali artistiche, che apprezza decisamente di più dell’informatica. Ama disegnare, in particolare il joker. Ascolta la musica rap e le canzoni romantiche. Nel pomeriggio vede la sua educatrice, passeggiano o stanno a casa, dove Alessia ha due gatti che ama molto. Ma c’è una passione importantissima nella sua vita, la Juventus. È una tifosa sfegatata, ma corretta, raramente litiga durante il derby.
Maria Sofia è una giovane abitante del borgo, con la passione per il mare. Sin da piccola, durante le vacanze, si è interessata alla vita della flora e della fauna del mare. Ha quindi deciso di intraprendere gli studi per diventare una biologa marina, impegno di studio che unisce alla passione per la fotografia, che la porta ad immortalare qualsiasi soggetto attiri la sua attenzione. La fotografica le ha permesso di conoscere molte persone, che come lei condividono la stessa passione. Ha una grande manualità e crea oggetti con tutto ciò che le capita tra le mani, soprattutto gioielli. Appassionata di musica ne ascolta molta, soprattutto il jazz, ha suonato la batteria, per poi passare, come autodidatta, all’ukulele.
Lo scoutismo Agesci le ha dato la possibilità di maturare esperienza di vita di comunità con i ragazzi, che le ha permesso poi di poter lavorare nei centri estivi sia come animatrice volontaria, che come aiuto studio e compiti.
Lavora con un’associazione anche nel monitoraggio e nell’analisi del gradimento del flusso dei visitatori nei musei, attività che le permette di rapportarsi con un pubblico adulto.
Vive da sempre a Madonna di Campagna, ma lamenta la mancanza di centri di aggregazione per adolescenti per cui diventa difficile stringere amicizie vicino a casa. È però soddisfatta dei mezzi pubblici che collegano il quartiere con il resto della città.
Thiam Mouhamadou Mansour nasce 16 anni fa in Senegal da una famiglia numerosa (5 sorelle e 2 fratelli), il padre è in pensione e la madre è una commerciante, tutti vivono nel suo paese eccetto una sorella che lavora e vive in Marocco. Thiam si trova in Italia da 7 mesi, il viaggio per arrivarci è stato molto difficile: è partito dal Senegal, ha raggiunto il Mali, poi l’Algeria, si è diretto in Spagna, ha attraversato la Francia per arrivare in Italia. La prima città che lo ha ospitato in Piemonte è stata Tortona, che si trova vicino ad Alessandria, ha vissuto qualche mese in una struttura di accoglienza per poi essere stato trasferito a Felizzano (Al) in una comunità MSNA. Thiam è un ragazzino dal carattere mite e gentile e ha subito trovato appoggio e sostegno negli operatori con cui condivide la quotidianità e le proprie preoccupazioni. Frequenta la scuola di alfabetizzazione CPIA ad Alessandria e conosce altre lingue imparate a scuola in Senegal, ritiene di non fare molta fatica nello studio dell’ Italiano in quanto “simile” al Francese, che aveva imparato nel suo paese. Thiam racconta che in Senegal studiava e giocava a calcio in una squadra della sua città nel ruolo di difensore centrale o centrocampista, allenandosi 3 volte alla settimana. Attualmente sta frequentando gli allenamenti presso la squadra del paese di Felizzano, si è ben inserito e ha buoni rapporti con i ragazzi e la Società sportiva. Come ripete più volte, Thiam vorrebbe poter continuare a giocare a calcio, diventare un calciatore professionista, anche se ammette di essere interessato alla meccanica, essendo una materia che aveva studiato a scuola. Thiam vorrebbe prendere ispirazione da un famoso calciatore suo idolo, Cristiano Ronaldo, il quale rappresenta per lui un esempio di vita in quanto Ronaldo ha iniziato da semplice giocatore e, con impegno e costanza, ha saputo realizzarsi e diventare famoso. Il ragazzino spera in un buon futuro e auspica di poter realizzare il suo sogno, diventando calciatore, e di guadagnare molti soldi per poter aiutare chi ha bisogno.
Federica Gismondi vive a Felizzano ed è la Presidente fondatrice dell’Associazione Bambini affetti da paralisi ostetrica, si tratta di situazioni molto rare in cui insorgono problemi durante il momento della nascita ed i bambini nascono con una lesione ai nervi e una paralisi che coinvolge gli arti superiori. La paralisi da parto è un “evento avverso”: si tratta di un danno non volontario causato da un trattamento od una procedura sanitaria errata che determina la necessità di un monitoraggio aggiuntivo, terapie e cure specifiche. Questa associazione ha sede ad Alessandria e nasce nel 2002, a seguito dell’esperienza personale vissuta da Federica, in quanto nel 1995 è nato suo figlio, bimbo macrosomico di 4.900 grammi, il quale ha presentato fin da subito una condizione di paralisi agli arti superiori e la donna, non sapendo come poter affrontare la situazione e non avendo riferimenti in Italia, ha deciso di andare a Boston, il medico che all’ estero ha visitato il bambino le ha consigliato di rivolgersi all’ Ospedale pediatrico G. Gaslini di Genova, dove è stato poi seguito e curato dall’ équipe medica dell’ ospedale genovese. All’ oggi il ragazzo, dopo aver subito 3 interventi, dopo cure e un percorso mirato di riabilitazione, ha recuperato l’ uso del braccio all’ 80% e conduce una vita normale. L’associazione ha l' accesso ad un portale attraverso una pagina social dedicata all’accoglienza delle famiglie che hanno questo tipo di problema, lo scopo dell’associazione è quello di fornire indicazioni dal punto di vista sanitario, giuridico e giudiziario, dare un orientamento in modo che le famiglie sappiano a chi rivolgersi per ottenere le informazioni ed i sostegni necessari di fronte ad un tragico e raro evento di questo tipo. Le famiglie che si trovano a vivere queste situazioni soffrono molto, hanno bisogno di sapere che possono contare su persone che hanno vissuto la stessa esperienza, Federica sottolinea che questa situazione non deve essere vista come “un fardello o una croce” ma bisogna cercare di imparare da questo fatto avverso, trovare una spinta per andare avanti. Più di 700 famiglie in tutta Italia fanno parte di questa associazione, hanno iniziato a formare una rete di saperi e conoscenze per chi ne avesse bisogno, si sono creati riferimenti curativi in varie parti della penisola, è importante sottolineare che è fondamentale intervenire in tempi rapidi nei confronti di questi bambini, al massimo entro i primi 5/6 mesi di vita, per poter rimediare ai danni subiti con cure adeguate. La Gismondi sottolinea che l’associazione è cresciuta molto negli ultimi anni, sono stati fatti parecchi progetti, quello più importante è relativo alla prevenzione, infatti sono stati acquistati manichini simulatori, coinvolti professionisti medici e ginecologi formatori, fatto numerosi corsi di formazione aperti a tutti i professionisti, è fondamentale coinvolgere tutto lo staff medico, per superare il gap del parto, superare le difficoltà e gli stati confusionali degli operatori. Negli ultimi tempi si è riscontrata una riduzione del 30% dei casi di paralisi da parto. L’associazione sta lavorando per creare dei riferimenti/ linee guida per l’ orientamento delle famiglie di fronte a questi eventi. Ogni 2 anni vengono organizzati recall sulle terapie, molte informazioni arrivano anche da altri paesi stranieri che vanno riadattate alle esigenze fisiche e anatomiche delle persone. Il messaggio di Federica è quello di avere sempre fiducia nella medicina, nel progresso e nel futuro scientifico per il benessere sia ragazzi sia delle famiglie coinvolte in questo tipo di situazione.
Armando Pilotti è il proprietario del Family Park che è stato aperto a Felizzano nel 1997 e quest’ anno compie 25 anni. Il parco è nato in quanto nelle zone limitrofe non esisteva un’attrazione di questo tipo, l’obiettivo era quello di far divertire grandi e piccoli proponendo giochi di vario genere in un contesto immerso nella natura. Il Family Park fu una delle prime strutture in Italia a proporre giochi gonfiabili, tappeti elastici, e diverse attrazioni in un’area molto grande che all’oggi conta 12 ettari. Dopo pochi anni dall’apertura, visto il successo ottenuto e le richieste da parte della clientela, è stata aperta la piscina con scivoli e un grande “fungo”. Ogni anno il parco cerca sempre di proporre delle novità che possano attirare e stimolare i frequentatori al fine di trascorrere piacevoli giornate di svago e relax. Il Family Park offre molti servizi: esistono percorsi didattici, naturali e ricreativi, oltre alla piscina e alla possibilità di divertirsi in acqua, si possono conoscere gli animali che vivono nelle aree a loro dedicate immerse nel verde, mangiare nell’ area ristoro e nelle postazioni barbecue, trovare ombra sotto una delle numerosissime piante, se ne contano 400 nel parco ed ogni anno ne vengono piantate di nuove. Pilotti ha voluto creare un parco adatto alle famiglie e a misura di bambino, dove i genitori possono essere tranquilli in quanto viene garantita sicurezza e attenzione ai più piccoli.
Giuseppe Zumbo, Enzo Marra e Pietro De Marco sono i tre soci lavoratori della Cose&Casa Srl - Unieuro, nata a seguito di una cessione di ramo d'azienda.
Il rischio di perdere il lavoro e la voglia di mettersi in gioco hanno portato i tre soci a creare un grande magazzino nella periferia sud della città, che è diventato punto di riferimento anche per il territorio non solo per l'attività commerciale, sempre pronta a soddisfare le esigenze dei clienti, ma anche per l'impegno sociale.
Cose&Casa è aperta al dialogo e crede nei valori dell'integrazione: tra i suoi dipendenti c'è un giovane immigrato arrivato a Reggio Calabria ancora minorenne. Non è il solo caso, questo. Anche una ragazza dell’est Europa è stata inserita in un tirocinio lavorativo.
Ma non finisce qui: per le consegne a domicilio la società ha scelto di affidarsi aalla Casa di Miryam, cooperativa sociale operante sul territorio reggino.
Ubicata in via Laboccetta 110 a Reggio Calabria, Cose&Casa ha contribuito alla crescita del quartiere, dove esistono diverse marginalità e problematiche, proprio per questo i tre soci hanno intrapreso un dialogo con le istituzioni locali e con il comitato di quartiere per facilitare il cambiamento.
Ahmed è un ragazzo egiziano di 20 anni. È arrivato a Reggio Calabria circa 7 anni fa per essere responsabile del suo futuro. Inizialmente è stato affidato ad una Casa Accoglienza per MSNA dove è rimasto fino al compimento dei 18 anni. Ha avuto l’opportunità di studiare e formarsi, concludendo la licenza media.
Attualmente vive un’esperienza di coabitazione con altri due ragazzi e frequenta l’ultimo anno di un Istituto Tecnico settore informatico.
Negli ultimi anni si è dato da fare, grazie ad un progetto di inserimento lavorativo ha intrapreso un percorso all’interno di un Ristorante dove attualmente si trova bene ed ha modo di intessere relazioni.
Ahmed ha trovato persone che si sono messe al suo posto e che l’hanno aiutato molto. Oggi ha molti sogni e passioni, la fotografia, il calcio ma soprattutto è appassionato di informatica. Ahmed sogna. Dopo aver concluso tutti gli studi e dopo essersi formato professionalmente, sogna di diventare tecnico informatico o programmatore.
QUEEN MUSIC, storico negozio di musica in via Borgaro 45, fondato da Sergio e suo fratello Savino nel 1978, inizialmente al numero civico 33 sempre della stessa via, ma con spazi diversi, decisamente più ristretti. Vendevano 33 e 45 giri e poi con l’evoluzione dei supporti musicali hanno adeguato la loro offerta, accontentando la clientela sia della zona, che quella che veniva anche da fuori Torino.
Il nome del negozio deriva da una grande passione per il gruppo musicale dei Queen, in particolare per Bohemian Rhapsody, che i due fratelli proponevano come sigla iniziale per le serate in una discoteca torinese. Selezione inizialmente poco gradita dal pubblico, con il tempo, la scelta contro corrente ha premiato, offrendo nel locale, una selezione rock in un momento in cui nelle discoteche si ballava la disco music.
Poi le strade dei due fratelli si sono divise in armonia e Sergio dal 2002 si trasferisce al 45. Grande appassionato di fotografia, ricorda le immagini scattate alla PFM quando, non ancora famosa, si esibiva nel teatro dell’oratorio Valdocco, quello di quartiere.
Sergio ha sempre abitato in questi borghi, da bambino giocava a calcio in un campo, che non era altro che un pratone, ma che venne chiamato con il suo nome, Il campo di Cippo. Dei quartieri di Lucento e Madonna di Campagna conosce tutto, i gruppi musicali nati in zona, i musicisti famosi che vivevano a pochi passi dal negozio, che per tanti anni ha gestito con la moglie Silvana e quelli che venivano a suonare nei locali della zona, come Lucio Dalla, per esempio.
Dopo il covid, che ha avuto anche per loro degli effetti devastanti sull’attività e con l’arrivo dell’età pensionabile, la decisione di chiudere il negozio, per dedicarsi a tanti altri progetti da realizzare. Uno fra questi la fotografia, soprattutto quella naturalistica, che li porta a passare le pause pranzo al parco della Pellerina. Hanno anche aperto una pagina facebook: Pellerina Mon Amour, che raccoglie i loro scatti. I viaggi, la musica e i concerti occuperanno il resto del loro tempo e poi chissà quante altre cose ancora.
Sidy ha origini senegalesi, ma vive in Italia da molti anni, dopo aver visto la guerra nel suo paese.
È un uomo solitario che legge libri di filosofia in francese, ama tenersi aggiornato con la lettura dei quotidiani e ha una grande dote, una notevole manualità. È infatti in grado di aggiustare de intervenire su oggetti meccanici, in ambito edile è particolarmente esperto nella tinteggiatura e lavora anche il legno.
Gli piace moltissimo lavorare e nonostante sia una persona solitaria, ama lavorare in collaborazione con altre persone, infatti i suoi amici sono coloro che, nel corso della vita, hanno lavorato con lui. E' curioso e impara velocemente le nuove attivita' che gli vengono proposte.
Simone ha 19 anni e sta frequentando la V superiore dell’istituto alberghiero, con specializzazione sala e bar. Ora sta facendo uno stage presso il ristorante Fonderie Ozanam, come prevede il suo programma di studi e sta approfondendo in particolare l’attività di sala.
È un ragazzo molto tranquillo e ciò che predilige, in realtà, è il lavoro nel settore caffetteria, che gli dà maggiore possibilità’ di avere contatto con il pubblico, perché’ dà molta importanza all’accoglienza del cliente.
È un giocatore di calcio, nel ruolo di portiere, presso una squadra di Eureka di Settimo Torinese, che pare sia abbastanza forte, con cui partecipa agli Special Olimpics.
Ha molti amici con cui organizza uscite e gite, muovendosi con i mezzi pubblici.
Con la Fondazione Time2 durante l’estate ha partecipato a molte attività sportive, tra cui un trekking sulle langhe che è durato ben 5 giorni, in collaborazione con l’ASL e altre associazioni.
Tra qualche mese dovrà affrontare gli esami di maturità, ma non sembra per nulla preoccupato, per fortuna.
Louis Nero è un regista internazionale, con una laurea al Dams a 17 anni realizza il suo primo film "Golem" e lo porta in giro per l'Italia fino a quando una importante casa di produzione non lo acquista, da lì la sua più grande passione diventa anche la sua professione.
In questa intervista ci porta alla scoperta del mondo del cinema e dell'arte, di come per lui il cinema sia una forma d'arte attraverso cui trasformare e aprire la visione che si ha sulle cose del mondo, come forma di educazione e di libertà.
I suoi film sono uno spaccato di storia, cultura, misticismo e spiritualità, attraverso di essi si parla dei grandi temi dell'umanità, perché "se esci dal cinema esattamente uguale a come sei entrato, vuol dire che non abbiamo fatto un buon lavoro."
www.altrofilm.it
Diana Dell'Erba, attrice e regista che abita in Borgo San Paolo ha aperto e porta avanti l'associazione Il Velo di Maya, attraverso la quale propone diverse attività legate alla crescita e al benessere personale, si occupa di organizzare eventi e incontri legati al mondo dell'arte, del benessere e della medicina ancestrale, l'obiettivo è quello di creare un sistema che aiuti le persone a lavorare su se stesse per trasformarsi e diventare ciò che realmente si è, il benessere della persona è guardato da un punto di vista olistico, quindi fisico, mentale e spirituale.
Dall'esperienza che Diana vive in prima persona, diventare madre, nasce il portale www.maya.vision che si occupa di divulgare e far conoscere il parto gentile e la nascita rispettosa, attraverso podcast, meditazioni, film, documentari, corti, articoli, blog, incontri e consulenze, tante informazioni quindi per alzare il velo di Maya su quello che è il passaggio iniziatico per eccellenza, il parto.
www.dianadellerba.com/www.facebook.com/assilvelodimayawww.maya.vision/
Consorzio Intercomunale Servizi Sociali di Pinerolo e la Cooperativa Carabattola raccontano il progetto TeenLab, sviluppato in coprogettazione e dedicato all'accompagnamento educativo di ragazzi e ragazze dai 16 ai 29 anni, un progetto che ha come obiettivo quello di promuovere delle azioni di contrasto alla dispersione scolastica.
Saifur Rahman è nato in Bangladesh, ha 18 anni. Il ragazzo è l'ultimogenito di una numerosa famiglia che attualmente si trova nel suo paese natale; entrambi i genitori ed un fratello maggiore hanno problemi di salute, Saifur per aiutare la sua famiglia, ha deciso di trasferirsi in Occidente per trovare un lavoro e dare un sostegno ai suoi famigliari. Il ragazzo ha frequentato per 4 anni la scuola elementare e ha iniziato molto presto a lavorare come muratore, successivamente come operatore video editing e video maker in un negozio di fotografia. In accordo con la sua famiglia, quando era ancora minorenne, ha lasciato il suo paese per raggiungere l'Europa, ha trascorso qualche tempo in Libia dove ha lavorato come muratore e come lavapiatti, in questo periodo Saifur è stato sottoposto a maltrattamenti ed fuggito in Italia sbarcando a Lampedusa per poi risalire arrivando in Piemonte dove è stato ospitato a Tortona in un centro di aiuto e poi trasferito nella Comunità per minori non accompagnati “Il Galletto” sita a Felizzano (Al). Fin da subito il ragazzo si è contraddistinto per la sua gentilezza, la sua sensibilità, per l'altruismo e la disponibilità sia nei confronti degli operatori, sia verso gli altri ragazzi della struttura. Saifur afferma di “sentirsi bene a fare del bene”. Il giovane sa parlare diverse lingue, attualmente frequenta la scuola di alfabetizzazione ad Alessandria, le sue conoscenze sono state acquisite sia attraverso le sue esperienze vissute sia attraverso lo studio e la consultazione dei social e della visione di film/video, il ragazzo si definisce “open mind”, ovvero disposto ad imparare e ad affrontare nuove situazioni. Il giovane riferisce di avere vari interessi come ad esempio la cucina, afferma di cucinare volentieri per le altre persone, occupandosi di riordinare e di pulire spontaneamente gli spazi utilizzati anche dagli altri. Sa utilizzare con una certa dimestichezza smartphone e telecamere, abilità apprese da video tutorial e poi impiegate anche in alcune sue esperienze di lavoro, gli piacerebbe lavorare come meccanico in un'autofficina. Saifur è disponibile a svolgere attività di volontariato all'interno della piccola comunità locale, mostrandosi interessato e curioso di ampliare le proprie esperienze.
Asmae è una giovane mamma marocchina, in Italia dal 2006.
A Torino ha studiato e conseguito il diploma di terza media, oltre ad aver frequentato un corso per addetti alberghieri, in particolare servizio ai piani. Nel suo paese natale ha conseguito il diploma di maturità e ha frequentato un anno di università, per lo studio della letteratura araba.
Ha lasciato gli studi per venire in Italia, dove ha inizialmente lavorato presso una lavanderia industriale. Dopo la nascita delle bambine ha dedicato tutto il suo tempo alla loro educazione, anche perché’ gli orari dei corsi che avrebbe voluto frequentare, non si conciliavano con quelli della scuola.
Ora che le ragazze sono cresciute è occupata come badante presso una signora anziana, ed è un’attività che le dà molta soddisfazione. Se potesse scegliere un’alternativa, le piacerebbe fare la cuoca, perché’ ama molto cucinare sia cucina italiana che marocchina.
Asmae è una persona solare, che trasmette tranquillità, molto curiosa soprattutto: ama lo studio, se potesse studierebbe qualsiasi cosa e aiutare le sue bambine negli studi le piace molto; ascolta qualsiasi tipo di musica e ama socializzare e organizzare attività, quando il lavoro e la gestione familiare glielo permettono.
Grazia è la presidentessa dell’Associazione A Casa Nostra che si trova in via Sesia a Torino
Una realtà che esiste da 5 anni con l’intento di creare una possibilità per ragazzi con disabilità intellettive non gravi, di crearsi un futuro abitativo autonomo, fuori dalla famiglia.
Questo progetto è cominciato con un gruppo di 4 ragazzi, che sono sempre presenti e altri che nel tempo si sono avvicendati. Ad oggi sono 6. Il percorso è ovviamente lungo ed il Covid ha rallentato molto le attività: i ragazzi e dovrebbero sviluppare una serie di abilità che riguardano la gestione pratica di una casa; poi la parte sicuramente più impegnativa che riguarda le dinamiche del vivere insieme e la gestione delle dinamiche che ne scaturiscono. Per questa area in particolare, sono seguiti da 2 professioniste psicologhe che li aiutano nel percorso. Ci sono inoltre educatori che li seguono nelle varie attività, come ad esempio laboratori sulla gestione del denaro. Ci sono giorni cosiddetti residenziali, in cui i ragazzi convivono giorno e notte, per brevi periodi.
L’associazione si autofinanzia, attraverso donazioni delle famiglie partecipanti, con attività e con l’intervento diretto dei ragazzi che realizzano oggetti che vengono venduti in occasione di mercatini, come quello di Natale, organizzato a beeozanam.
Tra i risultati sicuramente più importanti è il legame che si è creato tra i ragazzi che hanno formato un gruppo veramente coeso.
Inez è una signora brasiliana, di origini italiane: i nonni erano piemontesi, di Alessandria.
In Brasile, oltre ad occuparsi di un figlio malato, svolgeva lavori come sarta, poi come portinaia.
Vive a Torino da 2 anni e ha sempre svolto l’attività di badante con anziani non autosufficienti. Le piacerebbe continuare ad occuparsi di persone anziane o riprendere il suo lavoro di sarta, o di portinaia.
Attualmente lavora in un’azienda di pulizie, ma il carico di lavoro è troppo pesante per lei.
È una donna molto scrupolosa e affidabile, che nel suo tempo libero ama leggere, soprattutto la Bibbia. Un’altra cosa che ama fare è andare al ristorante e mangiare con amici e parenti. Del suo paese le manca soprattutto la famiglia, di cui è molto orgogliosa, anzi sta cercando di ricostruirne l’albero genealogico, per scoprire quanto più possibile della sua storia.
In Italia ha amici brasiliani e Torino le piace moltissimo, perché si sente a casa, si sente sicura, perché nel suo paese c’era troppa violenza. Purtroppo per impegni di lavoro non è riuscita a visitare bene la città, ma appena può, organizza scampagnate e passeggiate nei parchi, perché’ l’amore per la natura rappresenta un’altra delle sue passioni.
Eugenia è una signora solare e piena di energia, che da 22 anni è in Italia e da 7 qui a Torino. In Romania gestiva un ristorante frequentato da persone straniere e parlava in tedesco e un po’ in inglese. Amante dei viaggi e curiosa della vita si è trasferita prima a Londra per perfeziona la lingua e poi a Valencia, per imparare lo spagnolo, che le piace moltissimo. Poi è approdata a Bari, che considera come sua città natale, per lavorare come assistente domestica per una signora, con cui ha mantenuto un bellissimo rapporto.
Che dire di Eugenia? È una persona indipendente ed autonoma, che si è costruita tutto da sola, che ha messo passione, onestà e dedizione in ogni attività che ha svolto. Le attuali difficoltà di salute le impediscono oggi di fare tutto ciò che vorrebbe, soprattutto di lavorare. Dato il suo carattere empatico, è riuscita nel tempo a coltivare nuove amicizie accoglienti, nei vicini di casa. A Torino ha lavorato con anziani, anche se non nasconde le difficoltà incontrate in certe situazioni, ma anche gli attestati di fiducia e affetto che le sono state riservate in altre occasioni, da parte di persone che non conosceva.
Il Sig. Antonio Di Stasi, nato nel 1940 in provincia di Potenza, da genitori pugliesi ha da sempre un’invalidità al piede, che gli ha impedito di svolgere le attività che avrebbe desiderato. Ha condotto gli studi maturità classica a Napoli e a 18 anni è venuto a Torino. Si è sempre occupato come impiegato di assicurazioni, pratiche auto ed il suo grande rimpianto risale a quando da giovane, avendo vinto un concorso per entrare nella Guardia di Finanza, è stato scartato a causa della sua invalidità. Per il lavoro svolto per anni come impiegato, nessuna delle aziende ha versato i suoi contributi, quindi ad oggi percepisce una pensione sociale. Vive con la sua compagna, anche lei con gravi problemi fisici e non riescono a far fronte alle spese ordinarie di gestione dell’alloggio di edilizia popolare in cui vivono.
Oggi purtroppo la sua vista è compromessa e non può più coltivare alcune delle sue grandi passioni, come la lettura dei classici e soprattutto il modellismo: ha costruito navi bellissime costruendo i pezzi da sé. Tutto è iniziato, quando da ragazzo costruì un gocart con i pezzi di ricambio presi dall’officina del fratello e comincio' a scorrazzare per il paese, mettendo tutti in allarme.
Nesrine è una giovane mamma, attiva e propositiva. Molto abile nel disbrigo delle pratiche burocratiche, soprattutto quelle online, è diventata il punto di riferimento di amici e conoscenti che le chiedono aiuto. Vive in Italia da 24 anni e dopo aver ottenuto la licenza media, ha lavorato come cameriera, lavapiatti, impiegata in servizi di pulizia, badante. Le piacerebbe riprendere gli studi e frequentare un corso di infomatica. Ha anche un sogno, fare la pasticcera e cucinare piatti italiani, per arricchire il suo bagaglio culinario, che comprende anche piatti della tradizione marocchina.
STORIA 3 SALAMONE GIOVANNIGiovanni ha 34 anni, nasce e vive tutt'ora nel quartiere di San Giorgio, un quartiere dimenticato da tutte le Istituzioni, dove regna il degrado e il delinquere, ma dove esistono alcune realtà che cercano di fare qualcosa per il quartiere e la gente che lo vive.E' un educatore e socio della Cooperativa Marianella Garcia, che si occupa di servizi ai minori e loro famiglie e MSNA.
Ama il suo lavoro, stare con i giovani e costruire con loro percorsi di crescita è la sua missione, crede che attraverso il bello, la cultura, il teatro e la musica nascano e crescano comunità sane, aggreganti e accoglienti.Infatti è anche il fondatore e direttore artistico di un gruppo teatrale, che trova la sua collocazione fisica all' interno degli spazi della Milizia dell'Immacolata, a San Giorgio, da cui prende il nome.Giovanni crea e dirige i suoi spettacoli, cura con molta attenzione i momenti delle prove che creano aggregazione, intervallandole periodicamente co serate, pomeriggi di giochi e merende e gite che vedono coinvolti nel giro di quasi 10 anni dalla sua nascita più di 70 persone.
Il primo gruppo teatrale era formato da 12 persone che da subito hanno creduto di poter rendere la loro vita più "bella".
Adulti, anche over 80 e ragazzi che con la loro partecipazione e voglia di fare hanno contribuito alla crescita del gruppo e rappresentare negli anni diversi spettacoli -musical, di natura laica anche se, molto forte è la loro matrice religiosa, con il solo fine di veicolare attraverso essi valori come la pace, l'amore ,la giustizia, la fratellanza, la condivisione e l'accoglienza. Il loro successo come già detto è cresciuto nel tempo e gli spettacoli, sono stati richiesti anche fuori la citta di Catania, in bellissime piazze della provincia.Ciò che ha spinto Giovanni a credere, volere e trasmettere tutto ciò era il desiderio di rendere COMUNITA' un quartiere, arido e abbandonato , che non aveva niente da offrire ai suoi abitanti, sa che il Teatro è Cultura, Bellezza, voglia di stare insieme e credere in qualcosa che faccia sognare, il teatro è VITA.Gli adulti ,gli anziani del quartiere sono stati i primi ad approciarsi a questo mondo, sicuramente erano quelli alla quale il trascorrere degli anni aveva tolto quasi tutto, poi da li il coinvolgimento dei figli, dei nipoti, degli amici degli amici e anche dei MSNA, che vivono all' interno della Comunità, nello stesso edificio dell'Istituto.
L' aggregazione tra gli adulti, i giovani e i migranti, come ci racconta Giovanni è avvenuta naturalmente, questi ultimi hanno sicuramente trovato un luogo accogliente, che li fa sentire "famiglia", sicuramente diversi per colore di pelle ,cultura e provenienza, ma non per i sentimenti e il diritto all'amore.Anzi le diverse culture, il cibo e la difficoltà iniziale della lingua li hanno spronati se è possibile ancor di più, innescando in essi voglia di conoscenza, supporto e condivisione.Lo scopo che li accomuna è la voglia di stare insieme e di portare in scena degli spettacoli bellissimi, ognuno con il proprio ruolo, grande o piccolo che sia, vuol far sognare e divertire gli spettatori.Il sogno di GIOVANNI è di continuare ad essere un bravo educatore e un punto di riferimento per chi è solo ed ha smesso di sognare, perchè nessuno glielo ha insegnato e attraverso il il teatro creare bellezza, inclusione, arricchimento e gioia di vivere.
Storia 02
Mirko Saraceno Presidente dei I "BRIGANTI RUGBY DI LIBRINO"
A Librino, periferia ovest di Catania presso il Campo San Teodoro Liberato, recuperato dal lavoro dei volontari dopo anni di incuria, incontriamo I Briganti di Librino, Associazione sportiva di Rugby , che hanno dato vita ad un progetto di coesione e inclusione sociale nel territorio.Accanto ai campi immensi e ben curati, si scorge un ampia zona dedicata all'orto, gestito e voluto da alcuni abitanti del quartiere, mentre all'interno della struttura oltre gli spogliatoi e la palestra un' ampia sala è dedicata alla Libirineria e al doposcuola per i più piccoli ed un bar che viene vissuto da tutti come luogo di incontro.Tutti gli spazi sono ben curati e colorati.Il progetto voluto dai BRIGANTI, non si è fermato neanche dopo un incendio doloso di cui sono stati vittima una decina di anni fa, dando prova di come lo sport possa essere davvero uno dei principali motori di cambiamento alle brutture che ci circondano.Il quartiere di Librino è considerato da tutti i catanesi una zona a rischio, con un forte tasso di criminalità organizzata, che trova terreno soprattutto nei giovani attirati dal facile guadagno, ma è anche una zona dove si vive e si respira un' aria sana e di riscatto.A Librino vivono oltre 80.000 abitanti, per questo è considerata una città nella città.Per arrivare ai campi di rugby si supera la PORTA DELLA BELLEZZA ( arricchita da opere e foto, grazie al progetto dell'artista catanese Lo Presti) e poi una serie di palazzi, alcuni di essi fatiscenti e una discarica a cielo aperto.I Briganti, negli ultimi decenni hanno cambiato la vita dei giovani e giovanissimi abitanti del quartiere, che era nato negli anni 60/70 come una citta ideale, divenendo invece una grande aerea di edilizia abusiva, di spaccio e criminalità.Il campo è frequentato da ragazzi e ragazze di tutte le età :
-7 squadre juniores, 1 squadra senior maschile, 1 senior femminile e una squadra over 40.I ragazzi che frequentano il campo sono oltre 200. Nessuno di essi paga per fare sport o per usufruire degli spazi e servizi della struttura.Presidente dell'Associazione è MIRKO SARACENO, un giovane catanese di 25 anni, quasi laureando in economia e commercio, allenatore e giocatore di rugby , che ama questo sport e dedica ogni momento libero ai suoi ragazzi, perchè crede fermamente che attraverso esso il mondo possa divenire più bello.
Il suo sogno è che tutti i giovani di qualunque estrazione sociale, colore della pelle, religione possano sentirsi partecipi della loro vita e non ghettizzati.
Insieme al suo gruppo lavora quotidianamente affinchè tutta la comunità di Librino possa diventare parte attiva e sana della città e grazie allo sport piccoli passi sono già stati fatti. Cosi come ci dirà lui stesso durante l'intervista che ha accettato di fare per il Portale dei Saperi.
Grazie
Massimiliano Vasta vive ad Alessandria e gestisce tre pizzerie da asporto con consegna a domicilio denominate “Planet Pizza”. Il primo locale viene aperto nel 2003 ad Alessandria, la partenza non è stata semplice ma l’impegno e la costanza di Massimiliano hanno fatto sì che, con il passare del tempo, il locale avesse la sua clientela e venisse ampliato negli spazi. Successivamente sono stati aperti altri due locali: uno a Castelletto Monferrato e uno a Castellazzo Bormida, in provincia di Alessandria, solo con servizio serale. Le esigenze sono aumentate ed è stato assunto nuovo personale con mansioni ben specifiche all’interno dei vari esercizi commerciali. Massimiliano racconta che non amava studiare, preferiva lavorare e, dopo una breve esperienza di lavoro come fabbro, all’età di 17 anni ha accettato la proposta di lavorare presso la pizzeria di uno zio sul lago di Garda, provando a fare la stagione estiva. Al ragazzo è subito piaciuto fare il pizzaiolo, era contento di sapere che alla gente piaceva mangiare quello che preparava e, da quel momento, non si è più fermato e ha continuato a fare il pizzaiolo viaggiando, studiando per ampliare le proprie conoscenze e per migliorare la propria professionalità. Massimiliano insegna il mestiere del pizzaiolo in corsi di formazione ai giovani che hanno voglia di imparare, sottolineando che, scegliere di fare questo tipo di lavoro, comporta molti sacrifici, impegno, saper lavorare in squadra, anche sotto pressione, continuare ad essere aggiornati ed essere sempre animati da nuovi stimoli per migliorarsi e rispondere alle esigenze di una clientela sempre più attenta a ciò che consuma. Massimiliano, spinto da una mentalità imprenditoriale e motivato dalla voglia di rinnovarsi, ha voluto puntare ed inserire la preparazione di impasti diversi dal tradizionale, offrendo prodotti differenti e di qualità. Massimiliano si ritiene soddisfatto e realizzato rispetto ai risultati ottenuti fino ad ora, scherzando afferma che vorrebbe che in ogni città ci fosse un “Planet Pizza”! La voglia continua di crescere e di rinnovarsi accompagnano le ultime battute di Massimiliano, l’ uomo conclude sottolineando la volontà di svegliarsi tutte le mattine e di fare il lavoro che sa fare, sapendo di dare sempre il meglio.
Salama Ahmed, è un ragazzo egiziano giunto in Italia nel 2016, dopo un viaggio lungo, pericoloso e affrontato senza i genitori.
Giunto al Porto di Catania, è stato affidato dalla Prefettura alla Comunità per Minori Marianella Garcia, nel quartiere di San Giorgio a Catania.
Il suo percorso a Catania non è stato facile, aveva solo 11 anni quando è stato accolto dagli operatori e catapultato in una realtà diversa da quella di origine, con l la difficoltà della lingua, la mancanza della famiglia e l'accettazione di nuove regole.La Comunità, i suoi operatori, la scuola sono stati fondamentali per il suo percorso di crescita.Grazie alla scuola ha imparato la lingua ed ha iniziato a tessere una rete amicale con il gruppo dei pari italiano, acquisendo con molta facilità atteggiamenti, uso del dialetto e amore viscerale per la musica neo melodica, molto amata dai ragazzini del quartiere.A settembre è stato iscritto regolarmente alla scuola media del quartiere, anche se con molte difficoltà dovute soprattutto alla poca voglia di studiare ha concluso il percorso conseguendo la licenza media, in tre anni.Successivamente, ha frequentato la scuola professionale Archè con indirizzo cucina, credendo di voler un giorno lavorare come cuoco in un ristorante, passione che nel tempo è scemata ma, che gli ha permesso di conseguire un ulteriore titolo di studio come operatore di cucina.Nel corso di questi anni ha sviluppato le sue due grandi passioni il Rugby e il Teatro, attraverso esse ha imparato ad accettare le regole, e dargli la giusta valenza.Per la sua integrazione nel territorio sono state fondamentali l'Associazione Sportiva di Rugby - I BRIGANTI dI LIBRINO e il Gruppo Teatrale della MILIZIA DELL'IMMACOLATA.Ahmed è ormai un ragazzo catanese a tutti gli effetti, ama la musica neomelodica, vive il quartiere e la città come se ci fosse nato.
Mantiene con la sua famiglia di origine un rapporto telefonico costante, ma è riuscito a fare suoi alcuni affetti fondamentali .
Sia i compagni di squadra che i componenti del gruppo, grandi e piccoli lo hanno accolto senza alcun pregiudizio e con molto affetto.
sempre attraverso l'esperienza del rugby e del teatro è nata in lui una nuova passione lavorativa .fare l'EDUCATORE.
Stare con i bambini, aiutarli nel gioco, allenarli e farli diventare dei giovani adulti lo gratifica moltissimo.
Spesso dopo gli allenamenti massacranti nel campo, si reca alle prove teatrali o viceversa, ma è tanta la voglia di ballare, recitare, giocare e di stare con il proprio gruppo di grandi e coetanei che vive tutto ciò come linfa vitale.
Ogni domenica affronta le partite di rugby sia con la sua squadra che con quella dei piccoli che allena settimanalmente.
Con il gruppo teatro in questi anni è stato protagonista di diversi spettacoli, rappresentati a Catania e provincia.
Il ragazzino capriccioso, insolente e dispettoso è divenuto negli anni, grazie alla comunita che lo ha accolto un giovane uomo, pieno di sogni e aspettative che riesce ad essere un punto di riferimentoe stimolo per gli altri.Ahmed vorrebbe viaggiare, ritornare nel suo Paese, rivedere e riabbracciare i suoi, ma ritornare sempre a Catania.Non pensa al matrimonio, la cultura dell'Egitto non gli appartiene piu.Oggi è pronto ad iniziare con grande entusiasmo questa sua nuova esperienza di tirocinio/lavorativo presso il centro aggregativo Punto a Capo, della Marianella Garcia.Spera di essere bravo e di non deludere, chi nel corso di tutto il suo percorso, gli ha dato fiducia ed ha creduto in lui, sostenendolo soprattutto nei momenti più bui.
Lucia, è madre di due figli adolescenti, ha 50 anni e vorrebbe trovare un’occupazione. È pienamente consapevole del fatto che a questa età, soprattutto per una donna, sia difficile reinserirsi nel modo del lavoro. Da un anno prende parte al progetto Home to Home finanziato dalla città di Torino promosso da che le ha permesso di fare un tirocinio presso una palestra come receptionist. Questa esperienza le ha permesso di riutilizzare competenze acquisite quando in passato lavorava in un’azienda, che per via della crisi, poi ha cessato la sua attività. Il lavoro all’accoglienza la realizza pienamente, perché’ è una persona molto empatica, socievole e solare. Dopo aver perso il lavoro, la famiglia ed in particolare due figli l’hanno tenuta impegnata, finche’ non ha ricominciato a lavorare saltuariamente con agenzie di interinale.
Lucia ha frequentato il liceo artistico e oltre a dipingere e disegnare, ama frequentare mostre e musei. I viaggi, anche una semplice tratta in treno, la fanno sentire bene e soprattutto libera. Ha visitato molto l’Italia, in particolare la Puglia, regione di origine della sua famiglia. È una donna ricca di interessi: ma cucinare perché’ apprezza la convivialità che il cibo porta con sé, sa fare anche i dolci, cuce, ama coltivare le piante sul balcone, leggere, passeggiare immersa nella natura. Ha un sogno, riprendere a studiare, in particolare Scienze dell’Educazione, ma visto che al momento non è possibile, studia con i suoi figli le materie scolastiche.
Luciano, torinese di Madonna di Campagna, nasce in una famiglia di operai di origine pugliese. Da ragazzo un po’ irrequieto, viene mandato a studiare a 14 anni presso un istituto religioso di salesiani a Milano.
A 16 anni con la qualifica di motorista meccanico torna a Torino e il padre gli trova un lavoro come carrozziere. Si specializza nella preparazione delle vernici, matura una grande esperienza nella conoscenza dei materiali e lavora in carrozzeria, a fasi alterne, per 37 anni.
Ha lavorato nell’ambito dell’abbigliamento, in una fabbrica di gomma plastica, dove facevano i tappeti delle auto, poi di nuovo in carrozzeria.
Luciano è una persona che ha molta cura della sua figura, veste bene e ha sempre fatto molto sport, calcio soprattutto. Ama la musica, passione che ha trasmesso ai suoi figli. Come la sua famiglia di origine è di fede cattolica, anche se per un certo periodo particolarmente difficile della sua vita se n’è allontanato.
Ama lavorare, anche se il mestiere di carrozziere è un po’ pesante e preferirebbe trovare qualcosa di più leggero: pulizie, bar, ristorante; preferibilmente un’attività a contatto con le persone, perché’ Luciano è una persona attiva e socievole, che ama stare in mezzo alla gente.
Xiomara è una giovane donna proveniente dall’Ecuador, ma che ha vissuto in Spagna prima di venire in Italia 8 mesi fa. Ha lavorato in entrambi i paesi come truccatrice professionale e ricostruzione unghie, taglio capelli, perché’ l’istituto che ha frequentato, l’ha preparata a svolgere attività nell’ambito della cura della bellezza della persona. È una ragazza molto intelligente e versatile che svolge anche altre attività: sa cucire, sia abiti che complementi d’arredo, lavora a maglia, cucina bene, soprattutto i dolci. Vuole lavorare e quindi svolgerebbe anche altre mansioni come le pulizie, badare a bambini o persone anziane. In Italia ha lavorato in una caffetteria, dove ha avuto modo di imparare un po’ l’Italiano, ora sta frequentando un corso e guarda film in italiano per capire anche le espressioni facciali. I suoi genitori sono rimasti in Spagna e in Italia con lei, oltre al marito e alla figlia, c’è la suocera che le dà una mano, permettendole così di trovare un lavoro che le lasci il tempo di godersi sua figlia.
Xiomara e’ solare, molto empatica, collaborativa e si impegna in ogni cosa che fa.
Iyke e’ nigeriano e vive in Italia, paese che ama molto e da cui si è sentito ben accolto, dal 2007. Nella sua terra natale, dove ancora vivono i genitori, coltivava il riso. Appena giunto in Italia, in provincia di Rieti, si è ritrovato in mezzo alla campagna, quasi come a casa. Si è occupato di raccogliere le olive, di mantenere puliti i terreni e di giardinaggio. Poi ha svolto mestieri diversi: piastrellista, ambulante al mercato con un banco di vestiti. Nel 2015 lo ha raggiunto la moglie e nel 2016, a seguito di una proposta di lavoro, si sono trasferiti a Torino. La ricerca di un alloggio è risultata subito difficile, ma le capacità relazionali di Iyke ed il suo spirito positivo, gli hanno permesso di incontrare una persona, Giovanni, affettuosamente definito “il Nonno”, che ha dato loro una grande mano. Nel frattempo sono nati due bambini, un maschietto e una femminuccia. Ad Iyke, che ora lavora nell’ambito della sorveglianza nei supermercati, piacerebbe trovare un nuovo lavoro che gli permetta di provvedere al meglio alla sua famiglia. Gli piacerebbe il settore edile oppure riprendere l’attività di giardiniere. Il tempo libero ama passarlo con gli anziani amici, cercando di intrattenerli cantando e ballando.
Eleonora della Garen è una signora di cultura Sinti che, fino a pochi giorni prima della pandemia, ha vissuto presso il Campo Sinti di Pinerolo. Eleonora è molto legata alle sue tradizioni e alla sua cultura anche se rivendica una certa indipendenza ed autonomia.
Ha due figli di 24 e 12 anni e, tra pochi mesi, diventerà nonna. Insieme al suo bambino più piccolo, vive presso una casa popolare di Pinerolo anche se i suoi legami con i fratelli, le sorelle e le persone del campo restano solide e profonde. Eleonora ha a cuore l’idea di scardinare i luoghi comuni e lo stigma che ancora oggi esiste verso la cultura Sinta.
Uisp (Unione Italiana Sport Per tutti) è un’associazione di promozione sportiva e sociale che ha l'obiettivo di estendere il diritto allo sport per tutte le persone, Gaetano come vicepresidente e Matteo come segretario generale, si occupano di gestire le attività della sede di Torino.
L'obiettivo è favorire tutte le presone e le associazioni dilettantistiche per rendere lo sport sempre più un mezzo di educazione e di inclusione sociale, attraverso la promozione di tutte le iniziative sportive sul territorio.
In particolare nella circoscrizione 3, Uisp Torino fa parte del patto di collaborazione per lo spazio Cumiana 15, insieme alle altre associazioni proponenti supportano e realizzano attività ed eventi educativi e sportivi. Oltre alle attività nello spazio, Uisp si occupa anche di educativa di strada, lo sport diventa il mezzo con il quale riuscire ad arrivare a ragazzi e ragazze per fornire loro delle alternative, le possibilità di sviluppare le loro passioni e potenzialità, fornendo mezzi e reti di associazioni a supportare le predilezioni di ciascuno.
Perché è importante fare sport e lo sport deve essere per tutti.
Eiman è una giovane donna solare e molto comunicativa, di origine egiziana. Viveva la Cairo, dove ha compiuto i suoi studi per conseguire un diploma triennale da elettricista, anche se non ha mai esercitato questa professione. Ha lavorato come receptionist e segretaria in un hotel. Si è sposata e 14 anni fa si è trasferita in Italia. Ha 3 bambini in età scolare e a Torino ha svolto attività di segreteria in ufficio, aiuto pulizie e assistente nel campo dell’arredamento. La sua terra di origine le manca moltissimo: gli aromi, i colori, il cibo…, ma ciò che le manca di più è sicuramente la sua famiglia. In particolar modo le feste a casa dei genitori, quando si riuniva con le sorelle e le loro famiglie per il pranzo della domenica. Suo padre lavorava in Arabia Saudita e quando la famiglia si riuniva viaggiava per l’Egitto e andavano al mare ad Alessandria e Hurghada.
In Italia si trova molto bene e nel quartiere ha moltissimi amici di ogni nazionalità. Organizza con loro merende al parco con i bambini e in estate feste per ritrovarsi. Molto dedita alla famiglia, si sveglia presto al mattino per preparare la colazione ai ragazzi che devono andare a scuola, poi svolge tutte le mansioni domestiche e prepara il pranzo. Quando è con i suoi figli esce, li porta al parco, o se il tempo è brutto guardano dei film in inglese o cucinano insieme i dolci.
Siccome i ragazzi ormai sono grandi, Eiman vorrebbe tornare a lavorare e ad occuparsi della sua formazione: le piace lavorare al computer e vorrebbe approfondire la sua conoscenza dei programmi, per un eventuale impiego come segretaria. Ha un desiderio su tutti, lavorare con gli immigrati, vorrebbe infatti diventare mediatrice culturale, ma il suo diploma egiziano non è riconosciuto in Italia. Le piacerebbe comunque trovare un modo alternativo per realizzare questo suo desiderio.
Ha la patente, cucina bene sia i piatti della tradizione egiziana che quelli italiani, in particolare i dolci. Ha seguito un corso di sartoria e si diverte a confezionare complementi di arredo per la sua casa. Ascolta musica araba, ma le piacciono anche Gianna Nannini e la canzone Bella Ciao. Legge libri italiani e in arabo per aiutare i figli nello svolgimento dei compiti. Ama il cinema egiziano, in particolare i film romantici. Camminare da sola per la città e nei parchi le dà modo di godersi a pieno il tempo libero.
In Italia ha visitato molte località del Piemonte ed è stata in vacanza in Liguria, perché il mare è un altro aspetto dell’Egitto che le manca molto.
Gianni è una persona curiosa, desideroso di imparare cose nuove e di tenersi aggiornato rispetto alle novità che la tecnologia ci impone di conoscere. Per questo motivo ha frequentato un corso di orientamento sull’uso consapevole e sicuro di internet e di guida nei servizi digitali. Ha inoltre preso parte al progetto Home To Home finanziato dalla città di Torino, per il quale ha effettuato un tirocinio presso le cooperative e associazioni coinvolte nel progetto, in qualita' di manutentore, addetto pulizia e ripristino edile.
Figlio di genitori pugliesi emigrati a Torino, ha svolto nel corso della sua vita diverse mansioni, dall’operatore meccanico in un a litografia, al barista, al panettiere, tubista; nel campo dell’edilizia, ha lavorato come saldatore a filo continuo. Queste attività gli hanno permesso di sviluppare una grande manualità e soprattutto un grande senso di adattamento alle situazioni e alle mansioni. Impara velocemente e ora vorrebbe trovare un lavoro più tranquillo, come custode, o giardiniere. Ha la patente, ma preferisce spostarsi a piedi o con i mezzi pubblici, anche per andare a trovare i nipotini che abitano fuori città.
Ferdous Sarker è un ragazzo proveniente dal Bangladesh, ha compiuto 18 anni il 26 luglio 2022, è arrivato in Italia nel 2021, dopo aver trascorso alcuni mesi in Libia. Il ragazzo racconta che la sua famiglia è composta da: padre, madre e tre sorelle, la più piccola di 12 anni; Ferdous è zio di tre nipotini figli delle sorelle maggiori. Il padre era un muratore ma per problemi di salute ha smesso di lavorare. Ferdous racconta di aver studiato da quando aveva 6 anni fino al compimento dei 10 anni, ha interrotto gli studi e ha cominciato a lavorare per aiutare la famiglia che si trovava, e si trova tuttora, in difficoltà economiche. A 11 anni Ferdous ha iniziato come aiuto muratore, poi ha continuato a lavorare in un negozio di alimentari, la paga era misera. All’ età di 16 anni ha lasciato il suo paese per arrivare in Libia, nella città di Bengasi, dove per 8 mesi (da gennaio 2021 ad agosto 2021) è stato cameriere in un ristorante in cui vi lavoravano altri connazionali, il proprietario del locale gli ha preso il passaporto e non glielo ha più ridato, inoltre non veniva pagato regolarmente. Il ragazzo è arrivato successivamente in Italia, a Lampedusa, affrontando un rischioso viaggio sul gommone, per poi raggiungere un centro di accoglienza nel nord Italia, a Chivasso, dove è stato per un mese. A settembre 2021 Ferdous è stato trasferito presso la comunità “Il Galletto” di Felizzano (Al), luogo in cui vengono ospitati minori stranieri non accompagnati, dove vi è rimasto fino ad aprile 2022, in quanto è stato collocato presso un social housing ad Alessandria per meglio agevolarlo nel frequentare il tirocinio. Dal 4 maggio 2022 Ferdous ha iniziato l’attività di tirocinio della durata di sei mesi presso una pizzeria per poter apprendere il mestiere di pizzaiolo. Il ragazzo ha dimostrato di avere buona volontà e di essere diligente, puntuale e interessato ad imparare. Ferdous frequenta tutt’ora la scuola di alfabetizzazione CPIA ad Alessandria, livello A2, tre giorni a settimana, tutti i venerdì va in Moschea per le funzioni religiose e per pregare, ha mantenuto contatti con altri suoi connazionali e con ex compagni di comunità, con i quali condivide la passione del cricket. Ferdous si immagina il suo futuro in Italia e di poter trasferire qui la sua famiglia, attualmente la sostiene economicamente inviandole del denaro essendo l’unico membro del nucleo a lavorare.
Alice, è una laureanda in Conservazione e Restauro dei Beni Culturali alla Reggia di Venaria, la sua specializzazione è sul restauro della carta.
Arrivando da una famiglia di artisti anche lei segue le orme dei genitori, anche se con un diploma scientifico, è da sempre innamorata dell'arte quella che si guarda certo, ma che si fa in particolare, infatti ha scelto da subito una scuola che le permettesse di mettersi all'opera.
La specializzazione sulla carta le ha permesso non solo di imparare a restaurare opere ma anche a produrre e confezionare un libro da zero, partendo dal cucire i fogli al foderare una copertina. Ha sviluppato una passione anche per la fabbricazione della carta, partendo da scarti di fogli già utilizzati e sbizzarrendosi nel formare nuove combinazioni di colore e trame, le piacerebbe molto poter organizzare corsi e laboratori per insegnare anche alle altre persone come autoprodursi la carta, pratica che definisce terapeutica e meditativa.
Presa la laurea vorrebbe andare a lavorare in qualche laboratorio in archivi storici, per consolidare le conoscenze apprese a scuola, per poi buttarsi nel mondo più dinamico delle mostre d'arte, organizzando trasporti di opere ed esposizioni vere e proprie.
Silvia Lorenzino è un'avvocata e una delle socie fondatrici di Svolta Donna, centro antiviolenza che nasce come spazio di ascolto per dare supporto a donne vittime di violenza, presto diventa punto di riferimento per il territorio e l'associazione cresce e aumenta i servizi che mette a disposizione gratuitamente.
Il centro ad oggi si occupa di fornire consulenza legale, sostegno psicologico, contatto con un'operatrice che fornisce tutto il sostegno e le informazioni necessarie per intraprendere un percorso di fuoriuscita dalla relazione violenta, sostegno all'empowerment lavorativo, sostegno per la ricerca e accoglienza in emergenza abitativa, supporto all'abilitazione educativa, e molto altro; un sostegno e un accompagnamento a tutto tondo.
L'obiettivo infatti è fornire alle donne che si rivolgono allo sportello tutti gli strumenti per prendere una decisione in autonomia e consapevolezza, è solo la donna a decidere cosa è meglio per sé stessa e quali possano essere i passaggi per raggiungere ciò che vuole e ricostruire ciò che è, crescita della consapevolezza e autocomprensione dei propri bisogni le parole d'ordine.
Svolta Donna si occupa di organizzare anche laboratori nelle scuole, portando il tema dell'affettività e delle relazioni sane, perché è necessario partire dall'educazione dei giovani, per educare ad un nuovo modello culturale che sradichi comportamenti sbagliati introiettati nell'ambiente sociale e culturale della famiglia di origine.
Uscire dalla gabbia in cui giovani uomini e donne sono rinchiusi, perché la violenza è il sintomo, sia di assenza di parità che di modalità di intendere le relazioni sbagliate, in cui si frammentano i ruoli maschili e femminili in base a stereotipi che impediscono di raggiungere la piena realizzazione personale.
Si devono creare nuove opportunità per le persone che hanno il diritto di sviluppare le loro aspirazioni senza vincoli a stereotipi di genere per contrastare il substrato culturale che alimenta la violenza.
I servizi del Centro Svolta Donna sono totalmente gratuiti e quello che si trova all'interno è uno spazio di ascolto senza giudizio.
Il numero verde per informazioni e richieste è 800 093 900.
Sara Granero con altre colleghe food artists, fondano Cucina Wow, un laboratorio creativo che trasforma il cibo in opere d'arte.
Il loro cibo è buono, bello ed etico, l'obiettivo è trasmettere la cultura e l'amore per il cibo, divertendosi e giocando senza sprechi, tutto quello che viene prodotto, per eventi e laboratori, viene poi mangiato e anche gli scarti vengono trasformati e riutilizzati.
Cucina Wow si occupa sia di creazioni per eventi o brand, ma anche di laboratori e corsi di cucina per adulti e bambini.
Sara è logopedista e dopo il suo quarto figlio decide di rallentare e dedicarsi alla famiglia, la cucina creativa arriva quando sente il bisogno di trasformare una necessità e una passione in lavoro. Grazie al suo background, sa quanto la cucina sia un mezzo per formare ed educare, la manipolazione del cibo può diventare esperienza, divertimento e uso di tutti e 5 i sensi, la sperimentazione porta all'assaggio.
Attraverso la creazione di cibo si trasmettono concetti multidiscliplinari, si parla di storia, di geografia e si fa educazione alimentare, il laboratorio diventa un momento di aggregazione, anche tra genitori e bambini.
Francesco (co-amministratore delegato), Elisa (responsabile comunicazione), Roberto (responsabile magazzino e della logistica interna) e Stefania (responsabile comunicazione e marketing) ci raccontano Nova Siria, azienda che opera nel settore metalmeccanico dal 1932, a conduzione famigliare da allora ma che conta ad oggi 80 dipendenti.
Nova Siria è un'azienda che si potrebbe definire all'avanguardia nel contesto italiano per la cura e la valorizzazione del fattore umano, Francesco parla dei suoi dipendenti come dei sarti che producono su misura, perciò le persone e le loro competenze sono essenziali, cresciuto nell'azienda aperta dai nonni, gli hanno trasmesso il valore della famiglia e l'attenzione ai bisogni dei dipendenti.
"Investire nelle persone, poi ti torna indietro, ripaga sempre."
Nova Siria ha un'età media dei lavoratori di 39 anni, è un'azienda che ha deciso di puntare sui giovani e di creare un'organigramma sempre più trasversale attraverso la formazione continua, la delega delle responsabilità, la valorizzazione dei talenti e delle capacità individuali. A Nova Siria hanno capito come sapersi trattenere le persone, e i talenti, sapendo quanto ormai sia l'importante coniugare vita e lavoro, la ricetta è un perfetto mix tra disciplina e concessioni, passando attraverso percorsi di formazione per far crescere i dipendenti.
Tante sono le iniziative che portano avanti oltre alla produzione giornaliera, attraverso la creazione di un giornalino aziendale, mensilmente raccontano qualche curiosità sui dipendenti, valorizzando chi per esempio ha avuto un'idea innovativa che migliora il lavoro in azienda, oppure essendo un'ambiente lavorativo multietnico, si condividono curiosità su tradizioni e cucine etniche di tutto il mondo. Un modo per allargare la famiglia, imparando a conoscersi anche se non si lavora fianco a fianco.
E' stato creato anche uno sportello di ascolto per i dipendenti, perché una persona che sta meglio come singolo, poi sta meglio inserito in un gruppo. Sono stati offerti corsi di italiano gratuiti per dipendenti di diversa nazionalità, come strumento di welfare e di inclusione sociale.
Possiamo tranquillamente definire Nova Siria come un bozzetto ben riuscito, di come potrebbe funzionare il mondo se si prestasse cura e attenzione alle persone, una vera eccellenza del territorio Pinerolese e Italiano.
Chiara è assistente sociale presso il CISS di Pinerolo, un lavoro che è poco conosciuto e molto spesso legato a narrazioni distorte, in realtà lei ci racconta quanto sia un mestiere legato all'empatia, un lavoro che molto spesso ti porti a casa e a cui dai priorità, mettendolo davanti a famiglia e interessi personali.
L'assistente sociale si occupa della creazione di progetti di co-costruzione, di gestione di interventi a sostegno del nucleo familiare, è una figura di aiuto e crescita, che promuove l'autonomia delle persone prese in carico.
I servizi sociali per Chiara sono come una missione.
Un progetto che sta portando avanti è quello legato al Campus Osta, campo in cui vivono persone di etnia Sintu, il Campus mira alla realizzazione di progetti individualizzati per giovani e adulti, progetti di supporto alla socializzazione, al favorire l'inclusione scolastica e allo sviluppo di autonomia e indipendenza delle persone che vivono nel campo, sono progetti di politiche attive di inclusione.
Carlo ha 80 anni, nella sua vita a fatto il dirigente d'azienda e l'imprenditore, circa 4-5 anni conosce Sergio Rosso, presidente e fondatore della rete Asili Notturni di Torino, insieme iniziano ad immaginarsi come sviluppare lo stesso progetto sul territorio Pinerolese, però costruito in base alle esigenze di una cittadina diversa da Torino e che già ospitava e ospita tanti progetti di sostegno sociale, nasce così uno studio dentistico per le fasce più fragili, l'Asilo Notturno di Pinerolo offre quindi le sue prestazioni a chi ha bisogno di cure odontoiatriche che il Sistema sanitario nazionale non copre.
L'obiettivo è fornire cure dentistiche gratuite a tutti quei pazienti che non si possono permettere di andare dal dentista e grazie al lavoro di rete sul territorio, si sviluppano collaborazioni con altre realtà e associazioni per diffondere l'iniziativa tra chi ne può aver bisogno, particolare cura viene messa nell'aiutare famiglie numerose e bambini.
Il loro è un welfare di comunità, perché dalla salute della bocca passa sia il benessere psicologico che quello fisico delle persone, il male ai denti può compromettere digestione, cuore, circolazione, e molto altro.
"Il coraggio delle idee e la costanza nelle azioni sono il nostro modo per contribuire a cambiare il mondo. Questo semplice principio è stato il fondamento sul quale si è sviluppato il processo per la realizzazione dell'ambulatorio dentistico di Pinerolo. [...] Salvaguardare la dignità di coloro che si rivolgono agli asili notturni in cerca di sostegno è sempre stato per noi prioritario e in tal senso, i recenti progetti portati avanti dalla nostra associazione, oltre alla loro fattività e concretezza, sono davvero funzionali per una fetta di umanità fortemente fragile o marginalizzata, e solitamente ignorata dai più. Grazie alla nostra equipe di volontari professionisti, possiamo sentirci dei veri innovatori accoglienti del cosiddetto welfare no profit."
Sergio Rosso, Presidente Asili Notturni Torino
Longboard Crew Italia, nasce da un gruppo di appassionati di skateboard, con la voglia di trovarsi e praticare insieme divertendosi. Non è un caso se il loro motto è "sport, amicizia, divertimento".
Da gruppo Facebook per organizzare le uscite in tavola, si trasformano in associazione per poter partecipare ad eventi e manifestazioni e per poterne organizzare loro stessi. Nasce quindi un'associazione sportiva che oltre a fornire insegnamenti e organizzare eventi in tavola, si occupa di progetti sociali anche nelle scuole.
Lo sport, la tavola e il gruppo, diventano il mezzo attraverso cui generare inclusione sociale, creare senso di appartenenza e sviluppare cittadinanza attiva. L'obiettivo è valorizzare l'unicità, facendo delle diversità un punto di forza da apprezzare e sviluppare.
Ad oggi, i progetti portati avanti da Longboard Crew Italia sono progetti di diffusione della pratica sportiva nelle scuole e per le strade, lotta alla dispersione giovanile, educazione civica e partecipazione sociale, sviluppo di capacità e autofomazione di competenze attraverso lo sport e il lavoro di squadra.
Sono tanti i progetti di insegnamento gratuiti e accessibili a tutti, finanziati anche grazie ai corsi e ai laboratori a disposizione per ogni livello ed età.
Romeo ha un sogno, vuole diventare un attore. Gli piacerebbe diventare il protagonista di un film d’azione, anche se predilige il genere horror alla Dario Argento. Non ha avuto una vita molto semplice, ma ora vive con 4 persone in un appartamento gestito dalla Cooperativa Biosfera, tra cui Enza, che è diventata la sua compagna. Insieme vanno al mare, nuotano e condividono molti interessi, tranne il ballo, perché Romeo non ama ballare. Pare abbia anche una bella voce, ma non ama esibirsi.
Lorenzo è un ragazzo di 21 anni, con la passione per il rap e la trap. Ha un produttore e un team che lo seguono nel suo progetto musicale, che comincia a dare i primi risultati. Vive in un alloggio gestito dalla Cooperativa Biosfera, con altre 4 persone, con le quali va d’accordo, anche se con alti e bassi. Ha conseguito un diploma di perito aziendale e ha frequentato un corso prelavorativo ad Avigliana per diventare un magazziniere e sta studiando per ottenere la patente per poter finalmente cercare un lavoro. È un ragazzo un po’ solitario che ama trascorrere il tempo libero, dopo aver svolto i suoi turni di lavoro in casa, ascoltando la musica, componendo e giocando alla Play Station. Ama il calcio, infatti da ragazzino ha giocato in alcune squadre, ma per via del covid, ha dovuto interrompere l’attività fisica che vorrebbe riprendere per rimettersi in forma e trovare una nuova squadra.
Vincenza vive da un anno in un appartamento gestito dalla Cooperativa Biosfera, con altre 4 persone. Nonostante la sua non sia stata una vita facile, Enza, come preferisce farsi chiamare, è una donna con una vitalità invidiabile. È molto brava nei lavori domestici, che le piacciono molto. Quando si organizzano attività di gruppo non si tira indietro e collabora con tutti volentieri. Coltiva la passione per le gite nei dintorni della città, ma anche viaggi in Italia. Ha visto Venezia e quando può va al mare con Romeo, il compagno conosciuto nella casa. Cucina, ama il cinema, sa ballare la tarantella ed il tango argentino e le piace passeggiare per il centro e guardare le vetrine di abiti nei giorni feriali, quando c’è poca gente.
Marissa è originaria di Lima, con il marito ed i figli si è trasferita a Torino da pochi mesi, congiungendosi al resto della sua famiglia, che vive qui da più tempo. È psicologa e in Perù ha lavorato presso il ministero della pubblica istruzione, nella selezione del personale addetto alla scuola. Ha anche svolto attività di supporto psicologico per bambini con disabilità e prima della laurea ha conseguito un diploma in amministrazione, che le ha permesso di lavorare, nell’ambito del ricevimento clienti e contabilità. Ha due bambini e sta cercando di organizzare la sua nuova vita in Italia. Le piacerebbe vedere riconosciuto il titolo di studio conseguito in Perù e ricominciare a lavorare, riuscendo ad affidare i suoi figli in mani sicure ed esperte, durante la sua assenza. Ama leggere romanzi impegnativi, vedere film con suo marito e soprattutto occuparsi dell’educazione dei suoi bambini. In particolare in Perù accompagnava la sua bimba più grande a vedere musei, assistere a rappresentazioni teatrali, perché’ pur avendo solo nove anni, è una giovane artista che ha girato pubblicità ed è stata protagonista di un film ambientato nella foresta peruviana. Il sogno di Marissa, oltre a contribuire a mantenere la sua famiglia, sarebbe quello che la figlia continuasse la sua carriera e potesse riprendere la sua formazione, frequentando corsi di ballo e recitazione, che però hanno dei costi elevati. Marissa è anche un’abile cuoca specializzata in cucina peruviana, ma sta imparando anche a cucinare piatti italiani.
Gabriele, masso erratico di Cumiana 15 - patto di comunità stipulato tra diverse realtà e associazioni - ci racconta BloomingTeam "il team che fa fiorire le idee" che si occupa di smart city e smart community, dal punto di vista sia tecnologico che sociologico.
Il loro obiettivo è di trasformare questo luogo in un think tank, in cui iniziare a pensare come trasformare i luoghi, far incontrare le buone idee e le buone pratiche per farne nascere di nuove, un cantiere da cui prendono vita "fioriscono" nuovi mondi immaginati, che siano per tutti e raccontino bellezza.
Ideificio Torinese vuole rispondere con l'associazionismo ai diversi bisogni dei giovani, in Cumiana 15, si occupa non solo della gestione di un'aula studio, ma diventa anche incubatrice di idee sociali, attraverso l'ascolto e la comprensione dei bisogni, cercano di dare risposte alle esigenze del territorio.
Attraverso un Patto di coprogettazione per la gestione dello spazio di via Cumiana 15, Ideificio Torinese e altre associazioni iniziano il percorso di cogestione del bene comune, ex sede di uffici Lancia.
In questo luogo d'incontro che a loro piace definire "piazza coperta", "laboratorio", "officina interattiva", viene sperimentata la gestione comune di uno spazio pubblico e aperto a tutti, che essendo modulabile, si presta a numerosi utilizzi e funzionalità.
Ideificio Torinese è uno spazio associativo che abbraccia temi a 360°, incubatore di idee e sviluppatore conoscenze, raccoglie proposte singole o iniziative collettive e aiuta a costruirne una forme sviluppando alleanze e progettualità comuni.
Elisa fa parte dell'Associazione popolare Via di Nanni, da quando si è trasferta nel quartiere, ormai da qualche anno.
Come lei ci racconta, l'associazione è un comitato spontaneo di cittadini e residenti del quartiere che lavorano per la promozione sociale, l'animazione, l'integrazione e la cura del territorio in cui vivono, in particolare nato con l'obiettivo di tutelare l'area pedonale di Via di Nanni.
L'idea è promuovere azioni di sviluppo di comunità e l'integrazione nel quartiere, attraverso momenti di aggregazione sociale come le feste di via, il guerrilla gardening, la pulizia e cura degli spazi comuni.
Michele ha 22 anni, ha frequentato l’istituto alberghiero e ha ottenuto la qualifica. Attualmente è alla ricerca di un impiego. Ha lavorato nel settore della ristorazione, in macelleria per la preparazione dei tagli e le consegne a domicilio, in gastronomia e come badante per persone anziane. Ama il contatto con il pubblico e vorrebbe lavorare presso un fast food. Ha una grande passione per il mondo dello spettacolo, in particolare per il teatro: recita e vorrebbe coltivare la sua abilità come truccatore, seguendo corsi di specializzazione, che hanno però dei costi troppo elevati. I suoi progetti futuri comprendono oltre la patente e una casa sua, la possibilità di fare viaggi che gli permettano di imparare le lingue e conoscere quanti più luoghi possibili. Se dovesse scegliere tra un film ed il libro da cui è tratto, sicuramente sceglie quest’ultimo, poiché gli offre la possibilità di immaginare i personaggi e immergersi nelle situazioni. La lettura dei romanzi di Stephen King occupa parte del suo tempo libero. Ascolta moltissima musica, è un grande fan di Lady Gaga, che rappresenta per lui una fonte di ispirazione. Non disdegna però l’ascolto di musica italiana, in particolare di Emma Marrone e Tiziano Ferro.
Cristina vive nel quartiere Madonna di Campagna da molto tempo con il figlio di 22 anni. I suoi genitori, di origine siciliana, sono emigrati in Canada e hanno poi fatto ritorno a Torino, dove lei è nata. Da molti anni lavora part time per un’azienda che fornisce i pasti alle scuole. Si occupa della distribuzione del pranzo ai bambini e quando riesce chiacchera e cerca di dare loro una mano a consumare le pietanze. Le piace molto ciò che fa, ma per arricchire le sue competenze, vorrebbe frequentare un corso per Operatrice Socio Sanitaria, teme però che i costi e la mancanza di tempo le impediscano di frequentare. Ama leggere romanzi, anche se lamenta la mancanza di una biblioteca in zona, che le permetta di prendere i libri in prestito senza doverli acquistare, perché’ il suo stipendio non le permette spese “superflue”. Le piace il mare e ascolta musica, quella italiana però.
Andrea ama molto il lavoro che fa: è un cameriere e sta svolgendo il suo tirocinio dopo il diploma conseguito all’istituto per il turismo. Si impegna perché’ vuole continuare a migliorare ed imparare quanto più possibile. Vive fuori Torino con la mamma e ama prendere i mezzi pubblici per spostarsi in città. È un abile nuotatore, pratica tutti gli stili e quest’anno ha partecipato alla XXVII edizione dei Giochi Nazionali Estivi Special Olympics, tenuti a Torino, raggiungendo un ottimo piazzamento. Oltre al nuoto, ama ballare danze di gruppo e ascolta musica popolare perché gli dà allegria. Gli piace molto passeggiare nei boschi e tagliare la legna nella casa di montagna della nonna.
Raffaella, Cecilia, Simone e Cristian sono il cuore pulsante della nuova Gastronomia Veg. Nuova, anche se esiste da più di 20 anni, perché ora si è ingrandito non solo lo spazio ma anche il team di lavoro.
Il team di Gastronomia Veg è variegato e composito, ognuno di loro porta dentro al gruppo capacità ed esperienze che arricchiscono, la gastronomia nasce da un'idea di Raffaella, che l'ha portata avanti per tutti questi anni, poi con la lungimiranza e l'entusiasmo di chi sa fare rete davvero, la famiglia si è allargata e in questa intervista ci raccontano che cosa fanno e che cosa continueranno a fare per i prossimi (glielo auguriamo) 20 anni.
Non solo gastronomia e servizio d'asporto, ma anche ristorazione, con ampio spazio interno e un bellissimo dehor su Via Dante Di Nanni, e catering per grandi eventi.
Florian ha quasi 16 anni viene dall’ Albania, è arrivato in Italia nel settembre 2021.
L’Italia gli piace molto, si trova bene in Piemonte e nella Comunità il Galletto di Felizzano. In Albania abitava in un piccolo paese vicino alla capitale, Tirana. La sua è una zona povera dove mancava il lavoro, l’economia è basata sull’agricoltura, in particolare sulla coltivazione delle verdure anche i lavori sono spesso non in regola e sottopagati. La sua famiglia è composta da madre e due fratelli più grandi che lavorano in agricoltura. La decisione di cambiare Stato è stata condivisa a malincuore con la madre, preoccupata che potesse avere un futuro migliore.
In Albania Florian ha frequentato solo la scuola dell’obbligo, per guadagnare qualche soldo dall’età di 12 ani è andato in un paese vicino a fare l’aiuto barbiere, un lavoro duro per il viaggio in autobus che doveva affrontare e perché a volte la paga bastava solo a pagarsi il biglietto del bus. Nonostante questo, ha imparato molte cose e grazie a questa esperienza ora ha le idee chiare e vorrebbe fare il parrucchiere.
Da quando è arrivato in Italia ha frequentato il CPIA arrivando al livello A2 di italiano e un corso annuale di FP legato alle vendite. Adesso Florian, che ha imparato molto bene l’italiano in poco tempo, vorrebbe frequentare un corso per diventare parrucchiere, un lavoro che gli piace molto e che ha visto fare sia nel suo paese che in Italia. In Italia ha avuto modo di fare piccoli lavoretti come il giardiniere e aiutare in Comunità in cucina e a fare le pulizie.
Gli piacerebbe prima o poi riuscire a risparmiare ed avere la possibilità di aprire un negozio tutto suo, essendo molto giovane spera di riuscire a farcela dopo aver fatto esperienza lavorando presso altri parrucchieri, da donna e da uomo.
Jacopo ha 22 anni e le idee molto chiare. Dopo aver frequentato un corso triennale di FP sala bar e un anno di specializzazione ha colto l’occasione di fare esperienza in stage in Italia e all’estero e dopo essersi fatto una solida base lavorando presso ristoranti bar e come panettiere, due anni fa decide di aprire con mamma e fidanzata Sorsi e Morsi nella sua Felizzano.
Il locale è aperto già dalle 5 di mattina per le colazioni, per seguire con gli aperitivi e l’attività di ristorante soprattutto per persone di passaggio e lavoratori della zona che arrivano nella pausa pranzo, la chiusura è verso le 19.00.
La sua posizione in una via di passaggio fra Asti ed Alessandria porta il locale ad avere clienti per lo più in cerca di un pranzo veloce e soprattutto a kilometro zero, dove le materie prime sono semplici, legate alla tradizione locale e con fornitori del paese.
L’attenzione di Jacopo è molto sul cliente, che cerca la qualità, ma anche la relazione umana. Per ora non ha ancora avuto modo di ospitare ragazzi in stage ma gli piacerebbe, cercando di essere un buon maestro.
Asd Kombat System nasce a Felizzano nel 2015 dall’idea di Claudia e Romeo di essere punto di aggregazione sociale e sportiva per il paese in cui vivono, Felizzano.
L’idea alla base è fornire un servizio fruibile da tutti, soprattutto per quei ragazzi che non avrebbero la possibilità di spostarsi per fare sport, ed essere alternativa agli sport più comuni come il calcio.
La palestra è aperta dal mattino alla sera dando l’opportunità di scegliere l’orario migliore e trovare sempre un ambiente accogliente e familiare sia nel settore marziale sia in quello fitness del sollevamento pesi e del body building.
Altra attività proposta sono corsi di difesa personale che curano da un punto di vista non solo tecnico fisico ma anche da un punto di vista psicologico comportamentale e che sono frequentati da persone di tutte le età.
Caratteristica dei due istruttori è restare sempre aggiornati sulle evoluzioni più recenti delle discipline grazie al costante confronto con colleghi esteri.
Il loro approccio personalizzato ha portato anche un riscontro positivo nei casi di ragazzi iperattivi e nel loro obiettivi vorrebbero essere riconosciuti sempre più come polo innovativo rispetto alle arti marziali, al fitness, all’attività di palestra, in modo che ogni persona che entra possa trovare il modo di divertirsi.
Rakip ha 17 anni, è arrivato in Italia da 1 anno da Vlona una grande città dell’Albania.
Nel suo paese Rakip ha frequentato la scuola dell’obbligo e come molti suoi coetanei giocava a calcio e a basket.
Nella sua famiglia di origine il fratello maggiore fa il cameriere e anche per questo una volta arrivato in Italia oltre a imparare l’italiano in un corso A2 presso Cpia di Alessandria si è iscritto al 1° anno di un corso di formazione triennale per diventare cuoco.
Nel suo futuro vede questa come una professione possibile perché gli piace cucinare e vorrebbe proseguire a formarsi e avere la possibilità di imparare sul campo in un tirocinio.
Attualmente si trova presso la Comunità Il Galletto di Felizzano, in futuro gli piacerebbe spostarsi in una città grande come Genova o Torino.
Rayen è un ragazzo tunisino di 17 anni. È arrivato in Italia nel settembre 2021, dopo essere restato un mese a Messina è andato in una comunità a Solero, e da qui alla comunità il Galletto di Felizzano.
E’ nato a 30 km da Mahdia, una cittadina turistica sul mare, dove abita ancora la famiglia, che sente molto spesso al telefono, in particolare la sorella di 16 anni e il fratello di 13 che vanno ancora a scuola e sono orgogliosi di quello che lui fa.
In Tunisia ha studiato fino alla seconda liceo, nei weekend ha sempre aiutato il padre nel suo negozio di parrucchiere, attività di famiglia già da suo nonno. Questa è un’attività che sente sua perché l’ha sempre vista svolgere come una cosa normale.
In Italia si trova bene, non conosce bene Felizzano, preferisce prendere il treno e andare ad Alessandria e Tortona, dove si è fatto degli amici fra i suoi connazionali e anche qualche ragazzo italiano.
Fin da piccolo ha come hobby il disegno, si reputa una persona creativa.
Quest’anno fa frequentato il Cpia Liv A2, parla bene l’italiano e lo comprende, vuole prendere la Licenza media la patente e poi iscriversi in un corso di formazione professionale per fare l’unico lavoro che pensa di conoscere e che gli piace, il parrucchiere.
Spera di poter lavorare presso qualche parrucchiere esperto e poi riuscire ad aprire un negozio tutto suo, da uomo e da donna.
La titolare Franca ci racconta l’evoluzione dell’impresa di famiglia, Artepane rilevata da lei e il marito Antonio nel 1994 da un’attività di panetteria chiusa ormai da tre anni.
All’inizio si è dovuto farsi conoscere, quasi con un’attività di porta a porta che ha dato i suoi frutti iniziando a rifornire anche rivenditori di Alessandria e poi della provincia intera. Dai primi due supermercati clienti ora sono più di 50 i punti riforniti quotidianamente.
Nella sua crescita Artepane si è da subito configurata come un’impresa familiare; infatti, delle 13 persone impiegate attualmente in mansioni produttive di trasporto fanno parte anche la sorella di Franca, i due figli e il nipote, il sogno dei titolari è che i figli siano sempre più coinvolti e possano prendere le redini dell’attività.
La loro attività è prevalentemente basata sulla produzione di pane, grissini e prodotti innovativi che Antonio, anima creativa della produzione studia costantemente. A fianco della produzione salata hanno una produzione di prodotti da forno dolci e per poter far fronte alle diverse lavorazioni recentemente hanno ingrandito l’area produttiva in una nuova sede.
Trovare personale giovane disponibile in questo settore non è così facile, in quanto è un lavoro che richiede disponibilità ad orari notturni e a lavorare nei festivi. Per iniziare è utile aver frequentato un corso della scuola alberghiera o specifico di arte bianca come a suo tempo ha frequentato il titolare Antonio. Non è comunque obbligatorio, si può imparare anche appassionandosi al lavoro, con tanta gavetta e disponibilità.
Franca dice di avere sacrificato tanto a questa impresa ma di aver anche già realizzato tanti sogni, nel futuro vorrebbe affiancare alla panetteria in paese anche un’ attività commerciale in cui oltre alla vendita si possano servire colazioni e pranzi veloci.
Manuel è un ragazzo di 23 anni ed è di origine sarde. Da qualche anno vive a Torino con la sorella, il marito e 2 nipoti. Dopo aver abbandonato la scuola superiore per perito agrario, ha lavorato nell’azienda agricola di famiglia, poi la decisione di trasferirsi a Torino, per provare una nuova vita. Grazie all’associazione Insuperabili, di Corso Unione Sovietica, ha trovato degli amici. Ha seguito corsi di formazione presso l’Enaip e ora svolge il suo stage presso le Fonderie Ozanam di via Foligno 14. Lavora in cucina come lavapiatti, aiuto cuoco e si occupa delle pulizie dei locali. È molto contento del suo lavoro e quando torna a casa, si rende utile nelle pulizie o gioca con i nipotini. Se dovesse scegliere un’altra attività, farebbe il magazziniere.
Manuel è una persona molto gentile, educata e disponibile. Ama viaggiare ed è un appassionato di calcio, sia come spettatore, tifa per l’Inter, che da giocatore, con la squadra degli Insuperabili. Ha un sogno, gli piacerebbe fare lo stuart sugli aeri. Il suo futuro lo vede in una casa tutta sua, indipendente economicamente e da soprattutto da solo, perché’ vuole seguire le partite di calcio indisturbato.
Schadia è una giovane donna, molto energica e piena di iniziative; ama l’arte, la didattica e soprattutto le piacerebbe operare nell’ambito del sociale. Ha conseguito un diploma in tecnico del turismo, ad indirizzo sociale; un diploma universitario presso l’Accademia di Belle Arti a Torino, con una tesi sull’arte terapia, perché’ crede nel valore terapeutico dell’arte, in connubio con la natura. Il bello fa sentire bene, dice. Dipinge, si occupa di grafica e ha esposto alcune sue opere nel comune di Sant’Antonino di Susa e in alcuni locali pubblici. Al Caffè Basaglia, ha tenuto corsi di pittura e ha esposto alcune opere sulla psichiatria dell’arte. Si è occupata di laboratori artistici e attualmente si occupa di orti, altra grande passione, nello spazio WoW e al Parco Tonolli. In particolare degli orti in cassone, che hanno finalità educative e rigenerative per la cittadinanza. Ha partecipato a progetti per la preparazione e la distribuzione dei pacchi alimentari durante la pandemia. Le piacerebbe diventare educatrice. Attualmente sta seguendo un corso di apicoltura. Ha seguito anche un corso di teatro e le piacerebbe poter recitare e frequentare i teatri
Ama viaggiare, legge saggi di psicologia, critica d’arte, geopolitica. Ama anche i romanzi psicologici. Ascolta la musica trash, ma in realtà le piace tutta la musica, soprattutto quella che mette carica. Le piacerebbe lavorare in una casa di quartiere e partecipare a progetti di sfondo sociale.
Felizzano è un paese di 2200 abitanti situato al nord ovest della provincia di Alessandria, ma anche vicino ad Asti per questo i suoi abitanti si spostano a lavorare in entrambe queste città.
Felizzano ha avuto un passato industriale nel campo automotive ormai definitivamente finito, ma che fra gli anni ‘60 e ‘90 dava lavoro a 2000 persone, è stata la molla che ha fatto crescere il paese, ora alla ricerca di un’identità economica che in questo momento è rappresentata da un tessuto commerciale e artigianale vivace.
A Felizzano l’immigrazione ha vissuto più fasi, dalla prima degli anni 90 prevalentemente albanese, si sono poi aggiunte una comunità senegalese e marocchina, fra loro ci sono commercianti ed artigiani e le persone si sono sempre ben integrate.
Luca è un sindaco al secondo mandato nonostante la giovane età, è molto vicino agli abitanti con cui è in contatto costante anche grazie ai social ed ha come obiettivo far diventare il paese attrattivo per i giovani e le imprese, migliorando i servizi e mantenendo un occhio di riguardo alle iniziative culturali e legate ai giovani sia con manifestazioni tradizionali (festa della leva) sia con nuovi momenti in cui la comunità si possa aggregare grazie all’associazionismo.
La presenza della comunità Il Galletto di minori stranieri non accompagnati potrebbe essere inserita maggiormente, la difficoltà consiste nel fatto che i ragazzi restano poco tempo, non hanno il tempo di vivere Felizzano, sarebbe bello poterli legare al territorio con opportunità lavorative.
Valentina è originaria della provincia di Cuneo, laureata in antropologia vive a Torino da ormai 11 anni, città che le sta particolarmente a cuore ma vissuta sempre con sentimenti contrastanti, come lei stessa ci racconta. Sempre alla ricerca di nuove esperienze qualche anno fa Valentina ha deciso di cambiare vita per inseguire il suo sentire, un "salto" alla rincorsa di ciò che la rappresentava veramente...sicuramente non stazionario. Una delle sue grandi passioni è la poesia che ritiene vita e fonte di energia, specchio del suo modo di vivere.
Per Valentina scrivere e vivere sono una cosa sola e la ricerca di questa pura fonte di vita è sempre al suo ordine del giorno.
Shamim ha 17 anni e viene dal Bangladesh, esattamente da Munshiganj nel distretto di Dhaka.
Nel suo paese ha lasciato il papa, agricoltore, la mamma casalinga due sorelle più grandi e due fratelli uno maggiore e uno minore. In Bangladesh ha frequentato solo la scuola elementare (4 anni Primary school) poi è andato da subito a lavorare nelle coltivazioni di riso per problemi economici negli ultimi periodi il problema delle inondazioni ha reso la vita molto difficile.
Nell’aprile del 2021 è partito dal suo paese muovendosi con dei passaggi anche di fortuna, è passato dalla Libia e di li via mare è arrivato a Lampedusa. Successivamente è stato inserito nella comunità MSNA il Galletto di Felizzano.
Shamin, che parla bengalese un po' di urdu ed inglese, sta frequentando presso il CPIA di Alessandria un corso livello A2 per migliorare il suo attuale livello di italiano, per il prossimo anno pensa di iscriversi anche alla Licenza media.
Vorrebbe poter prendere non solo la patente ma anche il patentino del muletto, per lavorare come scaffalista nel frattempo è in cerca di lavori semplici, di pulizia o cura aree verdi all’aperto o in fabbrica, in modo da poter imparare meglio la lingua che per una persona in arrivo dal suo paese è complicato.
Nel tempo libero esce con gli amici, per ora limitati alle persone che ha conosciuto in comunità e al CPIA, gli piacerebbe iscriversi in palestra e anche per fare nuove amicizie con ragazzi italiani della sua età.
Il suo sogno è poter mettere da parte un po' di denaro per avviare un’impresa tutta sua nel commercio, un emporio dove vendere vari tipi di merce anche abbigliamento, in questo il carattere aperto e gentile può essere un valore aggiunto. Chiacchierando con lui, nonostante la difficoltà linguistica si percepisce un’attitudine al vedere il lato positivo della vita, anche nelle difficoltà.
Gli piacerebbe rimanere in una città non troppo grande, magari proprio Felizzano o una città nelle vicinanze ad Alessandria o Asti
Francesca ha 22 anni e da più di due anni fa la volontaria presso la Croce Verde di Felizzano.
Per diventare volontaria ha fatto un corso di 9 mesi, 3 di lezioni teorico- pratiche e 6 di tirocinio.
Attualmente nella Croce Verde di Felizzano ci sono 90 volontari di cui 30 attivi, la loro età va dai 17-18 ai 65-70, in più dal 2018 sono stati assunti 7 dipendenti.
Felizzano si trova in mezzo a due province, capita quindi di essere chiamati non solo dalle vicinanze del paese ma di arrivare fino ad asti ed Alessandria.
L’attività si divide fra servizi ordinari, accompagnamenti a visite ed esami per persone impossibilitate a recarvici con i propri mezzi e chiamate di attivazione soccorso del 118, le urgenze. Tra le altre attività la croce verde organizza dei seminari sul primo soccorso su richiesta delle scuole per sensibilizzare i ragazzi sull’importanza del primo soccorso, inoltre fa assistenza in occasione di feste, sagre, eventi sportivi e musicali. In questi casi non è solo lavoro ma anche divertimento e svago, perché si passa del tempo con altre persone con cui si è affiatati.
Francesca che, come professione, fa l’assistente domiciliare si vede a lungo in questo ruolo di volontaria, una vera e propria passione iniziata con il corso 118, in futuro si vede sempre aggiornata, convinta nel frequentare corsi per migliorarsi.
A un ragazzo che vuole intraprendere questo percorso dice che i corsi sono importanti, ma poi la vera sicurezza te la fornisce la pratica ogni situazione è diversa dalle altre. bisogna prendere con serietà l’impegno preso, anche quando magari la persona che sta male non è facile da trattare. La parte relazionale è fondamentale ed è anche quella che da più soddisfazioni.
Il 30 Novembre 2012 nasce,da un’intuizione di Rocco Pinto e unitamente ai suoi soci, la libreria Il Ponte sulla Dora, di cui ricorrono a fine mese i nove anni della sua attività.
Possiamo senz’altro affermare che il vissuto di Rocco si è contraddistinto da un amore viscerale nei confronti della cultura e in particolare del libro infatti la sua esperienza sin da giovane è maturata prima in una libreria universitaria, poi nel gruppo Abele per poi confluire nell’attuale libreria.
Per determinare l’attuale denominazione di questo spazio culturale, Rocco e i suoi soci hanno svolto una puntigliosa ricerca, coinvolgendo tramite la rete gli abitanti del borgo ed i futuri lettori al fine di trovare un nome, il più possibile condiviso, per la libreria.
Da un'attenta esamina è venuto fuori che il prescelto era “Il Ponte sulla Dora”.
Muovendosi tra le strade del borgo e frequentando i locali, Rocco ha potuto verificare la vivacità del posto che all’epoca presentava al centro della piazzetta una vasca, ora non più presente, sulla quale si alternavano in volo aironi e gabbiani.
L’inizio dell’attività è stata caratterizzata da un attento censimento tramite interviste dei principali attori del borgo che vanno dalla panettiera Concetta di Cerignola, al pasticcere Raspino, ai maestri cioccolatai Perla e Gobino sino al ferramenta Carcano.
Questo ha permesso di avere una dettagliata mappa delle principali attività del luogo.
Il recente periodo di lockdown ha visto la chiusura per alcuni mesi della libreria.
E’ nata così una nuova iniziativa che ha coinvolto gli abitanti del borgo invitandoli a scrivere la propria storia. Si sono così create un insieme di racconti di famiglia perfettamente integrati tra di loro che hanno permesso grazie anche all’editore Graphot la nascita di un libro, Borgo Rossini Stories. Sull’onda di questa esperienza si stanno predisponendo nuove edizioni che riguardano i principali borghi della città come Porta Palazzo, Santa Rita, Barriera di Milano.
Il borgo per Rocco è unico, sia nel bene che nelle cose meno positive. Tutta la sua attività si può riassumere nella scritta che si trova all’ingresso e che recita :
“Libri lettori e idee in movimento”.
Giuseppe Mastruzzo è il direttore del IUC - International University College di Torino. Prima di entrare in IUC, dal 2003 al 2007 è stato Responsabile Studi e Ricerche di Confservizi Lazio, l'Associazione delle utilities e dei servizi pubblici di Roma. Il campus si sta trasferendo in Aurora in via Cigna nella sede della Fondazione di Giulio Einaudi. Qui nascerà il primo nucleo del nuovo campus universitario popolare destinato ad accogliere le attività didattiche e scientifiche dell’International University College of Turin, i quindicimila volumi della biblioteca personale dell'editore Giulio Einaudi, parte delle iniziative culturali e ricreative del Caffè Basaglia, storico centro di animazione sociale della comunità che vive nei pressi della Dora.
Silvano è una persona che non nasconde la propria precarietà attuale, gli manca di un lavoro stabile e non nega il disagio avvenuto per la perdita dello stesso, per la separazione dalla moglie, e per l'ingerenza della famiglia d'origine che non lo ha supportato e creduto, ormai i rapporto è perso. Ha ricostruito la propria esistenza con la famiglia attuale in cui si identifica per valori e capacità.
Eldis ha 17 anni viene dall’Albania, da Lushne, una città vicino al mare, grande circa come la nostra Alessandria. Nel suo paese ha lasciato il papa, muratore, la mamma casalinga e due sorelle già sposate. A Lushne ha frequentato la scuola dell’obbligo per 9 anni e 1 anno di professionale come elettricista. È arrivato in Italia nel 2021 ed è ospite della comunità il Galletto di Felizzano. Da quando è in Italia ha iniziato a frequentare il CPIA di Alessandria, adesso è al livello A2, è un ragazzo curioso e cerca di capire la lingua, quando non capisce chiede e si aiuta con il traduttore del telefonino.
Oltre all’albanese e all’italiano conosce l’inglese imparato a scuola. Gli piacerebbe poter fare un corso idraulico, perché è un lavoro che un po’ conosce, in Albania aiutava lo zio in questo lavoro, vorrebbe fare anche uno stage o un tirocinio
In Italia ha amici albanesi ed italiani, con cui gioca a calcio nel campetto del paese e gli piace uscire.
Felizzano gli piace perché è un paese tranquillo, per vivere si immagina a d Alessandria, un po' più grande dove c’è tutto ma non è caotico.
Cristina è una giovane donna che ha saputo trasformare i sogni in progetti e i progetti in realtà. Vive con una compagna a Argo CV abitazione leggera, dove ha anche la residenza.
Lavora attualmente presso il comune di Pinerolo è anche tirocinante, nonché cittadina e persona con una buona consapevolezza. La sua residenza abitativa prevede la presenza di operatori professionali che l'accompagnano nelle varie fasi del suo percorso.
Ha la passione per la lettura, per lo sport e per il teatro, ultimamente anche per la radio con un progetto in partenza presso COESA cooperativa sociale. Gioca a curling presso il Palaghiaccio di Pinerolo, pratica tiro con l'arco, e non manca mai allo sghembo festival teatro di strada sempre nella città Pinerolese.
La sua versione della città è inclusiva e non discriminante lo accenna nell'intervista, per questo ci tiene che sia alla portata di tutti senza barriere architettoniche e culturali. Non si tira indietro nelle sfide della vita, perciò si reca a lavoro a piedi nonostante lasua diversa abilità. Si è integrata benissimo nell'attuale contesto lavorativo, raccogliendo l'approvazione dei colleghi: i suoi bisogni sono appunto quelli di una città che pur fornendole stimoli e possibilità possa essere più percorribile.
Cristina nella sua vita non ha mai smesso di sognare e non solo è dotata di un carattere grintoso.
Patrizio Righero è il direttore del giornale VITA DIOCESANA PINEROLESE che, da alcuni anni, rappresenta un riferimento insostituibile per il pubblico lettore del bacino Pinerolese. Vita Diocesana nasce oltre dieci anni fa su iniziativa dell’allora vescovo emerito della diocesi di Pinerolo, monsignor Debernardi Piergiorgio con l'obiettivo di mettere in luce e dare respiro a tante belle iniziative culturali, sportive, politiche presenti sul territorio della diocesi di Pinerolo.
Il giornale ha una tiratura di circa quindicimila copie ed è stampato ogni quindici giorni. Il giornale è supportato da una fitta e motivata rete di volontari che si occupano, a vario titolo, di proporre articoli, cercare materiale innovativo e, soprattutto, aiutare nella distribuzione nei vari territori.
Vita Diocesana si propone ai cittadini come un dono di valore che, prova, a mettere in luce soprattutto quelle belle realtà piccole che, diversamente, rischiano di essere dimenticate e accantonate; proprio perché si ispira a valori cristiani, si propone come un interlocutore aperto e universale con tutti, attivando spazi di dialogo e confronto soprattutto con chi ha pensieri e ideali diversi.
Nel tempo, Vita Diocesana, ha offerto spazi di collaborazione a persone che correvano il rischio di essere emarginati e che hanno ritrovato, anche grazie a quel piccolo ma sostanziale impiego, una nuova opportunità di inclusione.
Michela e Linda sono cittadine Aviglianesi da sempre e hanno scelto di dedicarsi al territorio che vivono e amano per poter offrire servizi ai bambini e alle famiglie.
L'Associazione C'era Una Volta realizza attività e laboratori per bambini e ragazzi, i servizi che vengono maggiormente apprezzati dalle famiglie sono il doposcuola del periodo invernale e le settimane di Centro Estivo del periodo estivo. Le famiglie che incontrano hanno vissuti alle spalle molto diversi l'una dall'altra e le richieste di aiuto sono molteplici.
Nel rapporto con le famiglie riuscire ad essere davvero utili e accompagnarle nella comprensione dei servizi porta il sorriso ad operatori e operatrici che si prendono in carico i nuclei familiari a tutto tondo per cercare di dare sempre il migliore supporto alle richieste che arrivano.
I prossimi passi che vorrebbero fare sono costruire sempre più spazi e momenti di incontro e riuscire a strutturare sempre più attività, dal supporto psicologico, all'accoglienza per la fascia d'età sotto i 3 anni.
Roberto lavora da sempre nel mondo della ristorazione e dei locali. Il Bowie caffè, affacciato sul Lungo Dora, è la sua ultima avventura. Un posto per colazioni, pause pranzo e aperitivi, animato da giovani studenti e lavoratori che frequentano la zona. Un luogo di incontro con una bella musica che ti accompagna, in piena sintonia con il quartiere che è vivace e in movimento ma senza la frenesia del centro. Roberto trasmette con passione le sue competenze e la sua esperienza ai suoi dipendenti che nel corso degli anni sono stati molti e hanno aperto bar in tutta Europa.
Enea piace definirsi un grande appassionato attivista civico, legato al mondo delle associazioni particolarmente a quelle della salute mentale.
Amante della scrittura che quasi definisce come un ancora di salvezza, Enea si è specializzato nella scrittura autobiografica, un metodo che vuole lavorare sui ricordi e sull’auto narrazione.
Lo stare insieme è quello che secondo Enea ci porterà fuori dall'egocentrismo dandoci l’opportunità di vedere il mondo con occhi nuovi.
La Dott.ssa De Biasio lavora presso il servizio di medicina legale della città, nel distretto Torino sud, in via Foligno 14. Questo servizio svolge diverse funzioni sul territorio. Rispetto alla prevenzione si occupano delle visite per le pratiche di invalidità civile (leggi 104 e 68), su appuntamento, dopo la richiesta effettuata all’Inps. Si effettuano visite per riconoscimento di maternità anticipata, oltre che quelle legate al rilascio e rinnovo patente, procedure per la cessione del quinto e varie altre certificazioni medico legali. In via Foligno si effettuano anche le visite per il tribunale legate alle adozioni. Per quanto riguarda il riconoscimento dell’invalidità, a questo centro si rivolgono i residenti di zona. Le commissioni per queste pratiche sono composte da un numero di professionisti previsti dalla legge e, contrariamente a quanto si crede, non si tratta di visite, ma di una valutazione circa la documentazione medica specialistica presentata dal richiedente. La commissione esprime il proprio parere che viene inviato all’Inps, il quale prende la decisione definitiva e si occupa anche dell’eventuale revisione della pratica, nel corso degli anni. Molto del lavoro, una volta terminato il servizio al pubblico, si svolge prevalentemente su atti che in base alla legge richiedono solo l’invio di documentazione da parte del paziente.
Francesca abita nel quartiere Madonna di Campagna da più di 30 anni. È madre di tre figli; dopo la nascita del terzo, ha deciso di lasciare il lavoro presso un ente di formazione, per dedicarsi alla cura ed educazione dei suoi ragazzi, che la aiutano moltissimo nelle sue attività. Ora che sono cresciuti Francesca si dedica molto al volontariato, con una particolare predilezione per la cura dei cani. Collabora con associazioni e offre stallo agli animali in attesa di adozione, lei stessa ne ha 6. Cerca con cura le famiglie adottanti e le segue passo dopo passo, dal momento in cui prendono in carico il cane. È sempre a disposizione per dare loro una mano, come ad esempio occuparsi degli animali quando la famiglia non c’è, o si occupa di trovare qualcuno di fiducia all’interno di una vasta rete di conoscenze. Sono nate così tante belle amicizie che la sostengono, comprando ciò che è necessario per il mantenimento e la cura degli animali, che costituiscono un onere considerevole. Nel quartiere la riconoscono come una persona disponibile e degna di fiducia, per questo motivo, soprattutto le persone anziane, si rivolgono a lei per la spesa o lo svolgimento di commissioni. Diplomata come operatrice turistica, ha cominciato a lavorare presso un centro di formazione, con cui ha collaborato per 13 anni, ricoprendo diverse mansioni. Questo lavoro le ha permesso di entrare in contatto con realtà umanamente e socialmente diverse, che hanno contribuito alla sua maturazione personale. È stata anche una volontaria dell’associazione Paideia. Trascorre molto del suo tempo con i figli, con i quali ama viaggiare, soprattutto in Piemonte, vedere mostre, leggere libri ad alta voce.
L’associazione nasce nel 2000 da un progetto di convivenza tra anziani, prevalentemente donne e giovani studenti universitari fuori sede. Nata come costola di un’altra associazione operante sul territorio, Minollo, si è poi staccata per dedicarsi, tra le molte attività, ai progetti intergenerazionali, che rappresentano una novità nel panorama della attività del terzo settore. Il riscontro di questo lavoro è stato eccezionale, ma ancora di più il risvolto che si è venuto a creare, perché l’iniziale relazione di aiuto, si è trasformata in una relazione di affetto, come tra nonni e nipoti.
Il volontariato, ci racconta Ester, non è gratuito, perché porta qualcosa ad ognuno delle persone coinvolte, per cui la definizione che oggi si vuole dare al lavoro svolto dai volontari, è quello di scambio. I ragazzi portano la loro energia, forza fisica, passione, novità, tecnologia, dall’altra parte trovano tradizione, esperienza, memoria, ma soprattutto affetto.
Un altro principio importante è quello della consapevolezza che chiunque è portatore di competenze che, anche se non si vogliono mettere in gioco, devono però poter essere riconosciute. Questo è un aspetto importante, di cui si tiene molto conto, nella progettazione delle attività negli spazi gestiti dall’associazione. In particolare si lascia che siano gli anziani a portare le loro esigenze e desideri e da lì lasciare che siano essi stessi a mettersi in gioco, sia da un punto di vista pratico, ma soprattutto relazionale, perché ciò aiuta a superare le diffidenze e a creare comunità. Gli spazi, per casualità o volontà, sono frequentati da donne e gestiti da volontarie donne e questa rappresenta un’ulteriore caratteristica che rende particolari questi luoghi.
Ester vive fuori Torino e quando non lavora, passeggia in montagna, ama frequentare le persone “serene”, gioca a pallamano, sport che le piace moltissimo, soprattutto per l’ambiente positivo che crea. Ha un cane anziano che adora e con il quale cerca di trascorrere quanto più tempo possibile.
Erika è un’educatrice e coordina le attività educative sul territorio della circoscrizione 5, per l’Associazione Minollo, che nasce nel 1985, ma che dal 2008 ha la propria sede, presso la nave dell’architetto futurista Nicolaj Diulgheroff, in Via Foligno 14 a Torino. L’associazione si avvale della collaborazione di 10 operatori, di 14 ragazzi del servizio civile e di volontari. Le attività sue sono orientate ai giovani e la sede è anche un centro di protagonismo giovanile. Il lavoro si svolge prevalentemente con le scuole del quartiere e della città, attraverso la promozione di interventi di educazione informale, nell’ambito soprattutto, della prevenzione alla dispersione scolastica. Le attività si svolgono sia a scuola che in sede e comprendono il doposcuola, laboratori creativi e artistici; dal 2010 Minollo si occupa anche di Estate Ragazzi, sia in via Foligno che nelle scuole. Con il centro giovanile è in atto da 4 anni, una collaborazione con il Salone del Libro, che ha permesso ai ragazzi di entrare in contatto con realtà dell’editoria anche digitale e con il MUFANT, nell’ambito della fantascienza. Il rapporto che si instaura con le famiglie del quartiere è di grande fiducia. Loro affidano i figli agli educatori, durante l’Estate Ragazzi e continuano a mantenere il rapporto che durante l’anno scolastico. Le attività dell’associazione sono cominciate lavorando con i giovani delle classi minori del CPIA1 (Centri Provinciali per l’Istruzione degli Adulti), che oggi sono per la maggior parte di origine straniera e, sovente, appena giunti in Italia e non accompagnati. Attraverso i progetti in cui vengono coinvolti i ragazzi, come quello della solidarietà alimentare, si riescono a coinvolgere anche le loro famiglie, creando solidi legami. L’associazione crea e mantiene reti e collaborazioni, non solo con le scuole, ma con le realtà della zona come beeozanam, i commercianti ed il mercato di Borg Vittoria, per il recupero del cibo invenduto, le biblioteche. Nel tempo che le rimane, Erika fa la mamma e cerca di coltivare i rapporti con gli amici.
Lorenzo è un giovane residente del quartiere, animato da una grande passione per la recitazione, tanto da farla diventare la sua professione. Sin da bambino si divertiva a ripetere allo sfinimento le battute e recitava le scene dei film e dei cartoni animati che guardava. Un corso di teatro organizzato nel liceo che frequentava, il Giordano Bruno, gli ha permesso di cominciare a studiare recitazione, diventando poi lui stesso docente del medesimo laboratorio, anche se poi la pandemia ha interrotto momentaneamente questo percorso.
Collabora con il Bloom Teatro di Torino e con una compagnia teatrale nel canavese, recitando e conducendo laboratori di recitazione, per adulti e ragazzi. Il teatro ha permesso a Lorenzo di raggiungere una maggiore fiducia e consapevolezza di sé stesso, permettendogli di lavorare su alcune insicurezze. Lo gratifica molto, nella sua attività di insegnante, trasmettere le regole e le nozioni della recitazione, ma soprattutto sapere che il corso ha portato negli allievi, delle trasformazioni personali, se pur minime. Già l’interazione all’interno del gruppo fra persone di età differenti, che si scoprono unite da una comune passione e l’energia che questo genera, rappresentano per lui, motivo di grande soddisfazione.
Lorenzo è laureato in Scienze della Comunicazione all’Università di Torino, con una tesi sulla storia del cinema. Ama i film e la lettura di qualsiasi genere, ma con una predilezione particolare per il fantasy e i fumetti. La sua formazione di attore è avvenuta presso l’accademia Sergio Tofano di Torino, diplomandosi dopo un percorso di tre anni. Ha studiato recitazione, dizione, espressione corporea, danza classica, improvvisazione, elementi di regia teatrale, insieme a tutte le altre discipline curriculari.
La sua esperienza come attore spazia un po’ in tutti i generi, affrontando testi classici, ma anche di drammaturgia contemporanea. Collabora nella scrittura delle sceneggiature, nei riadattamenti per la scena di racconti, romanzi. Lavoro quest’ultimo, che gli permette di rendere ancora più personale la sua interpretazione dei personaggi che porta sul palcoscenico.
La Torre di Aly nasce come un centro ludico e doposcuola, ma in realtà le attività che si svolgono sono molteplici: oltre a supportare i bambini a livello scolastico, Sabrina Noemi, Claudia e gli altri collaboratori del centro, vanno a prendere i bambini all’uscita della scuola, cercano di seguire le famiglie nei rapporti con gli insegnanti, oltre che a livello educativo. Durante i periodi di vacanze o di chiusura della scuola, il centro accoglie i ragazzi organizzando giochi e attività, che gli permettano di socializzare fra di loro e con gli adulti, in un ambiente accogliente, inclusivo, sicuro e, soprattutto, ricco di stimoli. Le età dei bambini e ragazzi che frequentano il centro vanno dalla materna fino alle scuole superiori. Il rapporto di fiducia che si instaura con loro si basa sull’empatia, l’amicizia, ma soprattutto su una continua attenzione alle esigenze specifiche di ognuno di loro. Il centro collabora con psicologi, logopedisti e altre figure professionali, proprio per supportare in maniera completa il loro percorso di crescita.
Durante l’estate il centro estivo copre tutto il periodo delle vacanze, a parte due settimane di ferie, per offrire alle famiglie una copertura completa, a prezzi che sono adeguati alla realtà delle famiglie che vivono nella zona, con orari modulati in base alle loro esigenze. Anche in estate ai ragazzi vengono offerte innumerevoli attività come “Conoscere Torino con un Click”, progetto che li porta in giro per la città, facendo fotografie con i loro telefono, dando così loro l’occasione di conoscere oltre il loro quartiere, la città in cui vivono.
Sabrina che ha da sempre una vocazione all’attività educativa, ha intrapreso un percorso di studi socio pedagogici, prima con il diploma, ora con l’iscrizione all’università. Legge, le piacerebbe viaggiare, ascolta musica, pratica attività fisica. Noemi ha studiato lingue, ha lavorato in azienda e ha viaggiato all’estero. La consapevolezza di voler diventare educatrice l’ha portata a iscriversi all’università e a lavorare direttamente con i ragazzi. Il viaggio è una grande passione, che coltiva anche attraverso il confronto con i bambini stranieri che frequentano il centro. Pratica lo Yoga, disciplina che intende portare nel suo lavoro, con il progetto “Yoga bimbi”, probabilmente già attivo dalla prossima estate.
Il Dott. Fiorenzo Calvo, con un’iniziale vocazione da architetto, studia farmacia grazie all’opera di convincimento di alcuni amici, con cui collaborerà, prima di iniziare a gestire la farmacia di via B. Luini, nel 1986. Il locale è ampio, luminoso e oltre allo spazio medicinali, propone aree dedicate alla cosmesi, all’igiene, trattamenti per il benessere e un’ampia gamma di servizi, tra cui la consegna dei medicinali a domicilio.
Nel corso degli anni, questa attività gli ha permesso di vivere i cambiamenti del quartiere, non sempre positivi purtroppo: negozi storici che hanno chiuso e che sono stati sostituiti da attività che si esauriscono in breve tempo; una maggiore incuria del territorio; la mancanza di relazioni stabili con i negozianti e i residenti, anche questi ultimi meno stanziali. Un tempo si instauravano relazioni di amicizia con i commercianti della zona, che si ritrovavano anche dopo il lavoro per mangiare insieme, fare feste. Si è persa quella dimensione di paese che contraddistingueva il quartiere, con le sue bocciofile ed i luoghi di ritrovo per tutti.
Il lavoro racconta il Dott. Calvo, dà ancora delle soddisfazioni, anche se un po’più sporadiche, proprio per la mancanza di rapporti umani, dettata oltre che dalla fretta, anche da modalità di lavoro che la tecnologia ha modificato profondamente, anche in questo settore. Però, soprattutto con l’emergenza pandemica, la farmacia è diventata un punto di riferimento per avere informazioni e rassicurazioni, rivalutando così il rapporto di fiducia che sta alla base del lavoro di farmacista.
Il Dott. Calvo ama frequentare i musei, va al cinema o a camminare in centro e quando il tempo lo concede, coltiva la sua antica passione per l’architettura, modificando, ristrutturando un antico casolare nell’astigiano. Qui si rilassa, praticando il giardinaggio e frequentando gli amici, nella quiete della campagna.
L’Associazione Don Bosco 2000 nasce l’8 dicembre 1982 per volontà di Don Gianni Moriondo e di un gruppo di giovani animatori dell’oratorio Valsalice, con l’obiettivo di dare supporto a ragazzi soprattutto quelli in situazione di difficoltà.
Dal 2000, grazie ad una donazione da parte della squadra della Juventus, le attività dell’associazione si svolgono in via Foligno, in una sede completamente ristrutturata che comprende: 2 aule studio, uno spazio segreteria e una parte, composta da cucina e stanze, dedicata all’accoglienza di ragazzi migranti. L’accoglienza rappresenta una delle 4 occupazioni di questo gruppo di venti volontari.
Oggi nella struttura vengono ospitati 6 ragazzi che stanno svolgendo, con il supporto dell’associazione, un percorso formativo individuale di studio e lavoro, per rendersi completamente indipendenti.
L’attività di formazione di giovani animatori, per supportare il servizio Estate Ragazzi o per far fronte a varie necessità di animazione, si svolge durante tutto l’arco dell’anno e porta l’associazione ad avere contatti con alcune realtà della zona, come le parrocchie.
Il progetto Provaci ancora Sam impegna alcuni dei collaboratori che svolgono un ruolo di supporto e animazione all’interno delle scuole.
Don Bosco 2000 si occupa anche della gestione di Cascina Moglia, un antico casolare ristrutturato nell’astigiano, che è un centro di accoglienza utilizzato anche da associazioni, per ritrovi durante i week end o nei periodi estivi.
Marcello e’ pensionato da poco, lavorava per L’attuale Stellantis in una fonderia di Carmagnola, esperienza che gli ha permesso di viaggiare e conoscere diversi posti del mondo ed ampliare conoscenze che coltiva ancora oggi. Ora che il tempo non gli manca si dedica alle sue passioni : montagna, minerali, fotografia naturalistica. E’ volontario soccorritore per la croce verde ed e’ stato eletto nelle ultime amministrative come consigliere di circoscrizione nella 4. Coordina la commissione viabilita’, attivita’ questa che lo impegna moltissimo, sia dal punto di vista operativo che di tempo dedicato allo studio di questioni che per lui risultano totalmente nuove.
Elena, una giovane ragazza che da qualche mese ha rilevato la cartoleria Nina, dalla storica gestione precedente di Lucia e Angela. È stata accolta con molto affetto dagli abitanti e dagli altri esercenti del quartiere. Insieme a Luca, il suo collaboratore maestro di scacchi, ogni giorno attraversa la città per aprire il negozio, di cui si è immediatamente innamorata dopo la prima visita.
La cartoleria oltre al materiale di cancelleria, gli articoli regalo ed i servizi di stampa e fotocopie, si è arricchita di una nuova sezione dedicata ai libri, sia di narrative per tutte le età, che di scolastica. Elena infatti è una grande lettrice e ha deciso di continuare a coltivare la sua passione anche al lavoro, organizzando incontri con scrittori torinesi e presentazioni delle novità letterarie di autori emergenti. Offre anche il servizio di acquisto dei libri on line, che poi si possono ritirare in negozio. Tra le varie iniziative della vulcanica proprietaria, anche la possibilità di trovare in cartoleria le creazioni di artigiani del quartiere.
Elena è una ragazza estremamente socievole che ha voglia di collaborare e creare rete con le realtà locali. Ha conosciuto Andrea, proprietario della cartoleria Joker poco distante da lei e insieme hanno deciso di organizzare la loro attività, ognuno secondo la propria indole e possibilità, con l’obiettivo di fornire ai clienti un servizio completo. Una collaborazione che permette di superare le criticità della concorrenza e incentivando l’acquisto di prossimità.
Elena, da sempre appassionata di cartotecnica e libri, si è laureata in giurisprudenza. Dopo molti tirocini finiti senza nulla di fatto, ha deciso di coronare il suo sogno e, nonostante non abbia nessuna esperienza commerciale, si è buttata in questa nuova impresa. È una ragazza con tante passioni: teatro, mostre, manifestazioni culturali, Street art, che coltiva e che vuole diventino parte integrante della sua attività.
Marcela è una giovane laureata in progettazione industriale, lavora in uno studio di architettura in cui si trova benissimo. La pandemia e soprattutto le costrizioni imposte dal lockdown l’hanno portata ad intraprendere il Cammino di Santiago. Un’esperienza che l’ha segnata profondamente e che l’ha resa ancora più consapevole della necessità di tutelare il proprio benessere, sia interiore che esteriore. Le ha instillato anche la voglia di creare qualcosa, di avere dei progetti che diano sostanza alla sua vita. Amante della bellezza in tutte le sue declinazioni, ha deciso di aprire un centro estetico, in cui si avvale della collaborazione di due professioniste altamente qualificate, per offrire trattamenti per il benessere generale del corpo, mentre lei si occupa del ricevimento, dell’amministrazione e di tutto ciò che serve per la gestione. Marcela ama rapportarsi alle persone e questa attività le permette di vederne un lato diverso, perché’ i clienti si mostrano con i loro difetti fisici, quindi su un piano molto più umano. Il quartiere in cui vive e lavora è molto importante per lei, soprattutto perché’ ritiene che collaborare con chi le sta intorno, sia fondamentale. Frequenta i negozi della zona, come lei stessa dice “ho comprato la macchina per il caffè, ma poi vado a prenderlo al bar, perché’ ritengo sia piu’ utile per tutti” e si fa preparare prodotti di alta qualita’ per i trattamenti, dalla dottoressa che gestisce l’erboristeria che si trova proprio vicino al centro.
Marcela ha anche una grande passione per i libri, soprattutto per le autobiografie.
La Roller Sport Accademy è una palestra dedicate agli sport rotellistici. Dopo anni all’inseguimento di un sogno, Sergio è riuscito ad aprire questo spazio in cui coltiva la sua passione, ovvero il pattinaggio a rotelle, che pratica, ma soprattutto insegna. La sua famigli ha una tradizione di pattinatori, che continua con la moglie ed i figli, questi ultimi atleti della nazionale, sia su ghiaccio che rotelle. Tutti accomunati anche dalla passione dell’insegnamento.
La palestra organizza corsi per bambini, ragazzi e adulti, perché il pattinaggio è uno sport che si può praticare un po’ a tutte le età: dai 4 anni in poi, ma con la dovuta propedeuticità. È un’attività che può essere praticata un po’ ovunque, perché in questi ultimi anni sono stati costruiti percorsi in molte località, anche turistiche.
Sergio, che vive con la sua famiglia in Madonna di Campagna, ha voluto che la sua palestra fosse in questo quartiere, perché’ il pattinaggio a rotelle è nato nella pista di via Sospello, dove i ragazzi al pomeriggio si ritrovavano, per pattinare e giocare fino a sera. Lì sono nate amicizie che durano ancora oggi.
La palestra aveva aperto i battenti poco prima dell’inizio della pandemia e solo da pochi mesi ha potuto riaprire le attività. Il locale, completamente ristrutturato, è accogliente e spazioso. Prima ospitava una pasticceria e poi un’attività di litografia. Oltre agli spogliatoi e al locale segreteria, una stanza ospita una piccola esposizione di pattini storici. Una parete del locale palestra è stata tappezzata con le fotografie che raccontano la tradizione familiare del pattinaggio. Le persone che la frequentano abitano prevalentemente nel quartiere, dove la famiglia Salino sta cercando di organizzare progetti con le scuole, per avvicinare i ragazzi a questa disciplina sportiva.
Sergio ha creato da 15 anni un proprio marchio di vendita di materiale specifico di alto livello per il pattinaggio, in particolare per lo speed action. Segue quindi tutte le manifestazioni più importanti del settore. Oltre a queste attività è anche agente di commercio di ricambi originali auto, da circa trent’anni.
Nel tempo libero, quando ne rimane, pratica altri sport con gli amici: mountain bike e sci. Segue inoltre un progetto di collaborazione con scuole di sci per promuovere l’attività di allenamento presciistico in estate.
Simone Ballari è il sindaco della città di Bricherasio e, da qualche anno, è preside dell’istituto paritario Maria Immacolata di Pinerolo.
L’istituto che lui coordina è un riferimento per la città di Pinerolo perché esso è in grado di produrre un’offerta trasversale a bambini, ragazzi e giovani. Infatti l’istituto, ormai da anni, mette a disposizione la scuola primaria, secondaria di primo grado e superiore. Simone lavora con passione al progetto di crescita dell’istituto e crede che la prerogativa che deve avere la scuola di cui è responsabile sia quello di poter produrre un’offerta valoriale ai ragazzi che la frequentano al fine di generare uomini e donne in grado di portare nel mondo gli stessi valori. Simone si avvale di un gruppo di docenti molto motivati che credono che il proprio lavoro non si esaurisca durante le ore trascorse a scuola. Infatti i docenti sono un valido supporto per Simone al fine di proporre idee e opportunità progettuali sempre nuove per i ragazzi dei loro corsi.
L’istituto Maria Immacolata è pienamente coinvolto con le dinamiche del territorio cittadino e cerca di interagire con lo stesso in modo continuativo e armonioso; per tale ragione permette a molti consulenti esterni di lavorare e relazionarsi con i ragazzi della scuola attraverso progetti fatti in sinergia con le realtà territoriali al fine di allargare la proposta educativa.
L'associazione Kallipolis nasce a Trieste, per poi estendersi su Bologna e su Torino. Qui, infine, sono Rita e Anna a portarne avanti i lavori. Amiche da lungo tempo, costituiscono un duo più che affiatato.
Nel capoluogo piemontese lavorano molto con ATC, in contesti di edilizia pubblica, con progetti che coinvolgano la popolazione residente in vari modi; da qualche tempo hanno “preso casa” all'interno dell'hub di comunità beeozanam.
E sul quartiere circostante stanno portando avanti delle progettazioni specifiche, come “Reality Shot”, che porta i giovani della zona ad analizzare il territorio con uno sguardo diverso attraverso la fotografia, e come un lavoro nel contesto delle case popolari di via Verolengo che, già sperimentato in altri contesti analoghi in città, utilizzare l'arte come strumento per creare confronto e coesione tra i nuclei famigliari che abitano quegli edifici.
Rita e Anna, a suo tempo, volevano creare una ong e occuparsi di cooperazione internazionale nei paesi in via di sviluppo. E l'hanno fatto, per esempio a lungo nell'est Europa. Ma poi, Kallipolis ha individuato con chiarezza che contesti “in via di sviluppo” si trovano anche nelle periferie della nostra città, peraltro in anticipo rispetto ai tempi attuali in cui l'argomento è sulla bocca di tutti. Ma nei loro percorsi di studio in architettura, le nostre non avevano trovato quel che il loro animo ambiva a poter costruire. Se lo sono dovuto creare un po' da sé, e l'hanno infine trovato in Kallipolis.
Elena è un architetto. Ma non è solo un architetto.
Elena, da sempre, ama muoversi fra campi diversi, cercare di connetterli, immaginare progetti che coprano spazi su ambiti di solito separati. Con UrbanLab ha contribuito a inventare strade che la aiutassero ad assecondare questa sua inclinazione, facendo arrivare la ricchezza architettonica della città ai suoi residenti.
La sua terza vita è OrtiAlti, associazione che ha fondato insieme alla collega – e sua ex allieva – Emanuela, per utilizzare superfici urbane non utilizzate rigenerandole e trasformandole in aree sì produttive, ma non nel senso che storicamente la Torino industriale dà a questo termine: produzioni verdi, produzioni di verdura e di frutta. Orti. E anche qui, la volontà non è solo creare spazi, ma attivarci tutto intorno una comunità che se ne prenda cura e ne tragga beneficio.
È in questo modo che, nel 2016, Elena ha messo piede per la prima volta all'interno del complesso di via Foligno 14, dando il via con le idee di OrtiAlti alla fioritura dell'ex fabbrica e successivamente alla nascita di quello che oggi è beeozanam, una cosa che all'epoca nemmeno si sarebbe immaginata. Ma il bello del lavoro suo e del suo ente è forse proprio questo aspetto immaginifico, che da un lato non le permette di sapere dove sarà e cosa farà da qui a 10 anni, ma dall'altro le lascia aperte mille possibilità differenti.
Già da piccola, Claudia vedeva le cose che gli altri generalmente non vedono. No, niente di trascendente, nessun fantasma: cose che esistono, ma su cui di solito le persone non posano gli occhi. Gli angoli della strada. Gli spigoli degli edifici. I pali della luce. E i dettagli, sempre più piccoli: segni, disegni, adesivi.
Così, Claudia (“Kiki” per tutti) ha iniziato a notare che alcuni segni si ripetevano, e che quindi c'era un linguaggio. E lei, appassionata di lingue e in quella materia anche poi laureatasi, ha preso a trasformare quella fascinazione in un interesse, quindi in una conoscenza, e infine in un progetto.
Il progetto SAT_Street ArtTourin_ nasce all'interno dell'associazione culturale Pigmenti, con Marco e Ricky. Oggi, Kiki fa opera di divulgazione: crea gruppi di persone, spesso giovanissimi, che vanno in tour per la città alla scoperta del linguaggio della street art.
E in Madonna di Campagna, i tour di SAT trovano il proprio fulcro, anzi è proprio qui che nascono, al Parco Dora che è un po' il tempio torinese della street art, transitando per le strade della borgata Tesso, e infine arrivando a beeozanam, dove Pigmenti ha una sua “casa” e dove la mano degli artisti è visibile (in cortile, sul tetto, nelle sale).
Kiki continua a far aprire gli occhi alle persone e a far alzare gli occhi verso l'alto, e lei stessa lo fa: sempre più su, da un po' sta studiando le stelle.
Enrico è una di quelle persone le cui giornate sembrano durare il doppio di quelle dei comuni mortali, per la quantità di cose che fa.
E' un medico di famiglia, scegliendo questa che è la definizione che lui preferisce tra le varie (“di base”, “della mutua” come si diceva un tempo, etc). Ma è anche molto di più. Da oltre 30 anni il suo studio si trova qui, in piena Madonna di Campagna, in una zona che è cambiata tanto. Cambiamenti che lui ha visto riflessi anche sulla salute delle persone: quando si guardava Torino dall'alto negli anni '80, racconta, su quella zona il cielo era viola. Come le polveri ferrose sospese nell'aria sopra acciaierie, officine e stabilimenti vari.
Oggi sotto quest'aspetto la situazione è migliorata, ma in compenso nuove povertà si sono affacciate alle nostre porte. Ed Enrico quelle porte le spalanca, insieme ai colleghi che con lui animano l'ampia offerta sanitaria dello studio di via Lemie.
Ha per anni diretto un'associazione che si faceva carico dell'aspetto della salute per vari centri di accoglienza a migranti richiedenti asilo; negli studi, cosa inconsueta, erano e sono presenti i mediatori interculturali.
Si è speso e si spende per la salute del paziente, cercando laddove possibile di risalire alle cause remote delle problematiche lo affliggono, specie quando queste sono in qualche modo collegate a un risvolto sociale, e non a una mera casistica individuale.
Oggi, Enrico continua il suo lavoro in prima linea, formando nuove generazioni di medici che affianchino alle competenze tecniche anche un forte bagaglio etico. Per fortuna che prosegue, perché c'è ancora bisogno di lui.
European Research Institute è un'associazione onlus che da una dozzina d'anni opera nella progettazione europea e che ha sede in Torino; da ormai un lustro, ha generato un nuovo ramo: ERI Educational.
Si tratta di un'agenzia formativa accreditata presso la Regione Piemonte, che costituisce il completamento delle attività dell'ente madre. Realizza corsi di formazione co-finanziata dalla Città Metropolitana di Torino, e a coordinarne le attività c'è Anna Brunetti.
Educatrice di grande esperienza, ha conosciuto ERI quando seguiva gli inserimenti lavorativi di alcuni beneficiari delle progettualità sociali dell'ente, e ha finito per entrarne a far parte, per poi dedicarsi al ramo formativo. Non aveva competenze specifiche in questo senso ma un'ampia conoscenza dell'ambito sociale l'ha supportata.
Ma il lavoro di ERI Educational, informalmente e per gli amici “ERI Edu”, può essere molto più vario dei semplici – e pur importantissimi – corsi finanziati: per esempio, ora Anna è impegnata in un progetto che porterà giovani a imparare l'arte della pizzeria e a trovare opportunità lavorative in Ungheria.
Anna, molisana d'origine, si sta impegnando per conoscere meglio questo ambito, così come il quartiere in cui ERI Edu ha sede, Madonna di Campagna, all'interno del complesso ex fonderie Ozanam. D'altronde, lei stessa si è reinventata, anni fa: da perito aziendale ha deciso di cambiare vita e operare nel sociale, rimettendosi allo studio e diventando educatrice. Per cui, ce la farà anche questa volta.
Non sono molte le associazioni che, operando nel sociale, superano il mezzo secolo di vita: A.I.Z.O. la Associazione Italiana Zingari Oggi, è una di queste.
Quando Carla ha deciso di fondarla, aveva già avuto il proprio personale incontro sulla via di Damasco: era stato padre Acero, un vecchio frate, a indirizzarla. Lei prese a bordo come autostoppista questo vecchio frate, che lavorava come cappellano presso tutti i sinti del torinese, e la sua strada fu segnata. Invitata da lui nei campi, non avrebbe più smesso di frequentarli quotidianamente.
La barriera linguistica fu presto superata, perché molti fra gli ospiti del campo non parlavano italiano, ma piemontese sì, lingua famigliare anche a Carla. Così iniziò a fare scuola per i bambini di queste comunità, finché dopo alcuni anni si trasferì a vivere con loro. Da allora la sua è stata la scoperta della vera anima di un popolo, ma anche la lotta contro uno dei più diffusi pregiudizi, l'atteggiamento ostativo anche della polizia, il sovraffollamento di campi pensati per un certo numero di ospiti e nei quali ne venivano stipati in realtà il triplo, la vita senza acqua corrente.
Oggi, AIZO assiste rom e sinti attraverso una grande crisi socio-culturale, con il nomadismo che viene via via sempre più accantonato, e la sedentarietà che trova ancora diversi ostacoli.
Nel frattempo, Carla – per il suo impegno e i suoi grandi meriti – è stata nominata addirittura Commendatore della Repubblica.
Maria Chiara, per tutti “Machi”, è una tipa tosta.
Tutti i giorni balza alla guida di un grosso furgone dipinto di rosso, su cui poi carica - e da cui poi scarica! - fra gli 800 e i 1500 kg di frutta e verdura.
Gestisce forse, Machi, un grande, grandissimo negozio di ortofrutta? No, si tratta di ben altro.
Si tratta della Carovana Salvacibo, un progetto ideato dall'associazione Eco dalle Città che, in collaborazione con la Città di Torino e la Rete delle Case di Quartiere, si propone di recuperare e appunto “salvare” frutta e verdura direttamente al CAAT, il Centro Agro-Alimentare di Torino, i vecchi “mercati generali” all'ingrosso.
Frutta e verdura non più vendibile, perché leggermente guasta, perché in eccesso, perché non venduta, ma ancora del tutto buona ed edibile. Un'azione di contrasto allo spreco che sta molto a cuore alla nostra autista, che appena ha sentito di questa opportunità ci si è buttata, ottenendo il ruolo grazie al proprio entusiasmo.
Accompagnata ogni giorno da un diverso “EcoMoro” (ragazzi stranieri richiedenti asilo che fanno opera simile presso i mercati rionali), Machi poi distribuisce la frutta e la verdura della Carovana presso associazioni senza scopo di lucro, enti religiosi, mense per i poveri etc. In Madonna di Campagna fa settimanalmente tappa presso il comitato delle case popolari di via Verolengo, la cooperativa de Le Fonderie Ozanam, le associazioni AIZO e Minollo.
Per tutti sceglie i prodotti migliori, aiutata in questo dalle competenze acquisite nei suoi anni di lavoro come cuoca.
Pur avendo speso decenni in mezzo ai ragazzi, Marcello non si è stancato di loro.
Per 30 anni ha svolto la professione di insegnante di religione nelle scuole superiori di Torino, vedendole cambiare, vedendone mutare la composizione; la presenza di studenti di origine straniera e di confessioni diverse da quella cattolica ha chiaramente avuto un significato particolarmente importante per la sua materia. Ma questo, da parte sua, è stato vissuto come un'occasione di crescita, perché il confronto può essere arricchente se impostato in maniera sana, come lui sapeva fare.
La sua vita, fuori dal lavoro, si è dipanata fra le strade di Madonna di Campagna, e in particolare nella chiesa che al quartiere dà il nome. Padre Benigno Cismondi ha rivestito per lui un ruolo fondamentale, con la nascita del gruppo “3G” che diede nuova linfa al movimento parrocchiale giovanile, gruppo che poi si è evoluto col trascorrere del tempo.
Abituato a educare e mediare, ha assunto un ruolo anche all'interno del complesso abitativo in cui risiede, dove si trova ad avere a che fare con oltre 1000 residenti: quasi il sindaco di un piccolo comune!
Il pensionamento suo e della moglie ha coinciso con l'esplodere dell'emergenza pandemica, per cui oggi, parallelamente agli impegni e della voglia di fare che non lo abbandona, Marcello spera di potersi finalmente godere un po' di svago e di meritato riposo.
Andrea è un “acquisto” recente, per Madonna di Campagna.
Si è trasferito in zona durante il lockdown, per cui il grosso della zona deve ancora scoprirlo; l'ha scelta per ragioni logistiche, giusta via di mezzo fra la comodità dei servizi cittadini e la campagna (quella “vera”, quella fuori città) in cui aveva vissuto negli ultimi anni con la famiglia.
Andrea è un ingegnere aeronautico, ma da lungo tempo lavora nell'automotive. Con soddisfazione, perché, come sottolinea, passando moltissimo tempo della nostra giornata sul posto di lavoro, sarebbe orribile se non ci piacesse quello che facciamo.
Essere tornato in città gli fa comunque piacere, perché ama Torino nonostante trovi che la sua popolazione sia un po' chiusa, e vorrebbe vedere più senso civico da parte dei suoi abitanti. In particolare, nella zona in cui si è trasferito a vivere ha già avuto modo di apprezzare il Parco Dora, per quella che definisce “l'ora d'aria”, uno spazio in cui muoversi e respirare meglio.
D'altronde, Andrea è uno sportivo, che negli ultimi anni ha scoperto il tennis, iniziando pian piano e ora avendo coinvolto anche i figli; ha un passato da pallavolista a buon livello, fino alla prima divisione; insomma, a differenza dell'italiano medio, gli piace darsi da fare ma non con il calcio!
Souad è una mediatrice interculturale. Lo è perché il suo percorso di vita ne fa un ponte fra culture: quella marocchina delle sue origini, che si va a congiungere non con quella italiana, ma con "quelle" italiane.Da ragazzina infatti cresce a Feltre, porta delle Dolomiti bellunesi, in un mondo fatto di lavoro, pochi fronzoli, pochissime problematiche sociali. E cresce perfettamente integrata nella società italiana, anzi senza nemmeno sentire la necessità di dover fare qualcosa per risultare integrata.Poi, all'università a Bologna, scopre l'esistenza di un altro mondo: un mondo dove esiste "il sociale", dove ci sono i poveri e gli emarginati; ma anche dove ci si può divertire, dove si può passare del tempo non necessariamente dedicato a lavorare.Insomma, culture diverse e lontane anche all'interno della stessa nazione.La sua conoscenza della lingua araba, unita all'emergere di queste nuove consapevolezze, segnano il suo percorso: la mediazione interculturale, il ponte.E anche a Torino, nella sua casa a pochi passi da beeozanam, continua con questa strada che più che essere un lavoro è un atteggiamento con cui affrontare la vita e il confronto col prossimo.
A Claudia piace percorrere le strade del suo quartiere all'alba. Lo fa per andare a lavorare in piscina, dove tiene corsi di acquaticità per adulti e per bambini, anche per neonati. E' una sportiva, ed è un'educatrice, che sa apprezzare lo sviluppo delle competenze nei "grandi" e il superamento delle paure nei piccolini.Nata e cresciuta in Madonna di Campagna, si sente legatissima al suo territorio, che però nel suo cuore - così come pure nei suoi orizzonti quotidiani - si riduce a un orizzonte preciso: quello dell'oratorio. L'oratorio della chiesa che dà il nome al quartiere.Lì dentro, per Claudia c'è tutto. C'è un mondo, il mondo che sente suo. Lì è diventata grande, lì continua adesso che è passata dall'altra parte della barricata, da animata ad animatrice; e per questo sta seguendo un corso per animatori interculturali, perché da fra' Luca ci sono ragazzi le cui famiglie arrivano da cento paesi diversi.E infine, collabora con un'associazione (ERI onlus) per conto della quale lavora a contatto con bambini e ragazzini in situazioni di difficoltà.Ma sempre, quando svolge le proprie attività, non vede l'ora di collegarle con l'oratorio, di portarle lì dentro, di tornarci. E' il suo mondo, per lei è grande, e ci sta dentro come un pesce nell'acqua.
La Circoscrizione 5 di Torino è un territorio estremamente popoloso: con i suoi 120.000 abitanti, se fosse un'entità autonoma sarebbe la seconda città del Piemonte (!). E com'è ovvio, quando c'è un'alta concentrazione di residenti ci sono anche necessità ed esigenze sociali forti. Alberto Masera le conosce bene: nei suoi 10 anni di lavoro nell'amministrazione locale ha ricoperto anche il ruolo di coordinatore delle politiche sociali, dunque conosce bene tutto l'ampio ventaglio di associazioni, gruppi spontanei e organizzazioni di volontariato che a diverso titolo cercano di fare del bene.
Alberto, cattolico praticante, fa risalire tale ricchezza al periodo dei santi sociali, quando Torino abbracciò una specifica vocazione alla solidarietà che non ha più abbandonato.
Ora, il suo seggio in seno alla Circoscrizione l'ha lasciato ad altri. La sua è stata una scelta deliberata quanto rara, volta a dare spazio ai giovani; ma ogni volta, racconta col sorriso, il suo intento di fare a tempo pieno il nonno dei suoi 13 nipoti viene rimandato perché qualcuno gli chiede un impegno nuovo. Ora è il Banco Alimentare a vederlo in un ruolo di responsabilità; è evidente, senza lavorare per la società, Alberto non sa stare!
Puglia, Piemonte, Romania. Francesco ha una terra d'origine, una d'adozione e una d'elezione. E di tutte e tre è un grande conoscitore.
Nativo di Corato, come giovane adulto si è trasferito a Torino, e con l'approssimarsi della terza età ha sposato in seconde nozze una donna romena, il che l'ha portato a interessarsi della storia e della cultura di questo paese, fondando un'associazione, “Lumina” (la luce, in italiano) che si fa promotrice dello scambio fra le due culture, italiana e romena.
Francesco ha lavorato una vita in IBM partecipando al rapido e stupefacente sviluppo della tecnologia informatica, ma nella vita ha fatto, conosciuto e approfondito mille cose diverse, compreso un certificato HACCP che gli permettesse di esercitare la propria attività di volontario in una cucina gestita da monaci, in città.
Sulla storia della Romania ha scritto diversi libri, come del resto sugli altri argomenti che lo appassionano e che ha studiato, arrivando a un totale di quasi 70 pubblicazioni. Così come numerose sono le associazioni che ha fondato o contribuito a fondare.
Francesco ama la divulgazione della conoscenza, e da migrante – prima, da giovanissimo, in Venezuela, quindi nel settentrione italiano, Milano e Torino – comprende appieno il fenomeno degli spostamenti di esseri umani da una parte all'altra di un paese o del pianeta, e cerca di aiutare gli altri a vederla con lucidità e a viverla apprezzandone le rinnovate ricchezze.
Caritas è un ente confessionale della Conferenza Episcopale Italiana, che si prefigge lo scopo di promuovere ad attuare pratiche di carità, sui piani dello sviluppo integrale dell’uomo, della giustizia sociale e della pace: in particolare, si concentra sull’attenzione agli ultimi, poveri e disadattati.
La sede della diocesi di Pinerolo, si occupa del sostegno alle povertà, nelle sue diverse forme: dall’aiuto economico, al sostegno alle persone in emergenza abitativa, alla distribuzione di cibo e vestiti. Dal 2019 ne è direttore Rocco, un ex educatore di 62 anni, diacono dal 2000, che nella sua vita si è sempre dedicato ad aiutare il prossimo, prima come volontario, poi come operatore nell’ambito della tossicodipendenza, per poi specializzarsi nell’aiuto ai disabili; ha dato vita ad una cooperativa ed un consorzio; ha avviato diverse comunità e gruppi appartamento; è stato missionario in diverse parti del mondo; ma è anche stato insegnante e, nel mentre, è anche riuscito a laurearsi e conseguire un Master in Economia no profit. Oggi è padre di 5 figli (ormai grandi), in pensione e può dedicarsi totalmente alla gestione della Caritas. I tanti anni trascorsi ad unire il volontariato e il lavoro in ambito sociale, lo hanno portato a rendersi conto che le associazioni di volontariato hanno bisogno di essere affiancate e guidate da professionisti, per poter rispondere al meglio ai bisogni delle persone; ora cerca di creare e guidare una rete, che comprenda associazioni, terzo settore e amministrazione, per offrire il miglior sostegno possibile alle povertà del territorio, cercando di dare vita a quello che definisce Welfare generativo.
Elena, Fabio e Anna sono capi scout del gruppo Agesci di Rivarolo, associazione che si pone come obiettivo l'educazione delle persone affinché possano diventare buoni cittadini del mondo con una metodologia riassunta nelle parole “osservo, deduco, agisco”.
A livello operativo gli scout si dividono in tre gruppi (branco, reparto e clan) in cui cambiano gli strumenti e gli obiettivi in base all’età dei ragazzi, rimanendo centrale l'importanza dello scambio nel rispetto della diversità. Partendo dal valore del gioco e delle regole con il gruppo dei più giovani, si passa via via alla fase dell’avventura in cui i partecipanti decidono l’attività che vogliono sperimentare e si formano per attuarla, fino al clan in cui si aprono riflessioni legate alle scelta politica e di fede.
Raggiunti i vent’anni di età, gli scout possono così decidere se continuare il proprio percorso all’interno dell’associazione come capi, educando i più giovani, oppure fare una scelta di servizio verso l’esterno, collaborando con le realtà associative e cercando di rispondere ai bisogni del territorio.
Ezio è il presidente dell’associazione FelizzanOltre, nata nel 2016. A Felizzano ci sono altre associazioni, manca la proloco.
Il desiderio dei soci è quello di sviluppare settori diversi, in ambito sociale, culturale ed enogastronomico anche valorizzando il patrimonio artistico del paese.
Dal 2016 nonostante il Covid hanno realizzato tante attività che mancavano in paese, fra cui l’estate ragazzi, giornate di prevenzione in ambito medico in cui invitano specialisti ad effettuare in paese esami gratuiti (cardiologo, senologo, otorino, prove glicemiche), giornate culturali come “Monumenti aperti” corsi serali di lingua e molto altro.
La loro attività, infatti, si è anche rivolta a serate a tema, su argomenti legati alla salute, all’agricoltura alla sensibilizzazione su tematiche di attualità. Offrono sostegno nella realizzazione della festa della Leva, molto sentita in zona e da quest’anno promuoveranno una festa in piazza per i ragazzi, coinvolgendo dj.
La loro forza, racconta Ezio, è di essere partiti dalle competenze dei soci per poi tessere una folta rete di collaborazioni con altre associazioni, che ha permesso di realizzare molte cose, mettendoci molta dedizione e impegno per il proprio territorio. Avere un occhio di attenzione ai Bandi regionali, inoltre, gli ha permesso fra l’altro in piena pandemia di far partire un progetto di telemedicina per gli anziani del paese dotandoli di tablet e saturimetro per essere sempre collegati con i medici, incontri online per la popolazione con personal trainer per fare ginnastica da casa.
Partita da un’idea di un gruppo di amici l’associazione si è allargata, un sogno per Ezio sarebbe quello di riuscire a coinvolgere sempre più giovani anche nella fascia 15-21 anni, per portare idee e contributi nuovi e permettere un ricambio generazionale graduale.
Andrea fa il cartolaio. Ma Andrea non è un cartolaio.Andrea sa anche gestire splendidamente la sua cartoleria, sì; ma lui nasce mobiliere, per prima cosa, con un talento nelle mani che sanno trattare il materiale, così come negli occhi che sanno immaginare le forme prima che siano create.E poi, c'è molto altro.Andrea non è un cartolaio, è un artigiano poliedrico; e il suo negozio non è una cartoleria, è un punto di riferimento.Nato e cresciuto in Madonna di Campagna, apre le porte del suo esercizio non solo per vendere il materiale (buona parte del quale è creato da lui stesso), ma per aiutare, consigliare, sostenere. Una sorta di sportello per il quartiere, un padre di famiglia che fa sempre quel qualcosa in più per il prossimo; e il prossimo lo cerca spesso, perché di lui si fida. Perché se c'è da organizzarsi, da aiutare qualcuno, lui c'è, ben al di là di quel che prevedrebbe il suo compito di "commerciante".E poi, c'è comunque il negozio, dove nulla è lasciato al caso: il nostro infatti voleva aprirlo proprio lì, per questioni che lo legano alla famiglia e alla sua storia personale, e l'ha fatto; e pure i materiali che ha usato, come il corten, non sono scelti per mere ragioni estetiche, ma perché sono un richiamo alla storia. Non quella famigliare in questo caso, ma quella del suo quartiere, di un territorio dalla storia operaia, di fabbriche e di acciaio. Un territorio che lui ama e dal quale, vien da dire, è ricambiato.
Era una arsenale di guerra, una fabbrica di armi.
Nel 1964 è stato fondato da Ernesto Olivero con il sogno condiviso di combattere le disugualianze nel mondo
Dal 1983 il lavoro gratuito di migliaia di persone lo ha trasformato in Arsenale della Pace, luogo di fraternità e di ricerca. Una casa aperta al mondo e all’accoglienza delle persone in difficoltà.
L’Arsenale della Pace è dedicato a Padre Michele Pellegrino.
Daniele fin da giovane pur avendo frequentato studi tecnici, è sempre stato attratto dall’educazione verso i giovani.
Scopre la prima volta l’esistenza dell’Arsenale nel 2002 e ne resta affascinato. Capisce che questo è il suo percorso di vita e da li a poco inizia la sua missione con esperienze in varie parti del mondo sempre alla ricerca “dell’oltre”.
Solo quand'era già adulta Luisa è diventata suor Luisa: quel che si dice una vocazione tardiva.
Tardiva ma fortissima, totalizzante, capace di mandarla missionaria in Sudamerica e di riportarla nella sua natìa Milano, e poi a Torino a costruire un percorso con i ragazzini malati di cancro all'opedale Regina Margherita e poi a lasciare tutto e a ripartire altrove. E infine a tornare a Torino.
Ha vissuto molte vite, suor Luisa, e l'attuale la vede suddividere il proprio impegno fra l'oratorio Madonna di Campagna, dove condivide con fra' Luca il lavoro sull'oratorio con le decine e decine di ragazzi che lo popolano, e il convento “Madre Francesca Rubatto” del quale lei è madre superiora.
Il convento condivide gli spazi con una comunità per disabili gravi, è un luogo accogliente e perfettamente calato nella realtà del territorio: i vicini di casa le salutano, le conoscono, le suore sono benvolute e sono inserite nel quartiere. Ospita un piccolo ambulatorio, dove una suora infermiera ha abbandonato il pensionamento per dedicarsi a piccoli interventi (iniezioni, misurazioni) per la gente di zona. E c'è un giardino, che suor Luisa ama particolarmente, che accresce ancor di più l'aura di “oasi” che investe questo luogo, all'interno del quale non sembra di trovarsi a due passi dal traffico di largo Grosseto.
E qui, suor Luisa coltiva anche la propria passione personale, alimentata dalle competenza e dagli studi: il disegno, portando avanti con enorme gioia una collaborazione editoriale che le permette di realizzare la propria arte.
Amedeo Pereno, originario del Brazile, torna a Oulx, insieme alla moglie, intorno ai 45 anni, dopo diverse esperienze in giro per il mondo. Parte attiva della comunità, Amedeo è vice-presidente e direttore sportivo del settore calcio; è impegnato nelle ultime tre amministrazioni locali.
Impegnato a 360° in ambito sociale, Amedeo sostiene che una delle esigenze della comunità sia quella di ritrovare una nuova socialità, soprattutto nei periodi di bassa stagione per i residenti. L'altra grande esigenza che Amedeo condivide è quella di coinvolgere i giovani, nella fascia adolescenziale.
La Polisportiva Oulx offre momenti sportivi aperti a tutta la cittadinanza. Attrezzata con aree pic-nic, campi da tennis o da beach volley, e, immancabili, i campi da calcio.
E' un amante della montagna.
Lino dopo aver frequentato le scuole medie, decide un po' per necessità e un po' per voglia di indipendenza di iniziare a lavorare, entra nel mondo dell'impiantistica telefonica, mentre lavora però decide di continuare a studiare frequentando le scuole serali.
Lui è nato e cresciuto in Piazza Vittorio, poi conosce Simonetta, la donna che poi diventerà sua moglie e si trasferisce in Borgo San Paolo, dove inizia la loro vita insieme. Lino raccoglierà l'eredità del padre di Simonetta, elettricista con un negozio in Corso Racconigi, così dal mondo degli impianti telefonici passa a quello poco distante degli impianti elettrici.
Portare alto il nome e la reputazione del cognato per Lino è molto importante, perché se si sbaglia un lavoro si può rifare, "ma se si sbaglia comportamento, difficilmente si può rimediare".
Quello su cui si può fare affidamento con Lino è sia la competenza e l'affidabilità professionale, che l'onestà e il rispetto umano.
Andrea, ha studiato come perito elettronico, ma da subito sapeva di voler lavorare in autonomia, così inizia la sua gavetta come idraulico.
Apre la sua ditta nel 1996, specializzato in idraulica cantieristica e industriale, per poi espandersi e specializzarsi anche in quella condominiale e privata.
Il suo punto forte è la reperibilità h24/24, disponibili per emergenze ed urgenze.
Negli anni Andrea è riuscito a costruirsi una rete di artigiani con i quali collabora che si occupano delle più svariate necessità abitative, dal decoratore al palchettista, ma sono anche in grado di sviluppare progetti completi di ristrutturazione grazie ad una rete di progettisti ed ingegneri.
Giovanni ha ereditato l'azienda del papà insieme ai suoi due fratelli, dal '93 si occupano di fornire assistenza all'installazione, manutenzione, riparazione di caldaie mono brand, sono un centro di assistenza specializzato, ma non dicono di no a chi li chiama per un consiglio, un parere o un contatto alla ricerca di assistenza idraulica.
Se possono una mano la danno a tutti, 'al massimo ci si è fatta una chiacchierata'.
Tante passioni animano il tempo libero di Giovanni, tra cui la costruzione di acquari e la fotografia, anche se gestire un'azienda-famiglia con più di 6 dipendenti è un grande impegno che occupa la maggior parte del tempo fisico e mentale.
Paolo più che un corniciaio, è un mastro di bottega, un artista e un vulcano di creatività e idee.
Nasce come tecnico operaio alla Olivetti, ma grazie alla camera oscura ereditata dal papà, che lui trasforma in un laboratorio in cui produrre ologrammi, si innamora della vita in laboratorio e così decide di cambiare la sua vita; vuole diventare artigiano, di cosa poco importa, così si presenta alla porta di una bottega di cornici e inizia ad apprendere il mestiere. Dopo poco rileva l'attività e realizza il suo sogno, avere un suo laboratorio in cui creare e sperimentare.
Per essere un mestiere scelto tra tanti, quello di corniciaio gli veste a pennello, come le cornici che crea per valorizzare qualsiasi pezzo d'arte che gli si presenta alla porta.
Decide di trasformare il suo laboratorio e le cornici in un bene comune, perché l'arte deve essere popolare, a portata di tutti perché qualsiasi cosa si decida di appendere ai muri è speciale e merita di essere valorizzata.
Il lavoro del corniciaio è un lavoro di comunicazione e progettazione, precisa e meticolosa, costruita su misura, per e con, il cliente.
Ma Artheos non è solo cornici, è una bottega piena di vita di creatività e di energia, difficile entrare ed uscirne uguali a prima, fosse solo per una chiacchiera, un consiglio, un'idea o una risata.
Dario ha ereditato dal papà l'autofficina e il mestiere di meccanico, sono aperti dal 1954 sempre in Borgo San Paolo, quartiere dove sono cresciuti e hanno lavorato.
Da quando ha 5 anni ripara automobili, lo sanno bene i clienti che sono restati fedeli al papà prima e a lui ora, anche se le auto sono cambiate e il lavoro anche, ora servono tanti corsi di aggiornamento per restare al passo con le tecnologie, il meccanico si è trasformato diventando un meccatronico.
E' difficile, ma non impossibile, quando si ha una squadra di lavoro su cui contare, alla quale Dario sogna di poter cedere l'attività quando dovrà andare in pensione, per continuare a far vivere il sogno del papà.
Il vivaio New Garden, in Frazione Argentera a Rivarolo, nasce negli anni ’70 dal desiderio del padre di Giulia di lavorare all’aria aperta. Inizialmente dedicato alla creazione e alla manutenzione di giardini, l’attività di famiglia si sposta col tempo verso la vendita di piante in vaso e di attrezzatura per il giardinaggio.
Con la scomparsa del padre, Giulia decide di affiancare la madre Nives e il fratello Francesco nel vivaio, integrando la tradizionale attività con le proprie competenze e dando vita, nel 2018, al Fiorcolto, un giardino didattico in cui vengono proposti laboratori tematici alle famiglie e in cui si tengono campi estivi durante le vacanze scolastiche.
L'attenzione per l'ambiente emerge anche dai progetti per il futuro: Giulia vorrebbe infatti creare una Flower Farm all’interno del vivaio, in cui le persone possano scegliere direttamente cosa acquistare con maggiore senso di responsabilità e consapevolezza verso la stagionalità dei fiori.
L’associazione ACMOS è nata a Torino nel 1999 e lavora nel rendere coscienti i giovani rispetto a tematiche diverse e creando percorsi di attivazione collettiva che possano portare a dei cambiamenti reali.
Le azioni dell’associazione si sviluppano principalmente attorno a due percorsi: Casa ACMOS e il progetto Scu.ter. Il primo permette di vivere un’esperienza comunitaria, accogliendo persone in difficoltà o gruppi, anche all’interno di beni confiscati alla mafia.
Con il progetto Scu.ter., invece, Giulia lavora nelle scuole superiori per incentivare la costruzione di reti con il territorio e individuare bisogni ai quali si cerca di rispondere attraverso percorsi di partecipazione attiva. In questi spazi è infatti emersa la necessità di avere un centro aggregativo e aumentare la presenza dei mezzi pubblici nelle fasce pomeridiane, permettendo a chi abita fuori Rivarolo di fermarsi alle attività organizzate dagli studenti.
Il professor Fabbri ha incominciato il suo percorso formativo a Roma città natale, ha insegnato in scuole pubbliche statali, è padre si 4 figli di età dagli 8 ai 22 anni. Poco prima che iniziasse l’emergenza sanitaria per il covid-19, Domenico intraprende una decisione importante, decide di trasferirsi da Roma a Pinerolo città d'origine della moglie, anche lui si sente in parte migrante, avendo lasciato parte dei famigliari a Roma. Il suo bagaglio di vita lo ha portato a maturare 20 anni di scoutismo con la moglie, perciò crede nell'importanza di mettere e spostare le tende, cambiando tragitti mentali e fisici.
Al CPIA insegna solo ad adulti per la maggior parte stranieri, cita di aver incontrato circa 25 etnie diverse.
Riconoscendosi nel ruolo di insegnante quello è il suo mandato principale come insegnante per adulti e quello di ridare una possibilità di crescita ai suoi alunni alcuni di essi anche persone fragili. Il suo motto è dello Scoutista: dove metto le tende, quello è il mio posto, ma l'obiettivo è spostarle per conoscere altro.
Giorgia Cristina allieva del Professor Fabbri e alunna presso il Centro Provinciale istruzione per adulti. Cristina è di origini rumene, vive serenamente vicino Pinerolo ha raggiunto l'obbiettivo di istruzione con cpia, è contenta di ciò che gli offre il territorio. Inserita integralmente lavora studia e riconosce al cpia e al suo insegnante un'opportunità per recuperare gli studi fatti in Romania rivalutare il suo percorso.
Jizrrel ha 35 anni, è arrivato in Italia più di 15 ani fa, attualmente vive a Pinerolo, dove ha intenzione di stabilizzarsi con la sua compagna. Lui e Greta lavorano presso CFIQ di Pinerolo come insegnanti. Jizzrel insegna lingue ma la sua formazione prevede anche un indirizzo filosofico. Greta ha competenze come insegnante ma soprattutto come coordinatrice, con un'esperienza presso CFIQ molto lunga. Le loro storie si uniscono in tale sede, sostanzialmente per la passione per l'istruzione, la formazione, l'insegnamento, la cultura e soprattutto per l'interesse ai giovani adolescenti che partecipano e frequentano il CFIQ. Greta, mantiene contatti come raccontato nell'intervista con i suoi alunni, anche se lontani geograficamente il ruolo non è più quello della “prof” ma qualcosa di più, un riferimento. Jizrrel, ama e non rinnega le sue origini colombiane anzi ne trasmette l'essenza la beltà; con e per i suoi allievi ricerca il sorriso il più bel mezzo comunicativo.
Entrambe vivono bene nel contesto pinerolese dove sono stabilmente residenti, apprezzano la dimensione il territorio e le strutture sportive. Accoglienza e educazione sono le basi della loro mission nella vita e in CFIQ: non approvano l'assistenzialismo fine a sé stesso ma la realizzazione della persona. CFIQ: Consorzio per la formazione l'innovazione e la qualità.
Jimmy ha 51 anni e vive a Pinerolo da 8 anni. E’ nato in provincia di Lecco e ha girato un po’ tutta Italia. Si definisce “barbone per scelta”, perché voleva capire le scelte che portano le persone ad adottare lo stile di vita della strada : si è sempre spostato, cercando situazioni nelle quali svolgere vari lavori (giardiniere, decoratore, addetto alle pulizie) e nelle quali poter vivere situazioni di vita comunitaria. Il periodo nel quale si è sentito più realizzato, è stato quello in cui ha potuto gestire una comunità di recupero e un dormitorio, situazione nella quale ha potuto mettere a frutto la sua esperienza e porsi nel ruolo di motivatore. Crede nell’esigenza di sviluppare politiche di prevenzione dai danni derivanti dall’abuso di sostanze e partecipa ad iniziative, organizzate da collettivi autonomi, che vanno in questa direzione: appassionato di musica e della musicoterapia come mezzo per aiutare le persone a capirsi e superare le proprie difficoltà.
Ora che ha raggiunto la maturità e gli sviluppi della sua vita lo hanno portato a Pinerolo, si è innamorato di questo territorio, del clima che si respira, della creatività del tessuto sociale e vorrebbe mettere radici, trovarsi un lavoro e una dimora stabile.
Vorrebbe che le istituzioni creassero un sistema che aiuti coloro che non hanno un lavoro a rendersi utili per il territorio (manutenzione di aree verdi, laboratori per lo scambio di saperi e competenze, cura di monumenti ed edifici pubblici), dinamica che aiuterebbe anche ad aumentare il comune senso civico. Auspica la creazione di centri di aggregazione, soprattutto per i giovani.
Seth è un ragazzo di 31 anni del Ghana, nel suo paese si occupava di manutenzione edile, muratore piastrellista, non aveva patente ma sapeva guidare le moto. Decise una decina di anni fa di migrare in Italia. Il suo esodo lo conduce in Libia, paese scalo da cui Seth dovrà uscire con molte difficoltà. Approda al porto di Taranto che dovrà lasciare dopo alcune settimane. La sua prima città italiana di riferimento sarà Bologna. Seth attenderà per un po' il permesso di soggiorno, che gli arriverà dopo 10/12 mesi dalla sua permanenza in Italia.
Seth vuole essere regolarizzato e integrato; così studia per prendere la licenza media, cerca un posto in cui vivere e un lavoro, in seguito verrà inserito in un corso di specializzazione formativa per addetto ai bancali e magazziniere, attraverso il tirocinio Seth attiva contatti e relazioni professionali, così incontrerà Mauro, titolare di piccoli supermercati di cui uno a Piscina di Pinerolo.
Seth si mostra una persona capace, motivata e educata.
Mauro non lo dimentica e quando si prospetta la possibilità di aprire un nuovo market a Piscina di Pinerolo, lo contatta per inserirlo nell'organico con assunzione regolare e prima qualifica da apprendista.
Ormai sono trascorsi più di 2 anni, Seth non molla, contratti rinnovati. A gennaio del 2022 il ragazzo del Ghana otterrà il contratto definitivo. Seth attualmente accompagnato dai suoi colleghi e amici ha un lavoro, è apprezzato, multilingue, abita non lontano da Pinerolo, che definisce un posto tranquillo in cui vivere, ha preso la patente.
Mauro il suo datore di lavoro, orgoglioso e contento di SETH , coinvolti entrambe nella possibilità della reciprocità, credibilità delle relazioni umane.
Lidia nel 1987 apre il suo negozio di tendaggi e corredi, da dipendente voleva essere titolare di se stessa. Il suo sogno era però aprire una merceria, così piano piano inizia la trasformazione eliminando le tende, aggiungendo intimo, merceria e riparazioni sartoriali.
Nel 2020 c'è un'ulteriore evoluzione, grazie all'aiuto di suo figlio, decide di aprire un canale youtube in cui fa video tutorial di uncinetto, appassionata fin da piccola a quest'arte della tessitura e dell'incrocio decide di condividere il suo sapere e la sua passione.
Entrare nel suo negozio è come entrare in una piccola bottega, si scorgono qua e là creazioni di tutti i tipi e materiali che possono essere utili a chi voglia replicare le stesse creazioni o sperimentarsi in nuove combinazioni.
Lidia partecipa a fiere di settore, le piace confrontarsi con appassionate da tutto il mondo, perché non è gelosa della sua arte, anzi, condivide le sue competenze con entusiasmo.
Simona ha 36 anni, ha studiato al liceo classico e preso una laurea in biologia.
Dopo gli studi decide di lavorare nel mondo del sociale presso un istituto religioso e in diverse città d’Italia.
Lavora con le persone Simona, si occupa di doposcuola per ragazzi, aiuto compiti, laboratori teatrali e di crescita personale, sostegno a persone in difficoltà, migranti ed emarginati.
Dopo tanti anni in giro per l’Italia, ora Simona ha deciso di ritornare nel quartiere in cui è cresciuta e di fermarsi per un po’, le piacerebbe riprendere ad approfondire gli studi sulle scienze della natura e trovare un lavoro a contatto con le persone mentre progetta di intraprendere il percorso di abilitazione all’insegnamento.
CYRIL e' un ragazzo nigeriano di origine biafrana di 31 anni .
Il Sig Ugwvu distingue la sua origine biafrana e da quella nigeriana dovuta a molteplici guerre che hanno travolto il biafra che è poi diventato facente parte della Nigeria. CYRIL appartiene originariamente a “quei bambini che non avevano cibo” lui stesso racconta. Cyril ha competenze maturate in Nigeria come idraulico (attraverso apprendistato) esperienza di addetto autolavaggio esperienza maturata in Libia .
Nel 2014 parte dalla Nigeria e arriva in Libia dove dopo poco viene privato dei suoi diritti, dei documenti, dei soldi e rimane alla mercé di delinquenti libanesi. Arriva in Italia nel 2016, prende la licenza media e attraverso la diaconia valdese e cfiq educare.
Il Sig. Ugwvu è una persona molto credente e praticante attraverso le relazioni i contatti e la permanenza in territorio montano pinerolese si ritrova anche in percorsi di appartenenza religiosa, fondamentale è stata in tal senso la diaconia valdese. Tramite 2 enti formativi di Pinerolo. Educare e CFIQ intraprende un percorso formativo istruttivo che gli consegna un attestato come multiruolo nel campo alberghiero, Caffè Londra diventa il suo trampolino di lancio .
Cyril progetta nuovi percorsi, ha un lavoro da tre anni come barista al Caffè Londra di Torre Pellice il lavoro è la garanzia che gli permette di programmare, progettare e pensare a nuovi percorsi di vita.
Riconosce il percorso di legalità che ha ottenuto anche attraverso i ricoveri ospedalieri, la croce rossa e le cure ricevute appena sbarcato in Italia, di cui è grato.
Antonello è nato a Sant’Antioco, in Sardegna, nel 1959; la sua famiglia si è trasferita a Torino quando lui aveva due anni. Da bambino aspirava a diventare architetto, ma ha capito presto che lo studio non faceva per lui: la sua vera aspirazione era l’arte, nelle sue diverse forme. Da piccolo amava già disegnare (per lo più paesaggi e nature morte) e, da adolescente, ha cominciato a lavorare nella bottega dello zio, esperto artigiano del vetro; si è, quindi, specializzato nella vetreria artistica, nel restauro delle vetrate di chiese e abitazioni, nella creazione di mosaici. Purtroppo gli avvenimenti della vita non gli hanno permesso di continuare ad operare nel settore e ha svolto diversi altri lavori, ma prediligendo sempre quelli a sfondo artistico (falegnameria, restauro, intarsio): è stato anche corriere, decoratore e addetto alle pulizie, oltre ad aver lavorato in fonderia.
A seguito di diversi lutti in famiglia, ha attraversato un periodo di depressione, che lo ha portato a sviluppare una dipendenza dall’alcol, dal quale è uscito, dopo un periodo di recupero. Oggi Antonello sta bene e ha voglia di riprendersi la sua vita, ma, seppur motivato e con molte competenze, fatica a trovare lavoro, a causa dell’età.
A Pinerolo ci è arrivato in età avanzata e se ne è innamorato. Vorrebbe che ci fossero, però più luoghi di aggregazione, soprattutto per i giovani. Il suo sogno sarebbe quello di avere un laboratorio, in cui insegnare ai giovani l’artigianato artistico che lo ha appassionato.
Fatima è in Italia dal 2002, prima di arrivare a Torino è stata per un po’ di tempo in Francia con un amica.
Si è subito innamorata di Torino e grazie all’aiuto di una famiglia che ha conosciuto, è riuscita ha trovare stabilità e ad imparare la lingua.
Si definisce molto aperta e sempre pronta a nuove sfide ed avventure che la vita le propone, e per questo non si arrende facilmente.
Al primo posto della lista dei desideri c’è il bisogno di lavorare e rendersi utile al prossimo.
Un dettaglio che la caratterizza e senz’altro il suo amore per la cucina. Fatima ama molto cucinare specialmente per chi ama come la sua famiglia.
I professori Diurno e Boglione sono docenti dell'Istituto Galilei da diversi anni e stanno cercando di costruire all'interno della scuola degli spazi sempre più innovativi che possano includere ragazze e ragazzi e rimanere sempre attuali.
L'istituto è stato caratterizzato da una spinta all'innovazione già dagli anni '70, oggi la scelta è stata quella di sfruttare i fondi a disposizione per riuscire a fare in modo che la scuola riesca ad anticipare il mondo lavorativo in modo tale da preparare ragazzi e ragazze al mondo fuori dalla scuola.
Alcuni dei progetti che ci hanno raccontato sono l'attivazione della web Radio, l'istituzione di Alma Diploma, l'introduzione del FabLab, l'organizzazione di eventi periodici aperti alla cittadinanza, l'attenzione alle tematiche ambientali, l'adozione di software di progettazione al passo con l'innovazione tecnologica, la presenza di laboratori ludici e didattici fuori dall'orario curricolare, l'adozione di metodologie didattiche inclusive e non formali e molto altro!
L'obiettivo che vogliono raggiungere è che l'Istituto Galilei venga considerato come un luogo in cui si può stare bene, non solo una scuola ma una realtà in cui tutti i cittadini possano avere la possibilità di sperimentare nuove metodologie e nuove pratiche. Per raggiungere questo obiettivo cercano quotidianamente di mettere al centro i ragazzi e le loro esigenze e stanno implementando una comunicazione social coprogettata con gli studenti.
Fabio ha dedicato la sua vita all'attenzione all'ambiente e alla biodiversità, per questo motivo 14 anni fa ha deciso di trasferirsi a Drubiaglio e successivamente di dedicare la sua attività alla tutela e alla valorizzazione della cipolla di Drubiaglio.
L'azienda produce prodotti seguendo solo un'agricoltura biologica e con una forte attenzione ai prodotti del territorio. Ad Avigliana Fabio si è dedicato non solo all'agricoltura ma ha anche contribuito alla gestione del gruppo di acquisto solidale della città sempre per poter valorizzare il territorio e creare sinergie con altre persone e aziende che condividono le sue passioni.
Il percorso di attenzione e valorizzazione ha portato anche all'acquisizione del marchio DECO per la Cipolla di Drubiaglio, già prodotto bandiera del territorio e con un percorso avviato di riconoscimento da parte di Slow Food.
Paraschiva vive ad Avigliana da vent'anni. In questo periodo ha avuto modo di sperimentare molte attività sia lavorative che ricreative nella città ed è molto felice per l'offerta che viene data ai bambini, in particolare per l'apertura del nuovo parco cittadino Alveare Verde.
Per Paraschiva le grandi difficoltà riscontrate ad Avigliana sono la ricerca di una casa e di un lavoro mentre i suoi punti di forza sono la bellezza dei luoghi e le persone incontrate.
Al momento è molto impegnata nella gestione dei suoi bambini ma è sempre pronta a mettersi a disposizione di altri abitanti che dovessero aver bisogno di una mano!
Michelle vive ad Avigliana da sempre e pensa sia il posto migliore in cui stare nella Valle.
Le sue grandi passioni sono gli animali e stare all'aria aperta. Le piace molto condividere i momenti di gioia con le persone che ha intorno, per questo ha preso l'abitudine di lasciare sassi del sorriso in giro per la Città e spera sempre di poter condividere la gioia del ritrovamento con altre persone.
Oggi lavora per il pedibus di Avigliana ma vorrebbe tornare a fare la segretaria.
Michelle è sempre pronta a nuove avventure e grazie all'apertura del Parco Cittadino Alveare Verde pensa che le occasioni di socializzazione e sperimentazione della città siano aumentate, tra i suoi desideri c'è quello di una città vivibile in tutte le sue parti e di un punto di ritrovo ricreativo anche per gli adulti.
Maurizio ricorda bene quando Madonna di Campagna era...soprattutto campagna. Campagna e fabbriche, in realtà: i fattori pascolavano le vacche proprio di fronte agli stabilimenti industriali, che poi coprirono la zona fino a far scomparire persino il fiume, e dopo alcuni decenni sono scomparse anche loro lasciando di nuovo spazio al verde, quello del Parco Dora.Maurizio ricorda tutto perché non ama dimenticare. Non dimentica le tracce scomparse del suo territorio, tanto da aver realizzato un lavoro specifico per far vivere la memoria delle numerose sale cinematografiche che lo animavano. E non dimentica le origine proprie e della propria famiglia, orgogliosamente friulane, una terra sulla quale non ha vissuto e cionondimeno sente forte come “sua”.Sportivo appassionato, prima calcio, poi podismo, ora ciclismo, con gli amici della zona ha dato vita anche in prima persona a squadre calcistiche, e lo stesso ha proseguito a fare poi nei posti di lavoro che nelle vita ha cambiato. Accanto allo sport, nel suo cuore c'è spazio per la musica, rigorosamente di qualità, con i tanti concerti visti e – spera – quelli ancora da vedere.Il tutto subordinato ai veri, grandi amori: la moglie e le figlie, un mix di Friuli, Sicilia e...Madonna di Campagna.
Anna è la responsabile degli aspetti organizzativi e didattici della sede ENGIM di Pinerolo, dove lavora da 25 anni, occupandosi anche della relazione con i ragazzi e con le famiglie. Franco è il direttore da 6 anni, ma lavora con l’ente dall’81.
Conosciuta come “Il Murialdo”, quella di Pinerolo è la sede ENGIM più grande del Piemonte, “qui ci occupiamo di obbligo di istruzione, corsi per adulti occupati e disoccupati, corsi per disabili, corsi per apprendisti e corsi a libero mercato” - ci spiegano.
L’offerta di corsi di formazione professionale rivolti ad adulti e ragazzi è ampissima: dal settore del benessere, all’elettronica, passando per l’artigianalità della falegnameria, e non solo.
Progetti per il futuro? “Speriamo di aprire già questo settembre il progetto di Impresa Formativa”, un’attività simile a un bistrot o a una bottega per far vivere una vera e propria esperienza di lavoro all’interno della scuola.
Lorenzo ha trent’anni, è nato a Moncalieri, ma ha sempre vissuto a Pinerolo. Dopo essersi laureato in architettura al Politecnico di Torino, ha deciso di concretizzare la sua passione per il food & beverage aprendo tre diversi locali nella città di Pinerolo: dalla cucina hawaiana all’enoteca, non facendosi mancare nulla. Secondo lui infatti, ciò che mancava nella cittadina era un’offerta per lo svago serale e/o notturno dei giovani abitanti, che piuttosto, si spostavano altrove. Un settore, il suo, talvolta oggetto di pregiudizi che ne precludono lo sviluppo.
Il suo tempo libero, seppur poco, è dedicato agli amici di infanzia e alla continua ricerca e scoperta di nuovi prodotti enogastronomici da inserire nei suoi locali.
Lorenzo crede nel futuro che questa città può avere, specialmente per i giovani, ma a parer suo c’è uno “scontro” con la vecchia generazione che si trova ad affrontare una città che anno dopo anno si sta sempre più ringiovanendo: “quando io avevo diciott’anni non c’era questa vita notturna”, e il fatto che oggi l’offerta di locali stia aumentando non dev’essere visto negativamente.
Christian è arrivato in Italia a Giugno dell’anno scorso.
La sua città d’origine è Abidjan in Costa D’Avorio, una città a lui molto cara perché ricca di divertimenti e per gli amici e famiglia che sono ancora li.
Ha lasciato la Costa d’Avorio alla ricerca dell’avventura e nuove opportunità e la prima tappa è stata l’Algeria dove ha vissuto di due anni ed ha lavorato in una boulangerie.
In Costa D’avorio studiava giurisprudenza, diritto sociale, e vorrebbe poter continuare gli studi per aiutare le persone che si trovano in pericolo.
Ama la moda e vorrebbe diventare uno stilista
Andrea riveste 2 ruoli professionali uno pubblico come neo presidente della Pro loco di Pinerolo, l'altro in veste di titolare del bar Caffè del chiosco.
Queste 2 posizioni gli danno la possibilità di ascoltare, accedere, rilevare con modalità differenti i bisogni, le istanze, le problematiche dei suoi clienti e dei suoi concittadini. In veste di neo presidente i suoi sforzi sono orientati a coordinarsi con le associazioni del territorio e con il Comune per progettare, programmare, migliorare il turismo, l'interesse sulla Città di Pinerolo, alcuni esempi sono eventi straordinari come i mercatini natalizi o le manifestazioni di carattere sportivo popolare come la Pinerolo che pedala, la notte dei dehor, senza trascurare la storicità della città che si riscontra nelle istituzioni come il Museo Storico dell'Arma di Cavalleria, Pinerolo culla della cavalleria e dell'equitazione.
Andrea non vorrebbe che Pinerolo apparisse solo come una città di pensionati, sente il bisogno di creare e proporre degli investimenti sui giovani, l'importanza di riconoscere e dare vita e spazi ai cittadini che si propongono per iniziative singole o di gruppo restituendo e riconoscendo agli stessi capacità e iniziativa.
L'ottimismo non manca, le sinergie con le associazioni sono attive, la progettualità, la voglia di fare e sperimentare sono essenziali e da stimolare.
Andrea, attraverso il suo bar che gestisce dal 2012 ha un’interfaccia diversa con i suoi concittadini e/o clienti, bisognosi talvolta di un confidente, di un ascoltatore non giudicante, clienti con cui si intersecano bisogni comuni, dialoghi piu' alla pari, quelli con il barista, incontri anche con persone fragili, o temporaneamente ai margini.
Mauro ha origini veneto piemontesi, risiede a Bruino, 59 anni, gestisce 2 supermercati di cui uno a Piscina di Pinerolo.
Si è diplomato come perito meccanico, nello specifico capo officina, si laurea intorno al 2010 in Scienze amministrative, consulenza del lavoro, facente parte di scienze politiche.
Per Unes riveste il ruolo di responsabile delle risorse umane e responsabile degli acquisti.
Conosce il territorio da circa 24 anni, nelle comunità piccole come quella di Piscina o Bruino ha investito molto, tale investimento non è mai stato disatteso per la facilità ad attivare rapporti e relazioni con i clienti, non solo a titolo commerciale, perché si crea coesione, dialogo, conoscenza che in alcuni casi si trasforma in amicizia.
Il piccolo borgo diventa facilitatore di comunicazioni e affiatamento.
Ha una moglie e 2 figli, per lui il valore della famiglia è essenziale e supportante.
Mauro si specializza da giovane nel settore commerciale e alimentare, ha lavorato in diversi supermercati.
Ritiene importanti le parole educazione, rispetto e riconoscimento del prossimo; per lui nella parola maestro risiede colui a cui dare rispetto, ricevendo conoscenze, possibilità, istruzione.
Si ritiene fortunato per aver costituito un supermercato a carattere famigliare, i suoi dipendenti, che non ama definire così, fanno parte per lui di una famiglia (la seconda) quella lavorativa che con il tempo si trasformano in relazioni più profonde.
Mauro si identifica e reputa essenziali i concetti di inclusione della migrazione, “siamo stati tutti migranti…”
Il cuore di Antonio Cicciarello batte forte per la sua Calabria, la terra natìa, che lui decanta con capacità descrittive che sfiorano il poetico. Ma anche per la Francia, il paese dov'è nata la sua compagna Delphine e per cui prova un'enorme considerazion. E infine per Torino, dove vive da decenni, e in particolare per il quartiere di Madonna di Campagna, che è la base in cui ha installato “Impresa & Territorio”, una realtà multiforme che affaccia proprio sulla Spina Reale.Si tratta di uno spazio dove Antonio mette a frutto la sua esperienza di consulente d'azienda, e che lo porta a gestire in maniera manageriale anche questa realtà, dove trovano spazio altre aziende quando lo vogliono, ma anche i residenti che possono trascorrervi dei momenti piacevoli, ballando, giocando, partecipando alle attività ricreative e culturali che la mente vulcanica del suo ideatore partorisce a getto continuo.L'ultima è il Coordinamento TO 5, una rete di comitati, associazioni e gruppi informali della Circoscrizione 5 di Torino, un'iniziativa dallo stampo prettamente culturale che per Antonio significa altro tempo da investire, e tanta stanchezza in più. Ma, come dice lui, è una stanchezza bella.
Skander è un ragazzo di 18 anni che viene dalla Tunisia, è un ragazzo molto sorridente e solare che sta cercando la sua strada.
In Italia da 1 anno ha lavorato nel campo della ristorazione come aiuto cuoco e lavapiatti, appassionato di calcio e del mare, gli piace imparare e si butta in nuove sfide senza troppo timore.
Riccardo ha da poco conseguito la maturità scientifica è appassionato di appassionato di arte e sta studiando per riuscire ad entrare al corso di design del Politecnico, in attesa del test sta imparando da autodidatta ad utilizzare diversi programmi per il design e il disegno digitale, anche attraverso l'uso della tavoletta grafica.
Un ragazzo con tanta determinazione e forza di volontà, si è appassionato in questi anni al kalistenics, disciplina di allenamento a corpo libero, per cui sono necessarie tante ore di allenamento che però come lui ci spiega, da tanta soddisfazione.
Riccardo vorrebbe andare all'università e studiare, ma anche trovarsi un lavoro per diventare indipendente economicamente, è una persona con le idee chiare che sa cosa vuole e che ce la sta mettendo tutta per ottenerlo.
Piero Alberto ha 21 anni, viene dal Perù ed è in Italia da 3 anni, ha già seguito un primo corso di sala bar e avuto esperienze lavorative in alcuni locali.
Quello che ama di questa professione è la possibilità di essere a contatto con le persone, con la sua personalità calma e tranquilla è in grado di portare serenità a tutti i lunedì mattina. E' affascinato dalla colazione all'italiana, cappuccio e brioche, mentre a Lima era solito bere un succo e farsi due uova.
Il suo sogno nel cassetto è aprirsi un bar tutto suo, fatto di mescolanze tra i suoi due mondi, se lo aprirà in Perù, gli piacerebbe far conoscere la colazione italiana e i cocktails più comuni che si bevono qui, invece se il luogo prescelto per l'apertura sarà l'Italia allora saranno i sapori e le usanze peruviane ad arrivare.
Peace ha 19 anni, viene dalla Nigeria ed è qui in Italia da 2 anni, va a scuola e gli piace l'informatica e la tecnologia. Gli piacerebbe continuare a studiare per mettersi alla prova e continuare a sviluppare la sua intelligenza e aumentare la cultura.
Gli piacerebbe poter lavorare del campo della ristorazione perché ama parlare e stare con le persone, si definisce un buon ascoltatore.
Ama la musica ma non troppo ballare.
Nahawende ha 18 anni ed è arrivata da sola in Italia dalla Tunisia 1 anno fa.
Ora vive con altre 4 ragazze provenienti da diversi paesi del mondo e va a scuola di italiano 6 ore al giorno, nel tempo libero le piace uscire con amiche e amici. In futuro le piacerebbe riprendere gli studi interrotti.
Marcela, una nessuna e centomila. Ha 20 anni, va al liceo socio-sanitario e ha tante ambizioni per il suo futuro. Vorrebbe studiare medicina o infermieristica o ingegneria o scienze biologiche, insomma ama la scienza e le persone, e vorrebbe trovare il percorso di studi che le permetta di coniugarle.
E' una ragazza che ha già avuto esperienze lavorative, riuscendo a coniugare studio e lavoro, anche se con molta onestà intellettuale è stata in grado di scegliere a quale lati della sua vita dare più spazio. Una persona realista e concreta, entusiasta per la vita e il mondo, molto sensibile, è un'attenta osservatrice che ha bisogno di capire e si dedica il tempo necessario per farlo.
Nel suo tempo libero ama uscire con le amiche, conoscere e ascoltare i mondi attorno a lei, le piace disegnare le sfumature che vede negli occhi delle persone che incontra e leggere i grandi classici che le aprono la mente.
Marcello Malandra assieme alla mamma già titolari del locale “Inside”, hanno rilevato due anni fa il "Km 5".
Il locale si trova in via San Domenico a Torino, in pieno quadrilatero romano, un quartiere storico della città che si contraddistingue per la presenza di numerosi ristoranti e cocktail bar.
Con l’acquisizione del locale, Marcello e la mamma hanno modificato e sviluppato l’attività passando da una ristorazione prettamente serale ad un’attività che copre tutto l’arco della giornata con colazione, pranzo, apericena e dopo cena.
La positiva atmosfera familiare che regna fa sì che nel locale i collaboratori, quasi tutti ragazzi giovani, si sentano un pò come a casa, dando ognuno il meglio delle proprie possibilità.
Un nuovo progetto aleggia e riguarda la prossima apertura nei pressi di Piazza Savoia in uno dei più storici palazzi Torinesi, Palazzo Barolo.
Davide inizia la sua esperienza lavorativa nel campo della ristorazione giovanissimo, gestendo un circolo per studenti e nel contempo faceva catering per vari circoli quali i Roveri, il Circolo della Stampa, Basic Net dove a Marzo 2020 ha preso in gestione il locale dentro lo spaccio aziendale della Robe di Kappa.
L’inizio dell’attività ha coinciso purtroppo con quello della pandemia, per cui Davide ha dovuto reinventarsi il lavoro facendo principalmente asporto.
Ora ad emergenza finita l’attività ha ripreso il suo normale corso, con buone prospettive di crescita e assieme al fratello ha già avviato una nuova iniziativa nel quartiere di Santa Rita ed ha in programma un'ulteriore apertura in Sardegna.
Mamadou ha 24 anni, da 7 in Italia, in Gambia era falegname. Arrivato qui ha seguito corsi e fatto esperienze in falegnameria, edilizia, come mulettista, cameriere, autista, lavapiatti e aiuto cuoco; se avesse potuto studiare, gli sarebbe piaciuto diventare maestro perché ama i bambini.
Parla 5 lingue: inglese, arabo, francese, italiano e il dialetto mandinka,
Mamadou è alla ricerca di un lavoro nel campo della ristorazione, trasmette serenità e affidabilità, con un curriculum di una persona che si da da fare e che non ha paura di mettersi in gioco e di imparare.
Gli piace fare piccoli viaggi alla scoperta del territorio, ha visitato quasi tutta Italia, ama la montagna, andare in bicicletta e ballare a ritmo di musica.
Kadiaiatou ha 24 anni, da 4 in Italia e con esperienza come aiuto cuoca in cucina di ristoranti e bar, ha fatto anche un corso di formazione come operatrice socio-sanitaria.
Ama le passeggiate e la musica, in Costa d'Avorio il suo sogno era diventare dottoressa. Ora in Italia vorrebbe ritrovare la sua indipendenza con un lavoro stabile che le permetta di essere autonoma e magari ricominciare a studiare.
Janet ha 22 anni ed è in Italia da 5 anni e ha sempre lavorato nel campo della ristorazione e sala bar. Si occupava della preparazione dei piatti, della caffetteria e della pasticceria.
Le piacerebbe anche iscriversi a qualche corso in cui imparare a fare manicure e trucco per aumentare le sue possibilità di impiego.
Janet è una ragazza sveglia, che sa di cosa ha bisogno e cosa deve fare per ottenerlo.
Great detta Greta, 24 anni, cittadina del mondo, nata in Libia ma di nazionalità Nigeriana è in Italia da 6 anni.
E' mamma di 2 bambini e ha energia da vendere, nonostante la vita l'abbia messa a dura prova non ha mollato e mette il sorriso, la vivacità e la tenacia in ogni sua espressione.
Greta, una vita tutta da vivere, finalmente in una città in cui si può fermare e iniziare a costruirsi il futuro. Le piacerebbe studiare panificazione e pasticceria, ama la cucina, in Libia i suoi genitori gestivano un ristorante e lì si è appassionata al mondo della ristorazione e del bar.
Un mondo che le permetterebbe di tirar fuori tutto il suo potenziale, l'amore per la cucina e quello per le persone, per i rapporti umani e per lo stare bene insieme.
Francesco ha 24 anni e tanta esperienza nel mondo della cucina. Diplomato in una scuola alberghiera, ha fatto esperienze come aiuto cuoco durante gli studi, poi si è iscritto ad economia per poi congelare la sua carriera universitaria, nonostante abbia anche fatto esperienza in uno studio di un commercialista.
Dopo questa parentesi economico-matematica, ha ripreso a lavorare come aiuto cuoco e cuoco durante le stagioni, anche all'estero, arrivando a gestire un'intero staff in cucina, riuscendo a coniugare il lavoro con l'altra sua passione: la danza hip hop e break dance, ha tenuto per diversi anni laboratori e corsi di danza.
Altra grande passione è quella per la lettura e per i fumetti, di cui è un collezionista.
Il luogo di lavoro ideale per Francesco è un posto in cui si lavora con rigore, organizzazione, tecnica e precisione, ma allo stesso tempo un luogo stimolante in grado di offrire sempre nuove sfide e competenze da apprendere.
Francesco è un ragazzo molto attivo, con tanti hobby e passioni, che cerca nel lavoro un posto felice in cui recarsi tutte le mattine con il sorriso e che sia in grado di accogliere e stimolare il suo entusiasmo verso le novità, che gli dia la possibilità di crescere e mettersi in gioco ogni giorno.
Federico ha 21 anni, tanta esperienza nel mondo della ristorazione perché tutta la sua famiglia gestisce bar e locali a Torino.
Affascinato da questo mondo sempre a contatto con le persone, ha scelto di studiare in una scuola alberghiera, specializzandosi in sala bar e caffetteria.
In questo momento sta lavorando nel bar di suo padre, ma il suo desiderio di autonomia e indipendenza è forte e vorrebbe mettersi in gioco in contesti non 'familiari'.
E' un ragazzo molto solare e attivo, gli piace fare lunghe passeggiate con le cuffie nelle orecchie, ama la musica e lo sport, ma anche leggere libri e fumetti, per immergersi in mondi sconosciuti che non ha ancora potuto visitare.
Gli piacerebbe tanto viaggiare per il mondo e visitare grandi metropoli come Cuba, Hong Kong, Pechino e Napoli, città natale della sua nonna che spesso va a visitare durante le sue passeggiate solitarie.
Il sogno di Federico è l'autonomia, vorrebbe trovare un lavoro stabile per poter andare a vivere da solo e iniziare il suo percorso di vita indipendente, avere la possibilità di viaggiare e scoprire il mondo, e chissà magari un giorno aprirsi un locale tutto suo.
Fabio ha 20 anni, ha studiato per 4 anni come grafico pubblicitario per poi rendersi conto che lavori statici e al computer non erano la sua strada, ha lasciato la scuola per iniziare il suo percorso nel mondo del lavoro.
Ha fatto qualche esperienza in una ditta di traslochi e ora sta frequentando un corso di formazione nel campo della ristorazione e sala bar.
Gli piace cucinare e sicuramente ha voglia di sperimentare e sperimentarsi anche in questo settore, amante dei viaggi e del mondo ha voglia di partire per scoprirlo, per vedere cosa c'è oltre il nostro modo di fare le cose.
Parla francese e inglese a livello scolastico, con il desiderio di migliorare con la pratica, ama la musica, soprattutto quella rap.
Fabio è un ragazzo che sta cercando la sua strada e che ha voglia di trovarla, facendo tante esperienze che potrebbero aiutarlo a scoprire se stesso.
Elena Pozzallo è nata, cresciuta e tuttora vive a Oulx (TO). Attiva a 360° nella comunità grazie alle diverse associazioni che la animano. Il territorio e la sua popolazione è cambiata: nel tempo le proposte e le associazioni si sono strutturate, favorendo una sinergia.
Negli ultimi anni, Elena è una volontaria attiva del Rifugio Fraternità Massi di Oulx (TO) gestito dalla Fondazione Talità Kum Budrola Onlus. Il centro di accoglienza è stato aperta nel mese di settembre 2018, destinato ai migranti di passaggio in alta Valle di Susa. Secondo Elena, questa emergenza e la conseguente apertura del Rifugio ha messo in luce un fenomeno che caratterizza l'epoca moderna. La popolazione ha risposto positivamente a questa apertura: presentandosi come volontari, portando vestiti o altri oggetti utili, ad esempio.
La necessità, secondo Elena, è di creare uno spazio polivalente, che diventi un punto di incontro per la comunità.
Si chiama Vitale, ma tutti lo conoscono come “Bunna”, il cantante del gruppo reggae “AFRICA UNITE”.
Pinerolese da sempre, si è diplomato in Ragioneria e, dopo aver fatto diversi lavori (tra cui anche il falegname, con lo zio), ha dedicato la sua vita alla musica ed è ben felice di poterlo considerare il suo lavoro a tutti gli effetti. Il successo lo ha raggiunto già a fine anni ’80, quando gli Africa sono diventati un gruppo di livello internazionale: ha viaggiato in tournè in tutta Italia e in buona parte d’Europa, diventando una delle voci più conosciute del panorama Reggae; ciò nonostante, ha sempre mantenuto un forte senso di appartenenza con il territorio Pinerolese, del quale ha sempre colto il lato provinciale, ma stimolante. Oggi è anche un padre di famiglia, con due bambini, ma riesce comunque a conciliare musica e vita privata.
Per Pinerolo è un punto di riferimento: collabora con diversi musicisti locali, favorendo artisti emergenti, ma prende anche parte a eventi culturali; non ha mai puntato ad essere un personaggio ed è ben contento di essere riconosciuto più per le sue qualità umane, che per il curriculum.
Vorrebbe che il territorio fornisse maggiori possibilità di aggregazione per i giovani e luoghi di ascolto, per intercettare i bisogni degli individui. Ritiene che ci sia l’urgenza di affrontare in modo concreto l’emergenza ambientale e si fa promotore di eventi di divulgazione su argomenti green.
Simone ha 22 anni, è nato e cresciuto a Torino da papà Croato e mamma Romena.
Il suo sogno è quello di fare il parrucchiere, una passione che coltiva da autodidatta, ma che gli piacerebbe trasformare in una professione con l'esperienza e la pratica. Ama molto anche cucinare e gli piacerebbe imparare il mestiere del pasticcere.
Vorrebbe lavorare in un gruppo di lavoro e non da solo, per poter ricominciare a socializzare dopo la pandemia da covid-19, gli piacerebbe anche ricominciare ad organizzare le partite di calcetto con gli amici.
Non ama tanto il posto in cui vive e vorrebbe trasferirsi in un quartiere più centrale e tranquillo.
Samuel ha 19 anni, ha frequentato il primo anno di un istituto tecnico a Torino per poi decidere di abbandonare gli studi per problemi economici, le materie che preferiva erano storia e scienze.
La vera passione di Samuel però, sono i viaggi, per scoprire nuovi luoghi e culture, conoscere persone e culture differenti e aprirsi la mente.
E' una persona socievole, che vorrebbe lavorare a contatto con il pubblico, ed è disposto ad imparare e a mettersi in gioco. Madrelingua italiana, parla anche lo spagnolo e vorrebbe imparare l'inglese proprio per poter girare il mondo.
Samuel è un nostalgico degli anni '80-90, anche se li ha conosciuti solo attraverso la musica che ascolta, musica che lui definisce "senza bandiere", di tutti i luoghi e di tutti i generi, con una predilezione per il blues e il jazz.
Alex ha 21 anni, cresciuto a Torino, con una passione per la tecnologia e l'informatica, ha imparato ad aggiustare strumentazione tecnologia da autodidatta, non è riuscito a proseguire gli studi, ma gli piacerebbe tanto diventare un tecnico informatico.
In attesa di poter eventualmente riprendere gli studi, Alex desidera un lavoro per riuscire a trovare la sua indipendenza, gli piacerebbe trovare una casa e andare a vivere da solo.
Gli piacerebbe lavorare a contatto con il pubblico, come barista o addetto alle vendite in qualche negozio di elettronica, quello che gli piace di queste tipologie di lavori è la possibilità di rispondere alle esigenze delle persone, "di dargli quello di cui hanno bisogno".
Nel suo tempo libero Alex gioca a calcio con gli amici e ascolta la musica hip hop, gli piace anche la musica tradizionale Croata, lingua che non parla ma che comprende oralmente, è madrelingua Italiana e Rom.
Lo European Research Institute nasce nel 2009 da un gruppo di amici, ex compagni di scuola che mettono insieme le proprie competenze e le proprie storie in un ente che cerca di mettere in pratica una visione comune.Fra questi c'è Federico, che ci racconta la storia dell'associazione, e di come nel 2014 questi inizi il proprio rapporto con via Foligno n. 14 allorquando la Ozanam House diventa un C.A.S., un centro di accoglienza straordinaria per persone straniere richiedenti asilo, quasi tutte di nazionalità pakistana; ora, da un paio d'anni la funzione della struttura è cambiata, ed E.R.I. accoglie famiglie e singoli in situazione di emergenza abitativa, nell'ambito di un patto con il Comune di Torino. Federico cerca di aiutare i beneficiari di questo progetto a integrarsi, specie attraverso gli inserimenti lavorativi.Ma l'associazione fa anche altro, opera nel settore delle politiche sociale con varie attività e poi in quello della tutela dell'ambiente, per esempio sull'inquinamento da plastiche nei mari e negli oceani del mondo.Federico conosce ormai piuttosto bene il territorio di Madonna di Campagna, che vede come strutturato per essere un quartiere-dormitorio, e cerca anche lui personalmente a farsi trovare pronto per creare occasioni d'incontro fra le persone insistendo sul fatto che debbano essere gratis, perché la povertà ha colpito in maniera pesante le famiglie residenti.
Darius ha 19 anni, è un ragazzo che ama la tranquillità e l'organizzazione sul lavoro, è diplomato in studi alberghieri e vorrebbe iniziare il suo percorso lavorativo in uno degli eleganti bar di Torino, dove a suo dire il lavoro è ben organizzato e rigoroso.
Specializzato in sala bar, ama questo lavoro perché gli permette di stare a contatto con le persone, di entrarci in relazione mentre si lavora.
Ama viaggiare anche in solitaria, cuffie nelle orecchie e passo sicuro, però ama la città in cui è cresciuto, si sposterebbe da Torino solo per lavoro che è la sua più grande necessità al momento.
Nel suo tempo libero Darius si allena in palestra e va in bicicletta, esplorando la sua città e le colline che la circondano.
Benson ha 28 anni ed è in Italia da 5, è alla ricerca di un lavoro e sta svolgendo diversi corsi di professionalizzazione nel settore bar, ristorazione e cucina. Ha frequentato anche una scuola per diventare mediatore culturale e parla 3 lingue, italiano, inglese e pidgin.
In Nigeria oltre a frequentare la scuola dell'obbligo, lavorava come addetto all'interno di un locale per scommesse.
Benson è un'anima artistica, gli piace disegnare, ama la musica, in particolare il rap, scrive canzoni che parlano di sé, e balla hip hop.
Verano nasce nel 1956, a Pinerolo, secondo di 9 fratelli. Oggi è il titolare del negozio Chiale, una realtà nata nel 1889, a conduzione familiare: il fondatore dell’azienda era il suo bisnonno, che ai tempi svolgeva il lavoro di calderaio (stagnava l’interno di pentole e tegami in rame, per evitare che rilasciassero sostanze nocive). In questi decenni, la ditta si è trasformata, adattandosi alle esigenze del mercato, passando dall’essere una realtà artigiana, al diventare un polo commerciale, con due negozi (uno a Pinerolo e uno a Saluzzo) ed un mobilificio. Ditta a conduzione familiare, in cui ogni fratello ha un proprio ruolo di responsabilità, a seconda delle proprie attitudini e competenze, ma con più di trenta dipendenti, che vengono considerati parte della famiglia allargata.
Verano ha studiato per diventare geometra, andando a scuola al mattino e (come tutti i suoi fratelli) aiutando i genitori in negozio al pomeriggio, un po’ per gioco, un po’ per senso del dovere; tuttavia, appena ha finito gli studi, in modo naturale ha cominciato a lavorare a tempo pieno, partecipando attivamente all’espansione e all’ammodernamento dell’azienda, che continua a gestire con i fratelli, anche oggi che ha raggiunto l’età pensionabile.
Molto attento ai bisogni del territorio, si dedica al volontariato e alla beneficienza, sia a titolo personale, che a nome del marchio “Chiale”: gli ambiti nei quali agisce sono il sostegno alle povertà, la valorizzazione e la salvaguardia del suo territorio, dei monumenti e dell’ambiente; crede molto nella necessità dell’alternanza scuola-lavoro, occasione formativa per generazioni di giovani, sempre meno abituati alla fatica e al sacrificio. Nel tempo libero, si dedica allo sport (tennis, sci e ciclismo) e alla famiglia.
Michelle ha 24 anni, da quasi 5 è in Italia, dopo essere venuta a trovare sua sorella ha deciso di fermarsi, anche se la sorella ora vive nel sud Italia, lei ha deciso di restare a Torino, le piace il fresco.
In Nigeria aveva iniziato l'università per diventare farmacista, le piace prendersi cura delle persone e aiutarle a stare meglio.
Qui a Torino, vorrebbe trovare lavoro per diventare indipendente, ha seguito diversi corsi sulla ristorazione, come sala, bar, collaboratrice in strutture alberghiere, cucina. Le piacerebbe trovare un impiego come barista ma ama molto anche cucinare, ora sta imparando i piatti delle tradizione italiana come gli gnocchi e le lasagne.
Oltre alla cucina, Michelle ama molto anche il canto, i viaggi e lo sport, ha anche una capacità incredibile nell'imparare le lingue, ne parla ben 4 (inglese, francese, italiano e arabo) imparate solamente ascoltando e parlando con le persone incrociate nella vita.
Rossano, imprenditore da più di 25 anni, si occupa di ristorazione ed ha aperto undici anni fa ha aperto il primo locale “Lino passami il vino” a Torino nord, a cui sono seguite nuove aperture negli anni successivi.
La denominazione dell’attività fa riferimento al nome del fratello di Rossano, anche lui uno dei soci.
Il prodotto tipico del locale è “l’arrosticino”, cibo tipico abruzzese costituito principalmente da carne di pecora e cotto esclusivamente al carbone.
A partire dalla fine del mese di Marzo, il locale di C.so Siccardi, nel pieno centro della città di Torino, oltre al tradizionale menù con protagonista l’arrosticino, proporrà anche una degustazione di vini con incontri coi produttori.
Martina eclettica ragazza, un pò barista, un pò cuoca e un pò pittrice, assieme alla sorella Alice hanno deciso di lanciarsi nel mese di Aprile del 2019 in una nuova avventura aprendo questo locale battezzandolo “Le sorelle bistrot”.
Una leggenda aleggia sul locale e narra che vent’anni fà due sorelle, una cuoca ed una barista, “Le Wonder Woman”, iniziarono l’attività chiamando il locale “ Wonder bar”. L’attività nel corso degli anni è cresciuta molto tant’è vero che venne assunto un barista che a sua volta portò suo fratello, cuoco, ed insieme rilevarono l’attività.
Subentrò un’altra gestione che assunse Martina la quale in seguito portò la sorella, barista, ed insieme come le prime due sorelle rilevarono il locale.
Si dice che l’attività tornata nuovamente alla gestione di due sorelle sia ben augurante.
Dalle sorelle l’atmosfera è molto calda e si è messi subito a proprio agio.
Dai primi di Aprile il locale dopo le ore 16 cessa la sua attività di bistrot e diventa a tutti gli effetti una piola con pane, salame e vino per tutti.
Il Forno Ricca nasce da un’idea di Maurizio assieme ad altri due soci circa un anno fa.
Maurizio e il socio Davide, che si occupano prettamente di comunicazione e marketing hanno sviluppato l’idea dal punto di vista commerciale, mentre Davide Castoldi che è uno chef si è occupato di tutto ciò che riguarda il food and beverage.
L’iniziativa è una start-up nata in sei mesi durante il periodo pandemico e porta con sé un brevetto, la focaccia, che rispetta le antiche tradizioni produttive e delle materie prime che compongono l’impasto. Per arrivare alla commercializzazione del prodotto si è dovuta attuare una sperimentazione che è durata 30 mesi con oltre 1000 test di prodotto.
Nei prossimi quattro anni sono previste diverse aperture di locali lungo l’asse portante dell A4, Piemonte, Lombardia e Veneto.
A Torino il Forno Ricca è presente con due locali, uno in Via IV Marzo e l’altro in Via Sant’Ottavio.
Abdiraxiin è un ragazzo di origine somala, arrivato in Italia un anno e mezzo fa, che attualmente vive a Borgiallo. Dopo i primi corsi di alfabetizzazione, Abdiraxiin sta frequentando la terza media al CPIA di Rivarolo, un po' lontana con i mezzi pubblici rispetto al luogo in cui vive, ma dove ha migliorato la conoscenza della lingua italiana. Inoltre, Abdiraxiin parla somalo, arabo e un po’ di inglese e ha frequentato un corso di alcuni mesi sulla coltivazione dell'orto e uno per diventare muratore, dopo i quali ha potuto svolgere degli stage e lavorare sul territorio. Come gli altri ragazzi italiani, Abdiraxiin vorrebbe andare all’università e sogna di diventare un dottore, in modo da poter aiutare le persone che a volte non hanno accesso alle cure.
Gli obiettivi per il futuro sono terminare la terza media e trovare lavoro e casa nei luoghi che Abdiraxiin conosce e che sente come se ci avesse sempre vissuto perché le persone sono gentili con lui.
Luca è nato e cresciuto a Pinerolo, dove ha iniziato a collaborare con un’associazione culturale fin dai tempi del liceo per poi specializzarsi in progettazione sociale e culturale.
Oggi è il coordinatore dell’Ambulatorio sociale e del progetto più recente Sinergie. L’idea è quella di creare una rete delle associazioni presenti sul territorio: “tramite la condivisione di spazi e esperienze, cerchiamo di far nascere delle sinergie, collaborazioni e forme di mutualismo” - spiega. Sono tante e variegate le attività che si svolgono all’interno degli spazi messi a disposizione da Sinergie: dai corsi di formazione specifici per gli operatori del terzo settore, alle attività pratiche e al dopo scuola per lo più rivolte a famiglie con background migratorio.
Guardando al futuro, Luca si augura maggiore partecipazione, “che gli spazi siano vissuti” e che ci siano più scambi possibili tra le persone. “Abbiamo sempre avuto ottimi rapporti con tutti, ma la maggiore criticità rimane quella di far nascere effettivamente nuove collaborazioni tra le associazioni già esistenti”.
Elisa, project manager per diversi anni e con una forte passione per la pasticceria, ha sempre avuto il desiderio di aprire un’attività propria. Il sogno si concretizza tre anni fa con la nascita di I dolci di Elisa, uno spazio che è biscotteria, pasticceria e caffetteria.
Tutto ha inizio con una vacanza in Alto Adige con i genitori, dove Elisa scopre i biscotti speziati, esperienza che la porta ancora oggi a ricercare nelle tradizioni dolciarie austroungarica e inglese nuove commistioni.
Parallelamente, la pasticceria lavora con l’obiettivo di permettere a chiunque di mangiare dolci, creando soluzioni senza latticini e glutine e ospitando al proprio interno i ragazzi in stage provenienti dai corsi di formazione professionale.
Angelo ha 24 anni e, a seguito del percorso in ambito meccanico, ha lavorato in un’azienda metalmeccanica come operaio per poi passare alla progettazione e al disegno dei pezzi.
Stanco del lavoro da impiegato, nove mesi fa Angelo decide di lasciare il posto fisso, iniziando a lavorare come pizzaiolo ed entrando nell’ambito della ristorazione, una delle sue grandi passioni.
Attualmente Angelo è alla ricerca di nuove esperienze e a breve inizierà una stagione in Trentino-Alto Adige, per poi spostarsi in Australia. Secondo lui il territorio d’origine manca di possibilità di crescita, spesso per mancanza di fondi e investitori, situazione che lo ha portato a scegliere di viaggiare e accantonare momentaneamente un suo progetto imprenditoriale. L’obiettivo per il futuro è quindi aprire e gestire una propria attività ristorativa, con la convinzione e la determinazione che chiunque possa raggiungere gli obiettivi prefissati.
Oltre alla ristorazione, Angelo ha praticato molti sport e da circa tre anni si dedica alle arti marziali.
GASnavese è un Gruppo di Acquisto Solidale composto da persone che si associano per acquistare insieme prodotti possibilmente locali, che rispettino l’ambiente e la legalità.
Il gruppo è nato all’interno dell’associazione Banca del Tempo e si pone l’obiettivo di ridare alle persone la consapevolezza dei meccanismi produttivi e di come l’acquisto sia una scelta in grado di modificare il territorio e le persone al tuo interno. Agendo secondo meccanismi etici e di valorizzazione del lavoro, gli associati ridanno una storia a ciò che si acquista, creando rapporti di solidarietà e reciproca conoscenza tra acquirente e venditore.
Per il futuro il gruppo vorrebbe riuscire ad aumentare il numero dei produttori, offrendo un paniere sempre più vario e in grado di sostituire la spesa al supermercato, e incentivare la conoscenza delle aziende sul territorio attraverso visite e scambio di buone pratiche.
Bomber Comics è la fumetteria che Manuele, soprannominato Bomber dai tempi delle scuole superiori, ha aperto dieci anni fa, trasformando la sua grande passione per i fumetti in professione. In questo luogo è possibile trovare tutto ciò che ruota attorno alla cultura pop: dal gioco da tavolo e di ruolo al manga, oltre ad una sezione di musica in vinile e audio video.
La fumetteria non è la prima sul territorio rivarolese, ma è attualmente l’unica, inserendosi in un settore molto vivace che, nonostante le restrizioni pandemiche, sta riuscendo a riprendersi. Prima del lockdown, Manuele organizzava infatti tornei di giochi da tavolo e di carte, oltre ad ospitare fumettisti e creare momenti di scambio tra appassionati in un luogo che gradualmente si è trasformato in spazio di aggregazione. Per il proprietario l’aspetto centrale è proprio incentivare la lettura e la creatività tra i giovani, stimolando le passioni di ognuno e creando contesti in cui le si possa condividere senza pregiudizi.
La passione di Manuele è così condivisa con le tre figlie e la moglie, entrata a tutta gli effetti nell’attività, e i progetti futuri sono riprendere le attività dal vivo e creare un sito per la vendita online.
Favour è una donna di 31 anni che arriva dalla Nigeria, con un passato difficile da lasciarsi alle spalle e alla ricerca di un futuro migliore.
In Italia dal 2008, ha lavorato in tanti ambiti, dalla ristorazione alla grande distribuzione, ha partecipato a tanti progetti per cercare di trovare una stabilità lavorativa, è una persona che ha voglia di mettersi in gioco e di sperimentare, non ha paura di imparare cose nuove e di lanciarsi in nuove sfide.
Fiera di sua figlia di 18 anni rimasta in Nigeria per studiare Medicina, ora Favour ha voglia (e bisogno) di trovare un nuovo lavoro che le permetta di vivere e mantenersi, ma anche di aiutarla a capire quale può essere la sua strada, cosa le piace fare e quello per cui è portata.
Da quando ha 10 anni ama creare acconciature, intrecciarsi e intrecciare i capelli, è un sapere che si è formata tutto da sola, provando e riprovando, anche se non vorrebbe diventasse la sua attività principale.
Fulvio da 10 anni, da quando è andato in pensione, ha deciso di mettere il suo tempo e le sue energie a disposizione della città di Avigliana e dei suoi abitanti.
Nella sua esperienza da volontario e da cittadino attivo per un periodo ha anche scelto di dare il suo contributo all'interno dell'amministrazione cittadina. Questo percorso gli ha permesso di comprendere meglio quali sono le potenzialità e le criticità della città.
Oggi dedica buona parte del suo volontariato per progetti volti alla socializzazione e alla cura dell'ambiente. Attraverso l'associazione sportiva IRIDE sono diversi gli eventi organizzati sul territorio, dal Plogging alla Via Francigena Marathon, e tra i primi obiettivi che si sono dati per riuscire a tutelare il territorio e portare dei cambiamenti c'è quello di sensibilizzare le amministrazioni comunali.
Lebban Kheltoum, per tutti più semplicemente “Khati”. Oggi ha 42 anni, e poco meno della metà li ha trascorsi in Italia, un paese che conosce più di molte persone che qui ci sono nate: ha vissuto a Varese, poi a Mantova, in Sicilia, a Venezia, a Roma, a Trento, lavorando soprattutto negli alberghi come cameriera, lavapiatti, aiuto cuoca. E poi, a Torino.Ma non è arrivata come una turista, no: ai suoi figli, due peperini gemelli di 9 anni matti per il calcio, lei mostra in tv le immagini dei barconi che attraversano il Mediterraneo in cerca di un futuro, e spiega loro che “la mamma è arrivata così, come quella povera gente”. E loro spalancano gli occhi e dicono “Mamma, meno male che tu ti sei salvata!”.No, non ha fatto la turista, ha lavorato duramente per mantenere se stessa e la sua famiglia, favorendo l'ingresso nel belpaese di fratelli e nipoti e aiutando tutti quanti, un intero gruppo di parenti che contava su di lei. Tratto distintivo della personalità di Khati è la capacità di ricominciare da zero, più e più volte. Ha avuto la forza di tornare al suo paese natìo, di diventare mamma e di lasciare temporaneamente i suoi figli per ricostruire in Italia una vita migliore per se stessa e per loro. Ora, a Torino si è da pochissimo trasferito sul territorio di Madonna di Campagna, ma per lei conoscere luoghi nuovi non è proprio un problema.
Le Rondini è un ristorante in Piazza della Repubblica a Torino, aperto dal padre di Stefano nel 2004, attività nella quale sono entrati immediatamente anche Stefano e suo zio.
Ormai da diciotto anni Stefano segue l’attività, impegno che è aumentato, insieme allo zio, dopo che è venuto a mancare il padre.
La denominazione “ le Rondini” prende il nome dallo stemma di famiglia, è un locale a gestione familiare aperto sia a pranzo che a cena e come sua specialità vanta prodotti di loro produzione come il riso "Acquerello" ed i vini della cantina Villa Fiorita.
Il locale è molto apprezzato dai turisti Francesi che appositamente vengono dal loro paese al mercato di Porta Palazzo.
Alberto Corrado, musicista da sempre, fa parte come direttore artistico sin dal 2017 dell’Arteficio, insieme al socio Stefano Bernardi che si occupa della parte gestionale amministrativa.
L’Arteficio è un Centro Culturale situato in via Bligny interessato ad ogni forma artistica come musica, teatro, fotografia, pittura, danza.
I suoi spazi sono a disposizione degli artisti già affermati e non, nei quali ognuno è libero di esprimere al meglio le proprie sensazioni, nuove idee e progetti.
E' un luogo di confronto tra diverse realtà e generazioni dove è sempre presente la socialità tra le varie culture e idee.
Molte sono le progettualità per il prossimo futuro, sempre alla ricerca di nuovi stimoli che li portano ad affrontare con positività le prossime sfide.
Alberto Mossotto è direttore commerciale e marketing dell’azienda gastronomica Galup, nata nel 1922.
Durante la crisi del 2013/2014 l’azienda viene rilevata e alcuni spazi ristrutturati: alcuni di questi non erano mai stati modificati dal 1949.
Alberto racconta che negli ultimi anni c’è stato un grande lavoro sul packaging e ricorda che oltre all’amato panettone, la produzione riguarda circa 350 prodotti.
Il filo conduttore che l’azienda cerca di mantenere è la qualità, come dimostra la glassa nocciole IGP. Il percorso per raggiungere la sostenibilità è difficile ma avviato. L’intento è quello di continuare a festeggiare sulle tavole degli italiani e diversificare: i prodotti senza glutine piacciono, così come le collaborazioni con gli chef stellati. Questo naturalmente comporta un aumento dei prezzi ma il riscontro coi clienti è sempre stato positivo, anche durante la pandemia.
“Ci siamo accorti che online compravano anche persone over 50, questa è stata una soddisfazione!”.
Obiettivi futuri? Espandersi a livello mondiale tramite i social. Galup mantiene i rapporti con il territorio: “ ad esempio, siamo sponsor del Pinerolo FC e cerchiamo di aiutare le realtà territoriali, anche se il futuro è l’estero, manterremo sempre le nostre radici nel pinerolese”.
Marco è un ingegnere meccanico di 53 anni, che da molti anni lavora in un’azienda che si occupa di stampa in 3D. Ha dedicato la sua vita prima allo studio, poi al lavoro. Nel tempo libero gli piace giocare a calcetto con gli amici. É l’attuale presidente del Rotary Club di Pinerolo, un’associazione di servizi, nata nel 1905 negli Stati Uniti e presente in tutto il mondo. Nel suo anno di mandato, Marco tiene le fila dei vari progetti, rappresentando l’associazione sul territorio. La sede pinerolese viene fondata nel 1955 e conta attualmente 69 soci iscritti. Il suo spirito conviviale ha come scopo di raccogliere idee e risorse per soddisfare le necessità del territorio, promuovendo non solo l'alfabetizzazione, lo sviluppo comunitario e la cura dell’ambiente, ma anche la prevenzione dei conflitti.L'attenzione dei soci è anche rivolta a realtà lontane da Pinerolo come, ad esempio, l'Africa. Il Rotary club crede nella necessità di formare le nuove generazioni e, infatti, assegna annualmente borse di studio a studenti meritevoli, in situazioni economiche fragili. Da un paio d’anni la collaborazione con la fondazione SPECCHIO DEI TEMPI, ha dato origine allo sportello d'ascolto SPECCHIO POINT presso cui le persone possono richiedere un sostegno per impellenze economiche alle quali non riescono a far fronte. Uno dei punti cardine dell’associazione è, inoltre, il volontariato attivo che permette la realizzazione di progetti concreti.
Francesco Ambrosiano nasce a Torino il 29/12/1971.
Durante la sua vita ha sempre abitato ad Oulx, dove attualmente lavora come escavatorista. Inoltre è il capo del distaccamento dei vigili del fuoco di Oulx ed è presidente dell'associazione SOS-Onlus per i vigili del fuoco.
Il suo hobby principale è il rally. Infatti spesso partecipa a delle gare di slalom e salita libera.
A Francesco piace vivere ad Oulx e pensa che in alcuni campi (come turismo e commercio) ci sia bisogno di un rinnovamento sociale, di più apertura mentale da parte degli abitanti.
Emilio Gardiol è il presidente della Società Operaia di Mutuo Soccorso di Pinerolo, fondata nel 1848, la prima in Italia.
In occasione del primo festival del mutualismo, nel 2019, proprio nell’ottica del mutuo soccorso nasce l’iniziativa dell’Ambulatorio Sociale. Sono 17 i medici volontari che partecipano alla costituzione del progetto con l’idea di offrire servizi sanitari ad un prezzo conveniente ai soci SOMS e, soprattutto, servizi sanitari gratuiti a chi non può permettersi di accedere al servizio sanitario nazionale per le lunghe liste di attesa ad esempio, o a quello privato per i costi elevati. In più, oltre alle visite mediche specialistiche e generali, vengono istituiti tre sportelli specifici: supporto psicologico, nutrizione e assistenza legale.
L’utenza dell’Ambulatorio è composta principalmente da immigrati e profughi, che arrivano attraverso i corridori umanitari. Emilio si dice grato e riconoscente a medici e infermieri, che, ci tiene a sottolineare, esercitano tutti la propria professione gratuitamente.
Il territorio pinerolese è per tradizione molto ricco di iniziative sul piano sociale: “è una delle città in Italia che ha il maggior numero di associazioni in proporzione alla popolazione”, purtroppo però, non sempre queste dialogano fra loro, “questa ricchezza va messa in rete, c’è mancanza di collaborazione”, ci spiega, evidenziando le priorità da affrontare “in più mancano locali e spazi fisici di aggregazione dove attuare le iniziative”.
Iolanda lavora per l’ Asl servizi sociali e nel contempo frequenta il terzo anno della scuola di moda per stilisti, ha iniziato sin da quattordici anni a dilettarsi nel cucito, la cui passione le è stata tramandata dalla nonna.
Il suo sogno è quello di aprire in un prossimo futuro una sartoria sociale che permetterebbe di unire al suo impegno verso le persone più vulnerabili con quello professionale di sarta.
In tutto questo Iolanda ha trovato un ulteriore spazio per dedicarsi al volontariato presso la Croce Rossa Italiana dove svolge la sua attività sin dal 2017.
Era il 1989 quando Loris entrava nella neonata cooperativa Meeting Service Catering; aveva 20 anni, la sede dell'ente si trovava in via Santa Chiara, a Torino, ma già allora operava sul territorio della Circoscrizione 5, senza ancora sapere quanto in futuro si sarebbero legati.Sin da subito, l'idea fu quella di formare persone in difficoltà per prepararle a lavorare nel mondo della ristorazione; una preparazione che non prescindesse dall'aspetto educativo, e che soprattutto mettesse i corsisti davanti alla realtà del lavoro, superando quello “shock” che a volta provano i ragazzi che escono dalle scuole alberghiere e vengono catapultati direttamente in mezzo ai clienti...Poi, la cooperativa è cresciuta, ha aperto il primo ristorante cui ne hanno fatto seguito altri, impiegando molto del personale che usciva propri dai corsi erogati, compresi soggetti svantaggiati a vario titolo, persone con disabilità, molte delle quali non lasciano Meeting Service o, se lo fanno, spesso cercano di rientrarci anche a distanza di tempo.Loris ripete che la cosa più bella nella vita professionale (e non solo) è l'incontro: imbattersi in persone diverse, molte delle quali poi possono imparare e insegnare, alcune sono diventate i suoi soci attuali, partendo sempre dall'attività di formazione.La cooperativa è cresciuta, è stata la prima a credere nelle potenzialità degli spazi di via Foligno 14, all'epoca cadenti e malconci, creando le Fonderie Ozanam attorno alle quali oggi fioriscono molte altre attività, sempre nel solco della sostenibilità e dell'integrazione.
Marco Vola è il proprietario della Libreria Volare di Pinerolo dal 1996, una delle librerie indipendenti più importanti a livello nazionale. Prima di diventare librario ha lavorato nel settore marketing in varie aziende, ma col tempo si è stancato della mansione e di un ambiente poco etico. Subito dopo essersi licenziato ha viaggiato per il mondo con la moglie, per visitare librerie e trarne ispirazione, attività che ha sempre amato anche quando si spostava per le gare sportive di corsa, che lo hanno portato dal deserto di Atacama al Circolo Polare Artico.
Insieme alla famiglia ha deciso così di ristrutturare i locali dei nonni macellai e di inserirvi all’interno grossi scaffali pieni di volumi. Gli spazi sono larghi, pensati apposta per potervi girare comodamente.
Negli anni di boom economico e senza internet, gli affari andavano bene: il centro città era attivo, i negozi erano aperti e al pubblico è sempre piaciuto leggere. Inoltre Volare era una libreria moderna per i tempi. “Per sopravvivere bisogna essere sempre un po’ avanti. Ad esempio ora bisogna saper usare internet: io non so farlo, se ne occupano i miei figli, ma per continuare a vendere siamo obbligati ad adoperarlo, perché il libro fortunatamente, non è destinato a morire, ma sta già cambiando il modo di venderlo.”
Marco sostiene che Pinerolo sia una città in cui si legge molto per vari motivi: c’è un buon sistema bibliotecario e un ottimo sistema scolastico, così come la minoranza valdese che, come tutte le minoranze, traina la comunità.
Ciò che dispiace ammettere è come sia cambiato il modo di entrare in libreria: prima lo si faceva timorosi ma incuriositi, adesso lo si fa dopo che si è andati su internet e il libraio non può più permettersi di consigliare.
Alla domanda sui progetti futuri risponde : “Sopravvivere e sviluppare l’online, anche con prodotti di cartoleria di un certo livello (Saypaper). Sul territorio dobbiamo essere più bravi di Amazon, ce la faremo.”